La guerra dei trenta contro Tomasello: rettore «abusivo» perché scaduto nel 2011

La guerra dei trenta contro Tomasello: rettore «abusivo» perché scaduto nel 2011

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La guerra dei trenta contro Tomasello: rettore «abusivo» perché scaduto nel 2011

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venerdì 11 Maggio 2012 - 22:33

Un gruppo di docenti prende spunto da un documento recentemente approvato dal Senato accademico e parte all’attacco, citando anche i casi di altre Università italiane dove la proroga è stata oggetto di dibattito

Trenta docenti dell’Università di Messina lanciano l’ennesimo segnale di guerra al rettore Francesco Tomasello. In un documento, firmato con nome e cognome, tornano sulla «questione dell’eterna proroga dei Rettori», sottolineando che «non è una bega pretestuosa interna all’Università di Messina» ma «un problema politico nazionale di credibilità e di legittimità dell’Università». Secondo i firmatari, Tomasello è un rettore «abusivo» come lo sono tutti «i rettori scaduti nel 2011 e prorogati per legge. Infatti, – continuano i docenti – o la proroga (che la legge limita ad un anno) scattava nel 2011 e si conclude nel 2012, oppure scatterà nel 2012 e 17 Rettori già decaduti (tra cui Tomasello) dovrebbero essere immediatamente sostituiti dai Decani o da Commissari ad hoc, con la necessità di elezioni. In ogni caso sarà necessario votare. Chi vuol procedere con “proroghe informali” si assume in toto la gravissima responsabilità di compiere atti nulli».
A scatenare la reazione dei trenta docenti, il documento approvato qualche settimana fa dal Senato accademico (vedi articolo correlato), che “giustificava” il regime di prorogatio in cui operano il rettore e gli organi di governi con «il dovere di assicurare agli studenti una Università pienamente funzionante nelle sue strutture e nella sua architettura complessiva». Una spiegazione che, secondo i firmatari, sarebbe plausibile «solo in un quadro di piena e inequivoca legittimità degli organi di governo», e non a Messina, dove : «a) lo Statuto era già pronto per essere adottato, a termini di legge, entro il 29 luglio 2011, ma l’inserimento di poche righe e il tentativo di retrodatare l’inizio dell’anno accademico per guadagnare un anno aggiuntivo di proroga lo hanno fatto adottare solo il 29 ottobre; b) l’accoglimento dei rilievi ministeriali ha richiesto oltre due mesi e, ancora oggi, molte Commissioni prevedono di consegnare il testo finale al Senato Accademico per la relativa approvazione e pubblicazione in Gazzetta Ufficiale solo in settimana».
«Forse – si legge ancora nel documento – un po’ di efficiente solerzia non guasterebbe, nell’auspicio di un vero e radicale rinnovamento del funzionamento dell’Università degli Studi di Messina».

IL NODO PROROGA NELLE ALTRE CITTA’
I firmatari del documento portano ad esempio anche i casi delle altre Università e scrivono quanto segue: « A Milano, il Rettore Decleva si è dimesso rifiutando la proroga-bis; a Torino 14 componenti del Senato Accademico hanno chiesto le dimissioni del Rettore e la fine della “prorogatio”; a Verona, 30 consiglieri di amministrazione su 39 hanno mandato deserta la seduta dedicata alla seconda proroga del Rettore; a Parma, Perugia, Viterbo, Tor Vergata è vivissimo il dibattito sulla (in)validità delle proroghe. Per non citare L’Aquila, dove il 20 marzo u.s., il Rettore annuncia il suo ritiro, invitando il giorno dopo il Decano ad indire le elezioni; Il 26 marzo il Decano procede in tal senso, ma il 17 aprile il Rettore prorogato ci ripensa. Il Decano non recede e il 30 aprile viene convocato il Senato Accademico per nominare la commissione elettorale, ma il 28 aprile l’Avvocatura dello Stato presenta al TAR un ricorso del Ministero contro le elezioni e il Senato viene sospeso sine die. Il 2 maggio si scopre però che il MIUR non avrebbe conferito alcun mandato all’Avvocatura».

Ecco i trenta firmatari del documento:

Antonella Arena, Pierluca Marzo
Alice Baradello, Carlo Mazzù
Dario Bruneo, Fabio Mostaccio
Salvatore Camaioni, Tonino Perna
Vincenzo Cicero, Antonio Puliafito
Carmine Ciofi, Giovanni Raffaele
Dino Costa , Lucia Risicato
Giovanni Cupaiuolo, Antonio Saitta
Roberto Dattola, Graziella Scandurra
Alessandro De Robertis, Marco Scarpa
Mario Gattuso, Guido Signorino
Beniamino Ginatempo, Enza Sofo
Maria Gioffrè Florio, Alessandro Tripodo
Elvira La Rocca, Giovanni Tuccari
Mario Manganaro, Carla Urzì

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