Salva-Comuni, i 40 milioni di euro della Regione sono più vicini

Salva-Comuni, i 40 milioni di euro della Regione sono più vicini

Danila La Torre

Salva-Comuni, i 40 milioni di euro della Regione sono più vicini

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martedì 22 Gennaio 2013 - 21:52

La notizia trapela direttamente da Palazzo D’Orleans, a conclusione di una seduta di giunta terminata poco prima delle 22. Prime anticipazioni sul piano pluriennale di riequilibrio trasmesso al commissario Croce

Ancora poche ore di attesa e l’assessore regionale al bilancio Luca Bianchi firmerà il decreto di ammissione al salva-Comuni per Palazzo Zanca. La notizia trapela direttamente da Palazzo D’Orleans, al termine di una seduta di giunta terminata poco prima delle 22. I 40 milioni di euro stanziati dalla Regione per venire in soccorso del Comune di Messina adesso sono più vicini, almeno formalmente, perché per vederli materialmente in cassa bisognerà attendere che l’iter giunga a conclusione .

Il ragioniere generale del Comune, Ferdinando Coglitore, fa sapere che dalle somme regionali in arrivo in città dipende il patto di stabilità 2012, il cui monitoraggio dovrà essere completato entro i 31 gennaio. «Il rispetto del patto è vincolato ai 40 milioni di euro» , ha spiegato, infatti, il dirigente questa mattina.

Coglitore ha, poi, enunciato qualche piccola anticipazione sul piano pluriennale di riequilibrio previsto dal Salva-comuni varato dal Governo nazionale, che destinerebbe a Messina un fondo da 50 milioni, indispensabili per scongiurare il dissesto. Nel documento, che è già stato consegnato al commissario straordinario Luigi Croce, i debiti certificati in fase di ricognizione ammontano a 70 milioni di euro, 10 milioni in più di quelli certificati sino a qualche mese fa dall’Area economica di Palazzo Zanca ma molti meno rispetto a quelli “denunciati” da Croce e dai suoi esperti alla Corte dei Conti, che superavano i 200 milioni di euro. Il rischio è che anche per il piano pluriennale ricominci il balletto di cifre che ha caratterizzato il lungo e travagliato percorso che ha portato all’approvazione del bilancio di previsione 2012, votato dal Consiglio comunale in zona Cesarini, cioè il 31 dicembre , qualche ora prima della mezzanotte.

Tornando al piano di riequilibrio, il ragioniere generale chiarisce, inoltre, che il risanamento finanziario del Comune di Messina si fonderà sulle entrate che l’ente conta di incassare nei prossimi anni attraverso le imposte locali, Imu e Tares su tutte. I dettagli del piano saranno resi noti solo dopo il via libera da parte di Croce, che potrebbe decidere di impartire direttive e sollecitare modifiche. Il documento dovrà essere approvato dall’Aula entro i 27 gennaio ed arrivare il 13 febbraio all’attenzione del Ministero dell’Interno e della Corte dei Conti . (DLT)

7 commenti

  1. “[…] il ragioniere generale chiarisce, inoltre, che il risanamento finanziario del Comune di Messina si fonderà sulle entrate che l’ente conta di incassare nei prossimi anni attraverso le imposte locali, Imu e Tares su tutte”.

    Qui si continua a sostenere che si possano mettere a posto i bilanci comunali con la preveggenza.
    Dimenticando che è stato proprio per lo stesso motivo che siamo arrivati a questo punto.

    Repetita iuvant.

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  2. mi sembra che i numeri non tornino… 70 milioni di debiti (tenendo conto delle partecipate) mi sembrano pochini… vedremo.

