Dopo le reiterate proteste dei giorni scorsi dei lavoratori impegnati nel progetti dei “cantieri di lavoro” e l’intervento della Cgil, ieri l’assessore al lavoro Melino Capone si è impegnato a pagare le giornate di lavoro già effettuate entro venerdì prossimo. “Sono 81 i disoccupati che a Messina stanno lavorando con il progetto dei Cantieri di lavoro dallo scorso 23 maggio ma da allora non hanno ancora ricevuto alcun pagamento- spiega Daniele David della Fillea Cgil di Messina- . Se poi sommiamo la questione della consulenza, tutta questa vicenda appare uno schiaffo al progetto stesso dei cantieri di lavoro”. Nati da un progetto dell’Assessorato regionale alla famiglia, i cantieri di lavoro prevedono l’impiego di disoccupati regolarmente iscritti all’ufficio di collocamento, per la realizzazione di piccole opere pubbliche e con un compenso medio di 600 € al mese (5 € l’ora). “Nati per supportare disoccupati, a Messina hanno finito per partorire l’ennesima consulenza da 22.000 € mentre i lavoratori a distanza di oltre due mesi non hanno ancora percepito un centesimo”, osserva David. Ma sulla questione più generale dei cantieri la Cgil, insieme alla Fillea, attraverso la responsabile del Dipartimento mercato del lavoro Isella Calì interviene: “La totale assenza di una governance nell’organizzazione dei cantieri, caratterizzati da inefficienze, improvvisazione e mancata programmazione, ha fin qui prodotto la negazione dei diritti dei lavoratori, il perdurante sventramento del centro della città e l’ipoteca su futuri progetti simili. La nostra organizzazione – prosegue Calì- aveva, già ai primi di giugno, sollevato il problema della organizzazione e della gestione dei cantieri sia sul versante dell’impiego dei lavoratori sia su quello dell’implementazione delle figure specializzate indispensabili al corretto proseguimento dei lavori. Il mancato confronto fin dall’avvio dei lavori ha aggravato le criticità che adesso rischiano di paralizzare definitivamente i cantieri”. Una critica che spinge la CGIL e la FILLEA Messina a chiedere all’Amministrazione l’apertura di un confronto di merito al fine che i limiti quanto fin qui emersi possano essere superati, soprattutto alla luce di una possibile variante progettuale.