La Uil attacca lo Iacp: “Gestione non trasparente. Ha affossato le politiche abitative”

La Uil attacca lo Iacp: “Gestione non trasparente. Ha affossato le politiche abitative”

La Uil attacca lo Iacp: “Gestione non trasparente. Ha affossato le politiche abitative”

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sabato 27 Luglio 2013 - 08:49

Dati e cifre su morosità e contenzioso. Anomalie nei bilanci, alte spese legali, finanziamenti revocati. Il lungo elenco del sindacato che propone le soluzioni per riformare totalmente un sistema che sino ad oggi non ha funzionato

La scorsa settimana il dossier sul Risanamento (vedi correlato). Oggi un nuovo rapporto su chi il Risanamento lo gestisce, l’Istituto Autonomo Case Popolari. La Uil Fpl ha più volte portato a conoscenza degli organi competenti, fra cui la Corte dei Conti e gli organi di controllo regionale, la grave condizione gestionale in cui versa l’Iacp, gestione giudicata “foriera di grave danno economico sia per l’Ente che per la collettività”.

La Uil elenca gli esposti più significativi degli ultimi anni:

27 novembre 2008 – la Uil Fpl denunciava la grave crisi finanziaria dell’Ente, situazione evidenziata dallo stesso collegio dei sindaci e dal Consiglio di Amministrazione, dovuta al contenzioso per omesso pagamento di varie imposte con diverse cartelle esattoriali per centinaia di migliaia di euro. Inoltre si evidenziava l’inerzia per il recupero della morosità relativa alle botteghe, che aumentava di anno in anno persino nei bilanci di previsione, e il ritardo per l’approvazione dei bilanci consuntivi. Quello del 2010 è stato approvato a dicembre 2012, con un disavanzo di esercizio di 4 milioni 622mila euro, ma al Dirigente Generale per lo stesso anno è stato riconosciuto il 95% dell’indennità di risultato, con riconferma dell’incarico con l’ennesima proroga. Lo stesso commissario straordinario Giuseppe Laface affermava qualche anno fa che i fondi del risanamento erano finiti, dichiarando anche che lo Iacp aveva esaurito il proprio ruolo e la propria funzione. Già allora la Regione Sicilia nei propri bilanci da più di sei anni non aveva stanziato nessuna somma. In più si ritiene, visti i fatti, che illogicamente lo Iacp riporti dati riguardanti finanziamenti dovuti a leggi regionali che non trovano copertura nei bilanci della Regione. Tutto ciò comporta che la veridicità dei bilanci Iacp sia stata compromessa da tale comportamento, con la conseguenza che non si sia potuta portare avanti in città nessuna politica di sviluppo per la casa. Come possono essere state attribuite – chiede la Uil – enormi quote di salario di risultato ad una classe dirigente così inefficiente? Peraltro, l’Istituto non ha ancora provveduto ad attuare le misure necessarie per il contenimento di tale perdita, che peraltro sono obbligatorie. Il mancato rispetto della normativa circa l’attestazione di copertura finanziaria rappresenta un elemento sostanziale che non solo garantisce la legittimità degli atti, ma dà concretezza all’intervento finanziario. Ci chiediamo: quante sono somme andate in perenzione e quanti miliardi sono ritornati alla Regione? Non solo. Lo Iacp di Messina non è riuscito nemmeno a reperire ed utilizzare altre risorse per la costruzione di case, a differenza di altri Iacp, vedi quello di Trapani, attivo sul fronte dei contratti di quartiere, di progetti con fondi europei, progetti “Anziani anni 2000” e altro. A Messina, le centinaia di migliaia di consulenze annue conferite (600mila euro in media) cosa hanno prodotto se non una morosità di oltre 25 milioni di euro per gli alloggi e diversi milioni di euro per le botteghe e ritardi inammissibili come nei casi delle incompiute di San Giovannello, Villafranca e Saponara? Più che di cattiva gestione si dovrebbe parlare di non gestione: i bilanci non vengono chiusi nei termini di legge, vengono pagate cartelle esattoriali per tasse non pagate, i decreti ingiuntivi ammontano a svariati milioni di euro, impunemente non si pubblicano tutti gli atti all’albo pretorio on-line dell’Ente, come previsto dalla vigente normativa, legge 69/2009. Ma le responsabilità di chi sono? Certamente dei politici che si sono susseguiti alla guida dell’ente, che hanno continuato a mantenere posizioni di privilegio a favore di dirigenti che si sono dimostrati incapaci di coordinare le dinamiche gestionali utili solamente a garantire consulenze esterne ai soliti noti pur in presenza di valide professionalità interne sia tecniche che amministrative e contabili..

