Ridimensionate le strutture riabilitative per la salute mentale. L'allarme della Cisl

Ridimensionate le strutture riabilitative per la salute mentale. L’allarme della Cisl

Ridimensionate le strutture riabilitative per la salute mentale. L’allarme della Cisl

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venerdì 27 Maggio 2016 - 07:08

La Funzione Pubblica del sindacato: «Sulle gare espletate emergono forti criticita’. A rischio servizi, qualita’ dell’assistenza e posti di lavoro»

La Cisl Funzione Pubblica torna alla carica sulle StAR, le strutture abitative riabilitative, che l’Azienda Sanitaria di Messina ha deciso di ridimensionare sia in termini di servizi che di operatori. Il sindacato sottolinea il ruolo importante di strutture che si occupano di trattamento residenziale per soggetti con patologie psichiatriche, istituite nel 2000, e che hanno dato vita ad un’esperienza innovativa e di documentata ed indiscutibile efficacia.

Sono 14 le StAR su tutto il territorio provinciale di Messina gestite in forma pubblico–privato, con 84 posti letto e con circa 100 unità di personale impegnate ma in base alle condizioni poste con le nuove gare e i capitolati di appalto c’è il serio rischio di perdere una consistente quota di posti lavoro e, soprattutto, un decremento della qualità assistenziale.

«Le StAR del Dipartimento di Salute Mentale di Messina costituiscono, ad oggi, una valida ed efficace risposta ai bisogni di salute espressi da persone con patologia psichiatrica grave – sottolinea il segretario generale della Cisl Funzione Pubblica di Messina, Calogero Emanuele – Gli indicatori di verifica di queste strutture, quali durata media della degenza, percentuale ospiti provenienti da degenza del Servizio di Prevenzione di Diagnosi e Cura, percentuale di ospiti dimessi e reinseriti a domicilio, risultano fortemente positivi nelle esperienze della StAR».

Per la Cisl Fp, la decisione dell’Asp di Messina è in controtendenza alle indicazioni fornire dalle leggi nazionali e dai decreti assessoriali del 2009 e del 2012 che incentivano e promuovono le residenze di piccole dimensioni ed i contesti sociali di partecipazione comunitaria quali luoghi in cui progettare e costruire dispositivi terapeutici di sostegno all’abitare e realizzare il coinvolgimento dei familiari anche attraverso la terapia multifamiliare e di comunità.

«Purtroppo – oggi registriamo che l’Azienda con le nuove gare ha proceduto alla drastica riduzione del personale di assistenza, mantenendo solo un’unità nelle 24 ore, diminuendo il numero e l’impegno orario delle unità lavorative che sino ad oggi sono state impegnate nelle 14 strutture.

Da oltre un anno l’Azienda aveva messo occhio a questo incomprensibile ridimensionamento, nascondendosi dietro una razionalizzazione della spesa e utilizzando come modello quello delle CTA (Comunità Terapeutiche Assistite) che, nei fatti, con atti e documenti alla mano, comporterà una lievitazione della spesa. C’è anche da valutare come l’aggiudicazione della gare nei 7 lotti sia avvenuta in maniera disomogenea, con ribassi per 6 lotti che va dal 3 al 9 per cento, mentre per il solo lotto di Messina si registra un ribasso dell’aggiudicataria pari al 28 per cento che rischia di compromettere la qualità del servizio e soprattutto gli impegni come da capitolato d’appalto, al netto dei ricorsi in essere dei ricorsi presentati in quanto si sarebbero registrate delle incongruenze e delle anomalie in sede di gara che potrebbero portare anche all’annullamento delle gare».

Con l’affidamento definitivo disposto dall’Azienda, la Cisl Fp è pronta a far valere ogni ragione chiedendo da subito il confronto con le Società e le Aziende affidatarie perché vengano garantiti i livelli occupazionali ma anche la qualità del servizio e del trattamento dei lavoratori.

«C’è assolutamente bisogno che l’Assessorato Regionale alla Salute emani al più presto gli standard per queste strutture, che fino ad oggi, nonostante la comprovata efficacia, vengono sconosciute nonostante rappresentino un’auspicabile soluzione riabilitativa residenziale come da indicato dalla normativa nazionale e regionale tuttora vigente», ha concluso Calogero Emanuele.

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