Stretto patrimonio Unesco. Navarra risponde all’appello “in attesa di un progetto concreto”

Stretto patrimonio Unesco. Navarra risponde all’appello “in attesa di un progetto concreto”

Stretto patrimonio Unesco. Navarra risponde all’appello “in attesa di un progetto concreto”

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giovedì 29 Agosto 2013 - 08:56

Il rettore dell’Università accoglie l’appello lanciato dall’amministrazione comunale in merito al riconoscimento dello Stretto di Messina quale patrimonio dell’umanità. Offerta la disponibilità al confronto in attesa di un progetto su cui ragionare insieme

Giungono le prime risposte all’appello lanciato dal sindaco Renato Accorinti e dalla sua giunta, in merito all’avvio dell’iter per il riconoscimento, da parte dell’Unesco, di “Patrimonio dell’Umanità” per lo Stretto di Messina.

L’amministrazione comunale ha inviato una richiesta di partnership a numerosi soggetti istituzionali per affrontare insieme il lungo e complesso iter per ottenere la qualifica.

Il Comune fisserà nei prossimi giorni un calendario di incontri finalizzati all'organizzazione delle singole fasi procedurali, in cui ciascuno dei soggetti in indirizzo potrà adeguatamente fornire il proprio prezioso apporto al progetto condiviso.

Tra le prime istituzioni disponibili a fornire il proprio supporto, c’è l’Università di Messina, tramite il proprio rettore, Pietro Navarra. “Stiamo seguendo con interesse il dibattito sviluppatosi attorno all’idea di ottenere l’inserimento dell’area dello Stretto di Messina tra i siti Patrimonio dell’umanità dell’Unesco – ha affermato -. Abbiamo ricevuto da parte dell’Amministrazione Comunale l’invito a partecipare all’avvio dell’iter finalizzato all’ottenimento del riconoscimento al quale è altresì richiesta la partnership di diverse altre istituzioni”.

L’Università offre la propria disponibilità al confronto ma ricorda che, prima di iniziare un ragionamento condiviso, sarà necessaria la presentazione di un progetto concreto “al fine di comprendere quale ruolo l’Università ed i suoi Dipartimenti, nelle intenzioni del sindaco e della Giunta, dovrebbero avere in questo percorso. Consci, altresì, del rigoroso processo di valutazione che occorrerà sostenere sulla base di più parametri, come di recente sperimentato nel caso del vulcano Etna”.

5 commenti

  1. il vostro compito è quello di creare opportunità di lavoro e sbocchi occupazionali concreti, evitando anche l’emigrazione. Il resto sono tutte chiacchiere e progetti inutili

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  2. puzza di bruciato 29 Agosto 2013 09:49

    Ma per dichiarare patrimonio dell’Unesco in che senso ci vogliono progetti concreti.. non penso che quando dichiarato patrimonio dell’Unescu: il Lago di Neusiedl oppure i Cerchi di pietra di Senegambia oppure ancora Istmo di Curlandia ci siano voluti progetti concreti…. Oppure progetti concreti significa non farsi coinvolgere in scelte coinvolgenti….

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  3. In attesa che le” migliori” menti di tutte le ” migliori” strutture pubbliche e private del nostro territorio si mobiltino e si esercitino allo scopo di concorrere ad ” appenderci” la ” fondamentale “medaglia di Patrimonio dell’UNESCO al pari delle isole Eolie , di Agrigento, Siracusa , Val Camonica , Val di noto Val d’orcia, tre valli varesine e la ‘Milano Sanremo ultimo arrivato il vulcano Etna ( consultare google per gli altri 42 siti italiani) Contemporaneamente sarebbe auspicabile che ci si applicasse ANCHE a dare una mano ai lavoratori ex Birra Messina Che sembrava volessero essere aiutati concretamente per riprendere in forma cooperativa la produzione…. .per tappare i” buca n’ta strada” c’è sempre tempo.

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  4. Che vantaggio ne trarrà la città di Messina ed i messinesi dall’inserimento dello stretto di Messina nel patrimonio Unesco? Rientrerebbero nel patrimonio anche le coste siciliane e calabresi che danno sullo stretto? Forse non tutti sanno che l’Unesco non per forza deve far rientrare la totalità dello stretto nel proprio patrimonio, infatti dei 59mila ettari di Etna, solo 20mila ne sono rientrati.
    E’ vero che si può accedere a finanziamenti dell’ONU, dell’UE e dei Ministeri ma vengono concessi solo se si presentano progetti seri e poi li si realizza altrimenti le sanzioni pullulano (vi ricordo che Messina è la città delle incompiute… un po’ mi terrorizza sta cosa!!!) e per questo serve l’aiuto di enti e associazioni, ad esempio l’Università (chi li finanzia i progetti se tutti gli enti sono in deficit? boh!); si deve creare un ente gestore del bene patrimonio dell’Unesco (e chi lo controlla visto che a Messina i soldi pubblici per magia entrano nelle tasche dei soliti?) e si deve garantire la conservazione del bene stesso al fine di assicurarne una fruizione sicura e riuscire a comunicare i valori dell’Unesco, a partire da una corretta educazione ambientale.
    Dubito fortemente che all’interno del patrimonio Unesco possano viaggiare mezzi inquinanti (Caronti, FFSS, aliscafi, petroliere o navi mercantili ecologicamente non perfette) oltre che si eliminerebbe del tutto la possibilità di una futura costruzione del ponte (che Accorinti puntasse a questo non ne avevo dubbi!). In pratica, dovendo effettuare una traversata dovremmo attendere qualche decennio affinchè Franza e/o le FFSS rendano ecologiche le proprie imbarcazioni oppure il Comune fornirà delle imbarcazioni a remi?

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  5. Meno male che c e Napoleone….

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