Antenna telefonica installata a 30 mt da un asilo: esplode la rabbia di Mili S. Pietro

Antenna telefonica installata a 30 mt da un asilo: esplode la rabbia di Mili S. Pietro

Veronica Crocitti

Antenna telefonica installata a 30 mt da un asilo: esplode la rabbia di Mili S. Pietro

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mercoledì 30 Ottobre 2013 - 15:40

La recente installazione, da parte della compagnia Vodafone, di un'antenna di ricezione in pieno centro del paese ha fatto esplodere la paura e la rabbia dei cittadini. Sono state già raccolte 250 firme per richiedere la disinstallazione. L'ass. Ialacqua ha convocato una riunione per la prossima settimana.

Silenzio assenso. L’amministrazione comunale di Messina ha avuto 90 giorni di tempo per rispondere alla richiesta della compagnia telefonica Vodafone di installare un ripetitore nel pieno centro di Mili San Pietro.

Tre mesi durante i quali il Comune avrebbe anche potuto trovare soluzioni più adeguate per salvaguardare cittadini, bambini ed anziani dal rischio di onde ed inquinamento elettromagnetico.

Eppure, il totale disinteresse ha fatto sì che, scaduti i 90 giorni, quel silenzio si trasformasse in un assenso.

La scorsa settimana, la Vodafone è arrivata con i suoi tecnici, è salita nel terrazzo dell’abitazione privata collocata nel pieno centro del paese ed ha posizionato la sua antenna che, tra qualche giorno, verrà attivata.

“Noi abbiamo paura – ha spiegato Sebastiano Spadaro, abitante di Mili S. Pietro – perché ci ritroveremo bombardati dalle onde elettromagnetiche. A 30 mt dal posto in cui è stata installato il ripetitore c’è anche una scuola materna. Come è stato possibile arrivare ad una decisione del genere?”.

La vicenda risale al lontano 1 ottobre 2009 quando l’isolamento e l’alluvione che hanno travolto anche Mili San Pietro, hanno mostrato tutta la necessità di dotare quella zona di un campo di ricezione per telefoni e cellulari.

“Più volte, in qualità di ex consigliere del quartiere, ho fatto richiesta per l’istallazione di un impianto – ha spiegato Domenico Galaddi – anzi, avevamo addirittura proposto di concedere gratuitamente sia il terreno sia la corrente elettrica. Avremmo sostenuto tutte le spese”.

Eppure queste richieste sono sempre rimaste inascoltate, così come quelle di moderne antenne televisive che possano captare i segnali digitali.

“Le antenne comunali hanno funzionato solo fino all’analogico – ha continuato Spadaro – ma da quando è entrato in vigore il digitale, pur continuando a pagare il canone, non vediamo nulla”.

L’amministrazione avrebbe potuto agire in maniera totalmente differente. Secondo la legge 36/2001, infatti, i “Comuni possono adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici”.

Cosa che Messina non ha mai fatto: il Regolamento neanche esiste.

“Considerando che la nostra è una Zona Protetta Speciale, si sarebbe potuto scegliere un posto migliore per posizionare l’impianto, un posto che consentisse la copertura non solo della nostra zona ma anche di Larderia Superiore, Tipoldo, Galati Santa Lucia e Mili San Marco – ha continuato Spadaro – invece nulla”.

Adesso il paese è in rivolta, tutti, o quasi. Il proprietario dell’abitazione su cui è stata collocata l’antenna, infatti, sembra essere uno dei pochi contenti. Pur non abitando nella casa, poiché affittata, percepirà una somma ingente per l’indennità prevista in questi casi.

Ma il resto di Mili San Pietro, da una settimana, urla tutta la sua indignazione. 250 sono le firme già accumulate ed apposte al di sotto di una lettera inviata al Sindaco Renato Accorinti, all’Assessore Daniele Ialacqua ed agli enti competenti.

“Più volte abbiamo chiesto ad Accorinti di venire in queste zone ma non abbiamo mai ricevuto risposta – ha riferito Spadaro – invece l’assessore ha subito accolto le nostre proteste”.

Ialacqua, infatti, ha già indetto un incontro per la prossima settimana in cui discuterà le prossime mosse.

“Purtroppo – ha dichiarato l’assessore – il problema riguarda il fatto che questi impianti sono considerati opere di urbanizzazione primaria ed i Comuni possono fare ben poco. Fermo restando che a Messina non esiste una regolamentazione in tal campo e che, necessariamente, bisogna attivarsi per un Regolamento e poi pensare ad una riprogettazione urbanistica che preveda la collocazione dell’antenna in un terreno meno sensibile”.

Una situazione analoga era già esplosa di recente nel comune messinese di San Filippo del Mela. In quell’occasione il ricorso al Consiglio di Giustizia Amministrativa aveva dato ragione al Comune ed al suo regolamento.

“Noi abbiamo bisogno di comunicare attraverso i cellulari – ha concluso Spadaro, a nome di tutti – ma abbiamo il dovere, in primis, di salvaguardare la salute nostra, dei bambini e dei soggetti più deboli. E, per questo, ci batteremo fino alla fine”.

Veronica Crocitti

@VCrocitti

2 commenti

  1. salvatore bombara 8 Novembre 2013 18:35

    NON SONO D’ACCORDO IN QUANTO LE ONDE ELETTROMAGNETICO FANNO MALE SPECIALMENTE IN UN PAESE SOTTO MESSO. SAREI PROPENSO AD UNA COLLOCAZIONE Più ALTO ( IN MONTAGNA) LA DOVO C’è Più SICUREZZA PER I BAMBINI PER GLI ANZIANI CHE HANNO LE DIFESE IMMUNITARIE. DEBOLE

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  2. Ma l’arpa e l’asp gli hanno dato l’autorizzazione?

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