Formazione, Crocetta: "I dipendenti che hanno un conflitto d'interessi vanno licenziati"

Formazione, Crocetta: “I dipendenti che hanno un conflitto d’interessi vanno licenziati”

Rosaria Brancato

Formazione, Crocetta: “I dipendenti che hanno un conflitto d’interessi vanno licenziati”

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sabato 26 Ottobre 2013 - 15:57

Dopo gli ultimi scandali che hanno riguardato gli Enti di formazione Crocetta annuncia nuove norme anche per i dipendenti regionali con un conflitto d'interessi: "in questi casi vanno licenziati".

Il Presidente della Regione torna sulla vicenda Formazione ed annuncia una delle nuove regole che sarà inserita nella riforma del settore, dopo le inchieste che da Palermo a Messina, passando per Catania, hanno scandito l’ultimo anno.

“L'ennesimo scandalo che coinvolge altri due enti- ha dichiarato Crocetta- conferma la linea di chiarezza e pulizia scelta dal governo regionale, da me e dall’assessore alla Formazione Nelli Scilabra. Stiamo lavorando alla nuova legge che consentirà il superamento degli enti".

Stando alla normativa all’esame della giunta regionale è il sistema degli Enti di formazione a non aver funzionato e in attesa della delibera sull’antiparentopoli, congelata dopo lo stop del Commissario dello Stato, si stanno ipotizzando divieti che riguardino direttamente i dipendenti, che nel frattempo sono stati inseriti nell’Albo regionale della formazione.

"Rispetto alle misure da intraprendere nei confronti di dipendenti regionali coinvolti – affermano il presidente e l'assessore – non si possono balbettare timide misure. Dalle denunce emerge chiaramente che diversi dipendenti si trovano in uno stato di conflitto di interessi e incompatibili rispetto a contratti che hanno stipulato e che, pertanto le eventuali misure da applicare, non sono generici strumenti da mettere in campo in questi casi”.

Il governatore ritiene che non basti la rotazione delle persone coinvolte come avvenuto con il resto dei dirigenti sin dai primi mesi d’insediamento della giunta Crocetta.

Servono misure diverse, esistono tutti gli estremi per il licenziamento. Vigileremo – concludono Crocetta e Scilabra -affinché venga rispettato il contratto, la legge e perché sia ripristinata in maniera esemplare la legalità".

Rosaria Brancato

10 commenti

  1. Con quale sussidio dovranno vivere le sorelline più famose del Partito Democratico?
    Organizziamoci per una colletta e per procuraci un’auto per poterle accompagnare alla mensa di S. Antonio.

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  2. Chi sarebbero le sorelline più famose?

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  3. Crocetta, che ha dimostrato la propria incapacità e che sprizza invidia da tutti i pori, dovrebbe cominciare a fare qualcosa di concreto per questa città. Finora ha dimostrato di essere scarso, tremendamente scarso e, quando viene messo di fronte alle proprie responsabilità ed alla deficienza della propria azione di governo, per cercare di recuperare terreno, sposta l’attenzione su argomenti che sa, fanno presa sulla parte più ignorante della popolazione. Caro Crocetta, datti una mossa o fatti da parte. Di venditori di fumo ne abbiamo avuti tanti ma tu, credimi, li superi tutti!

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  4. Al paladino della legalità bisognerebbe fornire un bel libro da leggere la sera per rilassarsi ed erudirsi. Gli consiglierei questo: “Lo Statuto dei Lavoratori”.

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  5. Crocetta dovrebbe cominciare a fare pulizia nel megafono.Partendo dai chi è stato condannato

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  6. Sarà molto dura, il pozzo è senza fondo.

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  7. Povero Crocetta ha provato a mettere mani nel calderone del conflitto di interessi e soprattutto ha parlato di “LICENZIAMENTO” per impiego pubblico e allora si che sono per diabetici, e tutti crocifiggiamo Crocetta 🙂

    ma invece perchè non vediamo in questo famoso impiego pubblico chi fa cosa e chi fa chi, vediamo in quali dipartimenti abbiamo moglie e figli nello stesso organico, e vediamo poi con quali “CONCORSI” (e qui ci sarebbe da scrivere per giorni interi) sono entrati, vedi università e relativo servizio delle iene.

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  8. qualcuno non conosce le sorelline, forse abita a Catania ?

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  9. Cosa c’entra Crocetta, i licenziamenti e l’Università?

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  10. I nomi ed i cognomi di certi personaggi (non persone) sono tabù, altrimenti niente pubblicazione.
    Dire che si sono fatti i “fatti loro” (la ripetizione è d’obbligo per rendere meglio l’idea) in maniera colpevole, colposa, elusiva è reato di lesa maestà.
    Per questo reato la pena prevista è la censura.

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