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  3. Che ” I 40 milioni di euro stanziati dalla Regione per venire in soccorso del Comune di Messina adesso sono più vicini,” ci rallegra ma che “Nel documento, che è già stato consegnato al commissario straordinario Luigi Croce, i debiti certificati in fase di ricognizione ammontano a 70 milioni di euro, 10 milioni in più di quelli certificati sino a qualche mese fa dall’Area economica di Palazzo Zanca ma molti meno rispetto a quelli “denunciati” da Croce e dai suoi esperti alla Corte dei Conti, che superavano i 200 milioni di euro” ci preoccupa, e non poco, dato che ciò potrebbe significare che i debiti delle partecipate, inclusi quelle dell’Atm non rientrano, giustamente, fra quelli censiti, non trovando, di conseguenza visibilità nel piano predisposto dai dirigenti comunali.
    E’ stato detto, scritto e commentato ma nessuno ne ha fatto credito che, per legge, i debiti delle partecipate, e quindi dell’Atm in particolare, che concorrono nella determinazione della “perdita di esercizio” evidenziata nello “Stato del patrimonio” potrà formare oggetto di certificazione da parte dei competenti uffici comunali solo successivamente che il “Bilancio consuntivo” dell’esercizio di riferimento dell’azienda di riferimento sarebbe stato approvato dal Consiglio Comunale. Voglio ricordare che il sindaco on. Buzzanca nel 2009 prima diede l’incarico di allineare la contabilità dell’Azienda con quella finanziaria dell’Amministrazione Comunale, operazione, di “tronco” sospesa su suggerimento di qualche esperto di Sua fiducia che, a mio parere, si rilevò, per l’occasione, un cattivo “suggeritore” dato che l’Azienda è tornata al precedente sistema contabile che si concretizzò con la redazione del “Bilancio d’esercizio 2009” redatto similmente a quelli relativi agli esercizi precedenti, e cioè utilizzando il sistema contabile “economico finanziario” puro, come se l’Atm fosse una azienda privata, e non quello “finanziario, economico patrimoniale, come per le aziende pubbliche Per maggiore garanzia il sindaco chiese che detto “Bilancio di esercizio 2009”, che riassume nel “Conto del patrimonio” anche i risultati delle gestioni precedenti, fosse “certificato” da una primaria società di revisione, facendo ricadere la scelta sulla S.r.l. Crowe Horwath la quale “non certificò” il “bilancio di esercizio 2009” dell’ATM, scrivendo, nella relazione inviata, a pagina tre, punto sette, dettagliatamente, “In considerazione della rilevanza dei rilievi e delle incertezze descritte nei precedenti paragrafi, tenendo anche conto delle possibili rettifiche connesse, non siamo in grado di esprimere un giudizio sul bilancio d’esercizio dell’Atm Azienda Trasporti Messina azienda speciale al 231/12/2009” Questo è stato il parere della primaria società di revisione contabile il cui costo, pare, sua stato di e 120.000.,00 che sconfessa il “suggeritore” del Sindaco e da ragione a chi ha sostento che i conti dell’Atm erano da rivedere e che i bilanci di esercizio dal 2003 e successivi erano da rottamare. Ciò rafforza il concetto che i debiti delle partecipate devono, prima di essere sottoposti al vaglio del Consiglio Comunale, essere rivisti, e controllati. Tale operazione ebbe inizio nel 2009 e poi sospesa, allontanando dal lavoro che vi stava provvedendo, a titolo gratuito. Adesso non ci sono alternative, occorre ricominciare daccapo, anche se è, veramente, troppo tardi. ma questo perché chi ci ha amministrato si è fatto abbindolare dal consenso che, guarda caso, poi non c’ è stato, invece di preoccuparsi della regolarità di ciò che amministrava. Adesso, per una negligenza del passato, anche se recente, veramente, le partecipate potranno decidere le sorte del Comune di Messina.

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  4. Questa volta se il piano di rientro dovesse risultare “non veritiero” equilibrato e sostenibile andremo in tanti alla procura generale della corte dei Conti, nella qualità di cittadini che sono “parti lese”!
    Siamo in attesa di leggere il documento di programmazione e di capire se si vuole continuare a vedere strisciare la Città anche negli anni futuri tra incongruenze, mancati pagamenti, bugie ed artifici contabili o se una volta per tutte è venuto il tempo di fare le cose serie con chiarezza.
    Infine ma vi pare logico pensare che il Rag. Gen.le Coglitore autore della crisi finanziaria del Comune, di un balletto di cifre e di interpretazioni normative a dir poco fantasiose, sia la persona a cui affidare la realizzazione del piano di risanamento dell’Ente?? Commissario Croce, Presidente Crocetta, amici del Megafono, politicici di Messina non credete che l’argomento vada trattato urgentemente e possa rappresentare un segnale importante….??? I colpevoli del crack come si intende perseguirli???

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  5. sig.saja di sicuro lei si “rallegra” dei 40 milioni di euro..gli stessi che secondo le sue normative non sarebbero mai dovute arrivare.
    per il futuro non le chiedo ottimismo, sarebbe troppo ma di verificare prima di scrivere,per non essere poi smentito dai fatti.
    buona giornata.

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  6. Sotto l’aspetto tecnico ha ragione Saja, non è possibile redigere un piano di rientro dai debiti se le aziende partecipate del Comune di Messina non presentano “tutte” i propri bilanci consuntivi e non si provvede ad approvarli inserendo così le perdite reali nel piano di rientro pluriennale del Comune.
    Altrimenti tutto sarà vano e la Corte dei Conti non potrà far altro che rigettare il piano per palesi violazioni di norme imperative!
    Personalmente ho l’impressione che si giochi solo a prendere tempo ed a fare espletare le elezioni politiche senza troppe turbative per poi scaricare a maggio sul prossimo Sindaco tutte le responsabilità…. Intanto corrono gli interessi passivi ed i piani di ristruttarazione delle partecipate non decollano. Luigi

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  7. Esatto. Mi sta bene andare alla Procura generale della corte dei conti che aprirà una vertenza, ma nello stesso tempo dovremmo fare tutti una class action contro le amministrazioni Sinatra, Genovese e Buzzanca. Noi cittadini siamo quelli che abbiamo subito i danni da queste inettitudini ed inefficenze di tali personaggi.

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