Il palagiustizia satellite nell’ex Ospedale militare. Intanto, fondi “congelati” e scelte ancora rinviate

Il palagiustizia satellite nell’ex Ospedale militare. Intanto, fondi “congelati” e scelte ancora rinviate

Danila La Torre

Il palagiustizia satellite nell’ex Ospedale militare. Intanto, fondi “congelati” e scelte ancora rinviate

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martedì 06 Maggio 2014 - 15:26

Il deputato del Nuovo Centrodestra Garofalo fa sapere che entro la prossima settimana si terrà incontro decisivo a Roma. L’ultima decisione vera in merito al secondo tribunale risale all’8 febbraio 2013. Da allora si è sviluppato un dibattito infinito ma tutto è rimasto fermo dal punto di vista amministrativo

Se l’ipotesi Casa dello Studente sembra ormai definitivamente archiviata, prende corpo ed incassa consensi la proposta di realizzare il secondo palazzo d Giustizia nell’Ex Ospedale militare.

Il deputato del Nuovo Centrodestra Vincenzo Garofalo fa sapere che entro la prossima settimana si terrà incontro decisivo, a Roma, in merito alla possibilità di allocare il palagiustizia satellite nei locali dell'ex ospedale militare, che sorgono sul viale Europa, ad un passo dallo svincolo di Messina Centro.

"Già prima della visita in città del Ministro Angelino Alfano – si legge in un comunicato – avevamo proposto questa come la soluzione più idonea a mettere d'accordo tutti in quanto l'ex ospedale militare è facilmente raggiungibile e non troppo distante dal Tribunale. Su questa ipotesi abbiamo continuato a lavorare dopo la visita di Alfano in città”.

In questa direzione, la settimana scorsa continua Garofalo- ho avuto un incontro importante al Ministero per discutere del percorso da intraprendere, qualora si dovesse convergere su questa soluzione come pare oggi, e nei prossimi giorni avremo risposte definitive in merito. Siamo consapevoli dell'importanza del tema e della necessità di scegliere in tempi rapidi una soluzione per dare, da un lato, respiro al settore della Giustizia in città e, dall'altro, consentire all'amministrazione comunale di risparmiare i quasi due milioni di euro che ogni anno paga per l'affitto di locali".

Attualmente, infatti, il Comune di Messina sborsa ben 1,8 milioni di euro all’anno per l’affitto dei locali da adibire ad uffici giudiziari (vedi correlato). Un vero e proprio salasso per le asfittiche casse comunali, a dispetto di un cospicuo finanziamento concesso dal Ministero, nel 1995, proprio per realizzare il secondo tribunale. Palazzo Zanca continua, infatti, a tenere “congelati” 14 milioni di euro, che aspettano solo di essere spesi, per chiudere finalmente una vicenda infinita. L’ultimo atto del Consiglio comunale sul secondo Palazzo di Giustizia è datato 8 Febbraio 2013, quando ancora a capo del Comune c’era il commissario straordinario Luigi Croce. Con la delibera 10/C, i consiglieri del tempo tentarono di sanare le illegittimità evidenziate dal Cga (vedi correlati) in seguito al ricorso presentato da una delle società che avevano partecipato alla gara indetta nel 2009 dall’amministrazione Buzzanca dopo anni di impasse. Da allora più nulla.

Il reggente Croce, il primo a pensare all’ipotesi Casa dello Studente, fece trascorrere tempo prezioso per arrivare alle elezioni senza prendere alcuna decisione e lasciando tutto nelle mani del suo successore. Da quasi un anno, nello scranno più alto di Palazzo Zanca siede Renato Accorinti. Undici mesi in cui tutto è rimasto immobile, come dimostra il fatto che ancora non è stata neanche individuata la soluzione ideale. Inizialmente, la giunta Accorinti sembrava favorevole a sposare la soluzione Casa dello Studente ed aveva avviato il confronto con tutte le parti in causa, Università, Corte d’appello e Ordine degli Avvocati; poi qualcosa le fece cambiare idea e dirottò prima sull’ex Ospedale Margherita e poi sull’ ex area militare di Bisconte, incontrando però numerose resistenze . Adesso l’amministrazione sembra orientata verso la soluzione ex Ospedale militare, già oggetto di una vecchia delibera portata in Consiglio nel 2011 dall’allora consigliere comunale del Pdl Roberto Nicolosi.

Sarà la riposta definitiva? “La possiamo accendere?” avrebbe detto un famoso presentatore in un noto quiz televisivo. Troppo presto per dirlo, perché l’iter da seguire per avere le autorizzazioni dal Ministero della difesa sarà tutt’altro che facile e breve. Ma, in fondo, dopo aver aspettato 20 anni, mese più mese meno…

Danila La Torre

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