Dalla demolizione del pozzo alle altre problematiche del quartiere Casapinta: il dibattito si allarga

Dalla demolizione del pozzo alle altre problematiche del quartiere Casapinta: il dibattito si allarga

Giusy Briguglio

Dalla demolizione del pozzo alle altre problematiche del quartiere Casapinta: il dibattito si allarga

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mercoledì 27 Maggio 2015 - 07:22

Il dibattito è partito dal pozzo che non c’è più per estendersi all’impoverimento che ha subìto il quartiere Casapinta dove negli ultimi anni è stato messo in atto un processo di cementificazione considerata da molti selvaggia a discapito di diverse aree verdi. Dall’attuale questione riemerge inoltre uno dei problemi storici del quartiere Casapinta: la realizzazione di una via di fuga

La demolizione del pozzo nel quartiere Casapinta è diventata un caso tra i cittadini di Nizza di Sicilia. I residenti della zona nei giorni scorsi hanno sottoscritto e sottoposto un’interpellanza al sindaco Di Tommaso per esprimere il loro dissenso nei confronti dell’accaduto. Per i firmatari la struttura, che resisteva da un centennio, aveva un valore storico e insieme affettivo. Ma dall’amministrazione comunale è stato chiarito che il pozzo era di proprietà privata e su di esso non vigeva alcun vincolo della Soprintendenza ai Beni Culturali. Questo, di fatto, permetteva al proprietario di farne l’uso che riteneva, anche di demolirlo. La questione non si è risolta con queste parole, anzi si è allargata a macchia d’olio e ha costituito uno spunto importante per risvegliare il senso civico dei cittadini. L’indignazione è comune, ma per motivi diversi. Il dibattito è partito dal pozzo che non c’è più per estendersi all’impoverimento che ha subìto il quartiere Casapinta dove negli ultimi anni è stato messo in atto un processo di cementificazione considerata da molti selvaggia a discapito di diverse aree verdi. E’ rimasto nei ricordi di tutti i cittadini il pino secolare che si trovava nella parte alta del quartiere, dove ora sorge un condominio. Era il 2011 quando cominciarono i lavori, allora molti giovani si attivarono per impedirne la distruzione supportati dalla minoranza del tempo, ma non ci fu nulla da fare. Questa volta è toccato al suddetto pozzo, anche se non tutti sono d’accordo nel riconoscergli un valore storico-culturale. Dal quartiere Casapinta agli altri angoli del paese, la parola che sembra mettere d’accordo tutti è in ogni caso “preservare”. Preservare la memoria collettiva e storica del paese, limitando l’edificazione sfrenata del territorio. Dall’attuale questione riemerge inoltre uno dei problemi storici del quartiere Casapinta: la realizzazione di una via di fuga per gli abitanti della zona alternativa a quella in corrispondenza del torrente Landro. A questo proposito, esiste un progetto che prevede la realizzazione di una strada a margine della ferrovia con attraversamento in sottopasso del rilevato ferroviario che ha ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie (Assessorato Territorio e Ambiente, Genio Civile, Ferrovie, Rup), ma per il quale non ci sono i fondi. L’elaborato, da 4 milioni e 850 mila euro, è stato suddiviso in tre stralci per avere più possibilità di accedere a un finanziamento, ma fino ad ora non si è riusciti ad ottenere nulla. La realizzazione della via di fuga e la risoluzione dei problemi di viabilità del sempre più popoloso quartiere appaiono dunque ancora lontane.

Giusy Briguglio

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