Capo d'Orlando, diritto ai servizi di riabilitazione, il grido di dolore delle madri

Capo d’Orlando, diritto ai servizi di riabilitazione, il grido di dolore delle madri

Capo d’Orlando, diritto ai servizi di riabilitazione, il grido di dolore delle madri

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martedì 07 Giugno 2016 - 10:11

Si acuisce il disagio dei genitori dei ragazzi in cura per problemi comportamentali e di apprendimento presso la SSR di Capo d'Orlando dopo che questa struttura aveva deciso di sostituire in modo repentino la psicoterapeuta Giuliana Scaffidi con una pedagogista senza procedere ad un passaggio graduale.

Ci sono storie che si devono raccontare per muovere le coscienze, per smuovere quella montagna che si chiama burocrazia, per garantire il rispetto dei diritti di chi non ha la forza di gridare la propria rabbia rivendicando cure idonee, poiché deve convivere con la “diversità” dei propri figli, affrontando con dignità un dolore che vive nel cuore di un genitore.

Sensibilità e attenzione quella rivendicata da tre madri dei Nebrodi, piccolo nucleo di un gruppo ben più ampio, che hanno voluto raccontare una storia che appare assurda nella sua triste veridicità, questa volta da difendere c'è l'esigenza di garantire la migliore terapia pedagogica e psicomotoria per i problemi comportamentali e di apprendimento di ragazzi speciali a cui all'improvviso viene cambiata, senza preavviso e validi motivi, la dottoressa che li seguiva da tempo e con progressi palesi con destabilizzanti riflessi.

Mia figlia – dice Rosaria, giovane madre di Tusa ha quattordici anni, da otto anni viaggiamo più volte a settimana per portarla alle sedute di terapia. Prima andavamo in una struttura ad Acquedolci, poi questa è stata soppressa e l'ASP ci ha dirottato su una struttura convenzionata a Capo d'Orlando, e tra mille sacrifici ci siamo adattati anche perché siamo consapevoli dei progressi che mia figlia traeva grazie all'impegno ed all'efficacia dei metodi della dottoressa Giuliana Scaffidi”.

Poi a metà dello scorso marzo la Società Servizi Riabilitativi (con sede a Messina, e operante in più centri avendo raccolto il testimone di varie cooperative socio-assistenziali preesistenti come la Teseos, ndr) ha deciso di interrompere il rapporto lavorativo con la psicoterapeuta Scaffidi e sostituendola con un'altra pedagogista – prosegue Rosaria – e noi l'abbiamo scoperto solo attraverso le reazioni dei nostri figli che hanno subito evidenziato un disagio immediato anche perché la nuova responsabile nelle sedute ha deciso di adottare test e metodologie diverse. Abbiamo protestato con la SSR chiedendo spiegazioni in merito all'avvicendamento considerato non è stato fatto con un affiancamento graduale, ma tutto in modo repentino e quasi segreto, senza possibilità di trovare soluzioni alternative e condivise” (vedi letttera allegata in fondo alla pagina, ndr).

Agli stessi ragazzi – prosegue Sonia, giovane madre di Rocca di Capri Leone, con due dolci bimbe di 10 ed 11 anni in cura presso questo centro riabilitativo – venivano eseguiti quei test cognitivi che in genere erano svolti dai medici del reparto di neuropsichiatria infantile di Messina, e veniva chiesto di non dirlo a casa. Questa situazione ci ha spiazzato, e quando abbiamo compreso quel che era successo abbiamo formulato la richiesta del ritorno in servizio della dottoressa Scaffidi".

Il gruppo dei genitori ha denunciato il verificarsi del disservizio tramite una televisione locale, ed a stretto giro il direttore sanitario della struttura SSR dottor Antonio Epifanio ha risposto con una nota in cui sottolineava come: il servizio fosse sempre stato garantito, ridimensionando il numero dei giovani pazienti coinvolti, e indicato nella libertà di scelta dei genitori la possibilità di optare per strutture convenzionate.

Siamo preoccupati e amareggiati, temiamo – gli fa eco la sig.ra Paola di Rocca di Capri Leone – che i nostri figli subiscono una regressione. Mio figlio Alessio non vedendo in stanza quella che lui chiama la sua dottoressa del cuore non ha voluto svolgere la terapia, ha mostrato più segni di insofferenza e nervosismo anche a scuola, non comprendiamo i perché si siano fatte queste scelte giocando sulle vite dei nostri ragazzi”.

Nella vicenda pesa l'immancabile lentezza e lacunosità della burocrazia sanitaria provinciale. Da alcuni mesi è attiva a Sant'Agata di Militello una seconda struttura convenzionata, gestita dall'onlus CAPP 1990 a cui i genitori di circa quindici pazienti avrebbero chiesto la disponibilità di poter proseguire nelle loro cure con la dottoressa Scaffidi.

Tuttavia, la convenzione stipulata dalla Capp (con sede anche a Patti e Gazzi, ndr) non può erogare quest'attività riabilitativa, poiché questa non risulterebbe tra quelle inserita nella convenzione stipulata con l'ASP di Messina ed in cui sono indicate le prestazioni erogabili e gli standard del personale terapista nel rispetto del decreto assessoriale regionale dell'11/04/1992.

Alcuni genitori hanno espresso il desiderio di non ritornare presso la struttura sanitaria di Capo d'Orlando, e formulato la richiesta attraverso il dottor Corrado Liotta, lo psicoteraupeta che segue i ragazzi, di presentare una richiesta al Capo Dipartimento di Messina dottor Quattrocchi di ampliare i servizi offerti dalla struttura santagatese così da poterli accogliere.

Il nostro è un grido di dolore, da genitori – riprende voce ancora Rosaria – solo noi sappiamo quanto sia difficile convivere con le malattie dei nostri figli, ma noi li amiamo e vogliamo che siano trattati in modo uguale a tutti gli altri, chiediamo che siano aiutati nel loro percorso di vita, non vogliamo che siano semplici numeri, da spremere per un guadagno o lasciati fuori dalle terapie perché non rientrano in budget fissato. Non devono mortificare noi e i nostri figli con i loro calcoli di profitto, sono disposta ad andare ad esporre questo nostro disagio anche davanti al presidente della Regione Rosario Crocetta nella nostra Tusa affinché attenzioni questa vicenda e possa intervenire per una mediazione risolutiva”.

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