Elezioni universitarie a fine maggio. Il decano dell’Ateneo pone fine alla “querelle”

Elezioni universitarie a fine maggio. Il decano dell’Ateneo pone fine alla “querelle”

Danila La Torre

Elezioni universitarie a fine maggio. Il decano dell’Ateneo pone fine alla “querelle”

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martedì 19 Febbraio 2013 - 19:26

Il prof. Salvatore Berlingò ha inviato una lettera ai componenti del Senato Accademico in risposta al documento firmato da una ventina di senatori, che chiedevano l’anticipazione delle consultazioni per la scelta del nuovo rettore

C’è chi le vorrebbe ad aprile, chi il più tardi possibile. Le elezioni universitarie sono diventate il principale argomento di scontro in questa lunga campagna elettorale, che condurrà all’elezione del successore di Francesco Tomasello, rettore dell’Università di Messina dal 2004. Solo pochi giorni fa, una ventina di senatori sui trentadue che compongono l’organo accademico hanno sottoscritto un documento per chiedere l’anticipazione delle consultazioni elettorali . Due le motivazioni principali della richiesta inoltrata al Decano Salvatore Berlingò, a cui spetta la scelta della data: evitare che le elezioni universitarie si accavallino con le amministrative di fine maggio, ma soprattutto evitare di allungare eccessivamente il dibattito elettorale, già avvelenato, che rischia di creare un danno all’Ateneo peloritano. La necessità di un’indizione anticipata delle elezioni universitarie è sostenuta soprattutto da uno dei cinque candidati a rettore, Pietro Navarra, che non ha messo la sua firma in calce al documento ma che è riuscito a far passare la sua linea in Senato accademico, con una larga condivisione .

E quel documento ha già una risposta ufficiale, quella del professore Berlingò, che ha scritto una lettera ai componenti della Senato accademico . «Come Voi stessi ricordate -si legge testualmente – a norma di Statuto la data delle elezioni medesime non potrà essere fissata oltre il 30 giugno del corrente anno; ne consegue, sempre a norma di Statuto, che il Decano è vincolato ad indire le elezioni non più tardi della fine di maggio». Le elezioni universitarie sono, dunque, destinate a coincidere con le elezioni amministrative , giorno più giorno meno.

«Per coerenza con la doverosa posizione di terzietà della carica da me ricoperta – continua la lettera del decano – non intendo prendere posizione fra chi osteggia il dilatarsi del dibattito elettorale e chi invece ritiene che “nuocerebbero agli interessi dell’Ateneo” “improvvide accelerazioni ed ingiustificate strozzature”; e se è ipotizzabile, come da Voi adombrato, che una convocazione anticipata del corpo elettorale potrebbe contribuire a “non pregiudicare il sereno svolgimento del mandato del Rettore in carica”, è altrettanto plausibile che il prolungamento del periodo di interregno, con la coesistenza di due Rettori (uno pur sempre in carica e l’altro già eletto), potrebbe ingenerare turbative in un periodo di transizione ancora nevralgico per l’attuazione degli adempimenti connessi alla prima fase di applicazione dello Statuto revisionato. In altri termini – scrive ancora Berlingò – ciascuna delle argomentazioni addotte pro o contro l’accelerazione delle elezioni a Rettore – come quelle prima evidenziate o come quelle che potrebbero essermi ulteriormente segnalate – si rovescia nel suo esatto contrario. Pertanto, ritengo che, allo stato, travalicherei quelle che sono le mie responsabilità se operassi una scelta ultronea rispetto ai vincoli impostimi dalle previsioni statutarie».

L’intenzione dichiarata del professore Berlingò è, dunque, quella di attenersi al dettato statutario, ma questo non gli impedisce di promettere «un paritario confronto circa la data della consultazione elettorale (sempre con l’osservanza dei limiti di tempo statutariamente stabiliti)».

Fatta chiarezza su questo aspetto, nella ultima parte della missiva il decano lancia un invito ai senatori e non solo a loro : «ritengo, piuttosto, doveroso annotare come il lasso più o meno lungo di tempo che ci separa dalle elezioni a Rettore possa essere utilizzato dagli Organi di Governo dell’Ateneo nell’adempiere ad una precisa incombenza e cioè quella di elaborare, discutere e votare un aggiornato Regolamento per le elezioni del Rettore, necessario a predisporre norme esplicative ed attuative delle previsioni dettate in materia dal nuovo Statuto». (DLT)

3 commenti

  1. no.proroga.rettori. 19 Febbraio 2013 22:57

    Oggi, martedì 19 Febbraio 2013, è la vigilia del giorno in cui con molta probabilità si concluderà con una sentenza il processo di primo grado che vede imputato il Rettore con la accusa di tentata concussione ed abuso d’ufficio. Oggi, quando ancora non è noto il contenuto della sentenza, sentiamo di volere e di dovere prescindere dalla verità che emergerà dalla sede processuale. Avvertiamo l’esigenza di gridare forte la nostra indisponibilità a condividere una idea di gestione della cosa pubblica che ha attraversato quasi per intero l’ultimo decennio e che non ci appartiene, così come rimarchiamo la nostra distanza abissale da quanti, pur dissociandosene con tempestività a ridosso delle elezioni, negli ultimi anni hanno occupato posizioni di rilievo nel governo della nostra Università. Respingiamo fermamente una politica universitaria che ha fatto delle aule dei tribunali amministrativi l’unica sede nella quale hanno trovato risposta le istanze di democraticità e di partecipazione di una parte della comunità accademica probabilmente minoritaria, eppure matura, sistematicamente emarginata da ogni fase del processo decisionale in ordine al destino dell’Ateneo.
    Non ci stiamo. E con tutto il dovuto rispetto per la Magistratura, non abbiamo necessità di una sentenza per affermarlo con forza. Ci piace, piuttosto, dirlo con Pier Paolo Pasolini, convinti come siamo che la lucida analisi dei fatti e la ricerca della verità, siano anche esse parte del nostro mestiere di docenti.

    “Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi.
    Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l’arbitrarietà, la follia e il mistero. Tutto ciò fa parte del mio mestiere e dell’istinto del mio mestiere. ” P.P.P

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  2. ART.21 COSTITUZIONE. Per la nostra Università vale la riflessione dello storico romano Tito LIvio, dum ea Romani parant consultantque, iam Saguntum summa vi oppugnabatur. Non devo tradurla, alle città Roma e Sagunto, citate insieme, tutti sanno dare un significato, memorabile fu quello del cardinale Pappalardo, in uno dei tanti funerali per le stragi mafiose di Cosa Nostra. Declino a modo mio lo storico Livio, mentre al rettorato infuria, senza esclusione di colpi, la lotta per accaparrarsi il posto di Magnifico e i privilegi che da esso derivino, la nostra Università scivola da anni nell’anonimato. Come il nostro Municipio, anche l’Università deve riconquistare la sua identità perduta.

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  3. Salviamo e tuteliamo una delle poche aziende rimaste a Messina! Scendiamo in piazza a tutelare i diritti di questi eletti, sono più intelligenti e preparati di noi, che siamo umile plebe!

    Certo quei pali (ex palme) rimasti in piazza Pugliatti mi fanno venire delle idee strane, Pensiamoci!

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