Limosani e David: Le Città Metropolitane da "benificiarie" a protagoniste

Limosani e David: Le Città Metropolitane da “benificiarie” a protagoniste

Limosani e David: Le Città Metropolitane da “benificiarie” a protagoniste

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venerdì 23 Giugno 2017 - 04:50

"La nuova fase delle politiche regionali parte dalle Città Metropolitane e dallo spazio che sapranno conquistarsi- si legge in una nota congiunta di Michele Limosani e Piero David- Ma il ruolo dovrà essere non più solo quello di chi riceve i fondi, quanto di chi sa progettare e attuare gli interventi"

La nuova programmazione 2014-2020 pone al centro delle politiche regionali le città metropolitane. Le città, infatti, sono i principali incubatori di innovazione e sviluppano tutte quelle produzioni innovative (tecnologia, industria culturale, design) che permettono ad un territorio di essere competitivo nell'economia globale. Il 75% della popolazione europea vive nelle aree urbane e i momenti di programmazione e di indirizzo strategico dell’attività economica riconoscono alle città un ruolo insostituibile di promozione e coordinamento. Per queste ragioni è nata l'Agenda Urbana europea che individua le grandi priorità urbane sulle quali investire (ricerca e sviluppo, sostenibilità energetica, occupazione e inclusione sociale, formazione di capitale umano). Un’ agenda che consente alle amministrazioni cittadine di essere direttamente coinvolte nell'elaborazione delle strategie di sviluppo e che ha stabilito risorse specifiche del Fondo europeo dello sviluppo regionale (FESR), il 5%, per raggiungere gli obiettivi assegnati. Ma con la stessa logica sono stati pensati anche il PON Metro, che ha destinato circa 100 milioni di euro alla città metropolitana di Messina, il Pac Metro -26 milioni di euro alle città metropolitane di Messina e Reggio Calabria- ed il Patto per Messina dove si prevedono investimenti per circa 400 milioni di euro su tutto il territorio provinciale. In Europa 2020, quindi, le città metropolitane sono i nuovi soggetti della programmazione e rappresentano il livello decisionale migliore per lo sviluppo dei servizi urbani. I nuovi strumenti prima richiamati rappresentano certamente una discontinuità rispetto al passato nella definizione del ruolo di motore del proprio sviluppo da parte delle città metropolitane. Va fatto, tuttavia, un ulteriore passo avanti per ottenere interventi efficaci e rapidi nelle grandi priorità urbane e creare occupazione nei servizi innovativi. Le amministrazioni metropolitane non devono limitare il proprio ruolo a quello di “beneficiario” di un progetto, come è avvenuto, ad esempio, fino adesso con PO FESR, Pon Metro e Patto per Messina; ma deve essere riconosciuta loro una forte responsabilità anche nella progettazione e nell'attuazione degli interventi. Le città metropolitane, in sostanza, dovrebbero essere poste, dall'amministrazione regionale, nelle condizioni di "gestire" direttamente parte dei fondi del PO FESR loro destinati. Lo strumento esiste, ed è quello della "Sovvenzione globale", previsto dal regolamento FESR (articolo 123, paragrafo 7, Reg. 1303/2013); una soluzione per l'attuazione di iniziative di sviluppo regionale spesso adottata nei programmi comunitari per superare gli ostacoli burocratici che rallentano le procedure di finanziamento. Con tale strumento potrebbero essere affidate alle città metropolitane non solo le risorse per gli interventi ma anche quelle per l'assistenza tecnica nella gestione dei fondi, non appesantendo così l'attività delle amministrazioni locali.

La nuova fase delle politiche regionali, pertanto, parte proprio dalle città metropolitane, dallo spazio politico che sapranno conquistarsi e dalla consapevolezza dell'amministrazione regionale che un decentramento dell'attuazione dei programmi comunitari che abbia come soggetto di riferimento le stesse città metropolitane può essere l'occasione per raggiungere più facilmente i target di spesa, responsabilizzare le classi dirigenti locali ed innescare in tempi rapidi e più efficaci un percorso virtuoso di sviluppo innovativo e sostenibile per i territori urbani siciliani.

Michele Limosani

Piero David

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