Vertenza Atm, the day after: il passo indietro di Buzzanca e le strade da imboccare

Vertenza Atm, the day after: il passo indietro di Buzzanca e le strade da imboccare

Emanuele Rigano

Vertenza Atm, the day after: il passo indietro di Buzzanca e le strade da imboccare

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martedì 20 Settembre 2011 - 14:11

Il sindaco ritirando la delibera ha aperto il dialogo ad una soluzione condivisa, da trovare al più presto. Costantino (Uil): “Si pensi ad un serio piano industriale”. Cgil: “Resta il nodo della mobilità dei messinesi”. Cisl: "L'Atm naufraga per l'immobilismo della politica"

Chi aspettava la svolta in tema di trasporto pubblico dovrà attendere ancora. Quanto, non è dato sapersi. La sospensione a tempo indeterminato del piano di mobilità urbana varato dall’amministrazione comunale è un segnale inequivocabile. Dopo tre anni di lavoro il sindaco è stato “costretto” dall’aula a ritirare la delibera di liquidazione dell’Atm e la costituzione della nuova società mista chiamata a raccogliere fondi regionali ed eredità della disastrata Azienda Trasporti. Tutto saltato. All’accordo tra Buzzanca, commissario e sindacati è seguita la “matura” presa di posizione del primo cittadino che non solo si è presentato in aula per bloccare il percorso avviato ma anche per aprire il dialogo sul testo e sulle soluzioni da raggiungere, in maniera condivisa. Questioni politiche a parte, il tempo stringe e ogni giorno che passa l’Atm diventa sempre più una zavorra per le precarie casse di palazzo Zanca. Rischiando di trascinare con sé palazzo Zanca in un vortice debitorio che l’ente comunale nemmeno riconosce. Ormai da anni.

Sulla complessità dell’argomento interviene la Uil: «Non si può mettere in liquidazione un’azienda senza avere un concreto progetto futuro». Il segretario generale provinciale di Messina Costantino Amato, non ha dubbi: «La posizione netta assunta ieri dal civico consesso testimonia ancora una volta che la vicenda Atm è stata gestita in modo superficiale. Chiudere senza programmare il futuro vuol dire mandare i lavoratori al massacro, oltre che decretare la fine del servizio di trasporto pubblico cittadino». A nulla sono valse le rassicurazioni dell’assessore alla mobilità, Melino Capone, che aveva annunciato la garanzia dei livelli occupazionali. Salvaguardia prevista che evidentemente non ha convinto lavoratori e sindacati.

Amato aggiunge: «Va seriamente pensato un piano industriale, fondamentale per traghettare l’azienda verso la nuova forma giuridica, per produrre il rilancio del servizio, mantenere i livelli occupazionali e, perché no, attrarre investimenti privati». Come è da verificare. Trovare un investitore disposto ad entrare in minoranza e condividere una gestione che comunque vada sarà comunque a forte influenza pubblico-politica. «Come sempre – denuncia Amato – gli impegni assunti non sono stati rispettati, il piano industriale non è mai stato presentato e l’incontro con l’assessorato e le organizzazioni sindacali è naufragato per ragioni che non comprendiamo. Ecco perché, a maggior ragione dopo le notizie di ieri, chiediamo che il sindaco si impegni personalmente affinché nel più breve tempo possibile venga redatto un serio piano industriale che permetta il mantenimento dei livelli occupazionali e innalzi lo standard del servizio prevedendo il potenziamento del parco mezzi, l’affidamento alla municipalizzata di nuovi servizi produttivi (come il servizio di rimozione coatta), il rilancio dell’attività dell’officina, dotata di maestranze altamente specializzate, anche nei confronti di società esterne, e la razionalizzazione delle Ztl. Fatto questo bisognerà ritessere, ed in fretta, le fila dei rapporti con l’assessorato regionale ai Trasporti, senza il sostegno del quale qualsiasi progetto futuro diviene impraticabile». La Regione, che già aveva ribadito di non avere né la possibilità né l’intenzione di stanziare somme per coprire debiti pregressi dell’azienda, si era detta disponibile a investire una discreta somma di denaro per l’acquisto di nuovi mezzi.

Anche la Cgil di Messina, attraverso il segretario generale Lillo Oceano e il segretario della Filt Pino Foti, interviene sulla vicenda Atm chiedendo al sindaco un intervento immediato: «Dopo il ritiro della delibera si sgombra il campo da un provvedimento sbagliato che non rappresentava una soluzione ma anzi ha agito da freno con la falsa promessa che bastava liquidare l’Atm per risolvere il problema. Un provvedimento – sottolineano i due dirigenti sindacali – che la Cgil ha sempre contrastato spiegandone ragioni e motivazioni che oggi sono venute al pettine».

«Resta comunque il nodo di come risolvere la questione della mobilità dei cittadini messinesi senza per altro trascurare la salvaguardia dei lavoratori. Problema che non può più essere rinviato e che necessita dell’immediata definizione di un serio, concreto progetto alternativo che ridisegni l’intero sistema della mobilità cittadina incentrandolo sul trasporto pubblico locale e non su quello privato, come invece accade adesso. Un sistema che preveda isole pedonali, zone riservate ai mezzi pubblici, un sistema efficiente di parcheggi. Un piano di viabilità moderno che trasformi Messina in una città moderna. Insomma – spiegano Oceano e Foti -, da questa difficile impasse, se c’è la volontà politica di intervenire, può derivarne un beneficio per la città. Per realizzare questo progetto ambizioso ma fattibile, occorre però avvalersi di competenze effettive, affidandosi a veri esperti del settore e non ad amici o colleghi di cordata. Appurato che le diverse ipotesi di liquidazione e privatizzazione non sono percorribili, la via da seguire, anche in ragione dei tagli ormai varati ai danni dei comuni dalla Manovra del governo, deve necessariamente essere quella dell’impiego dei profitti derivanti dalle attività remunerative collegate alla mobilità, verso i settori a minore redditività ma fondamentali, come il trasporto pubblico».

Intervento anche di Enezo Testa, segretario della Fit Cisl che commenta così quanto accaduto in consiglio comunale: ““La situazione di stallo venutasi a determinare a seguito della bocciatura del Consiglio Comunale della delibera sul riordino societario dell’Atm apre una gravissima crisi al buio per la città che ha un sistema di mobilità urbana allo sbando ma anche per i lavoratori che, a queste condizioni, non hanno alcuna certezza sul loro futuro lavorativo”. Per la Fit occorrono seguire tre percorsi paralleli e concomitanti. “Intanto – spiega Testa – affrontare i problemi finanziari dell’azienda per i quali va trovata una soluzione ai debiti. Vanno definite con certezza le entrate derivate dai finanziamenti regionale e comunale e quelle da entrate proprie dei servizi erogati dalla stessa Atm come biglietteria, pubblicità, parcheggi, servizi annessi e connessi alla viabilità, carro attrezzi, quest’ultimo da svolgere con personale Atm. E’ necessaria e non più rinviabile – continua Testa – una riorganizzazione interna con il completo e professionale utilizzo del personale e l’eventuale riqualificazione dei lavoratori per consentire all’azienda lo svolgimento di quei servizi che, oggi, non possono essere forniti per mancanza di figure specifiche”. Testa chiude con una considerazione: “E’ di tutta evidenza – afferma – come, a prescindere dalla formula societaria, il governo dell’Atm deve essere affidato a dirigenti qualificati, professionali, tecnici del settore e autonomi dalla politica e da tutti i soggetti che ritengono ancora oggi di poter utilizzare, a qualsivoglia titolo, le risorse dell’azienda”. (ER)

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