Il 26 maggio 2010 la Uil Fpl , visto il perdurare della grave crisi finanziaria sempre dovuta all’inerzia e indolenza della Dirigenza dell’Ente, chiedeva un intervento dell’Assessore Regionale ai Lavori Pubblici affinché individuasse le responsabilità ai vari livelli.

Il 9 settembre 2010 la Uil Fpl lamentava al commissario straordinario pro-tempore dell’Ente le numerose e gravi problematiche irrisolte a causa dell’immobilismo della Dirigenza, che inoltre con continui spostamenti di personale con assegnazione di mansioni difformi dalla qualifica posseduta, aveva alimentato un elevato contenzioso tra lavoratori ed azienda, che ha visto l’Ente spesso soccombere, con condanna alle spese giudiziarie. La Uil Fpl, inoltre, nella stessa nota, denunciava le gravi inadempienze dell’Ente in merito alla mancata trasparenza degli atti adottati ed in particolare le determinazioni dirigenziali, peraltro ancora oggi non tutte pubblicate, in palese violazione della vigente normativa.

– A novembre 2010 il segretario della Uil Fpl ha inviato una lettera aperta al commissario La Face denunciando l’assunzione di un addetto stampa effettuata senza nessuna trasparenza, il reclutamento diretto dei componenti del nucleo di valutazione, ancora oggi in carica, attinti da ambienti politici e sindacali, in spregio ai requisiti di indipendenza e normativi posti a garanzia del buon andamento della pubblica amministrazione, i ritardi nei bilanci, il caos organizzativo causato da una irrazionale gestione delle risorse umane, e chiedendo un’indagine ispettiva. Il commissario, per tutta risposta sulla stampa, aveva bollato come “falsità” le dichiarazioni della Uil, minacciando la querela.

– Il 14 marzo 2011, la Uil, dopo aver inoltrato vari solleciti affinché l’amministrazione revocasse l’incarico fiduciario di addetto stampa, conferito dall’Ente in palese violazione dell’art. 7 comma 6 e 6 bis del decreto legislativo 165/2001, perché non era stata espletata procedura ad evidenza pubblica, ma lo stesso era stato attribuito accogliendo l’unico curriculum acquisito dall’Ente, peraltro inviato contestualmente alla nomina, e senza che peraltro vi fosse previamente esperito alcun interpello interno, segnalava tali fatti alla Corte dei Conti. Inoltre, nella stessa denuncia si evidenziava che l’impegno di spesa non era conforme alla legge in quanto l’approvazione del bilancio di previsione anno 2011 era stato deliberato in mancanza della relazione dell’approvazione del bilancio preventivo anno 2011.

– Il 26 settembre 2011, la Uil Fpl chiedeva la revoca della delibera del commissario Straordinario numero 142 del 24 dicembre 2010, relativa agli atti di selezione per il conferimento di incarico di Dirigente Settore Contabile, procedura effettuata in violazione del divieto di assunzione cosi come previsto dalla Delibera di Giunta Regionale n°221 del 2008,. L’Ente con delibera commissariale numero 90 del 21 novembre 2012 ha dovuto revocare il bando di un concorso già espletato, adducendo come motivazione il divieto di assunzione, con evidente aggravio di spese sostenute dall’Ente per pagare i componenti della commissione, peraltro con compensi ritenuti illegittimi in quanto non conformi alla normativa vigente, con conseguenti danni per i partecipanti al concorso e lo stesso Ente in quanto sono stati proposti anche ricorsi che hanno determinato altre nomine di legali esterni. Successivamente si è arrivati all’assurdo di dover ricorrere al conferimento di incarico di un Dirigente architetto proveniente da altra amministrazione per reggere il settore contabile dell’Ente, sia pure per un tempo determinato. Diminuiscono i dipendenti per via dei pensionamenti e si pensa ad aumentare i Dirigenti.

– Il 26 ottobre 2011 la Regione Sicilia inviava un’ispezione per accertamenti sui fatti denunziati dalla Uil Fpl, affidata all’ing. Lutri, dipendente dell’Assessorato ai Lavori Pubblici. Lutri, dopo avere sentito i rappresentati della Uil Fpl, predisponeva relazione rimasta sin ad oggi sconosciuta. Quali sono stati gli atti successivi degli organi deputati al controllo? Si è evidenziato poi come il Comitato Unico di garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni previsto dalla legge 183/210, che avrebbe dovuto essere costituito entro 120 giorni dalla pubblicazione della legge e quindi entro il 9 marzo 2011, è stato costituito con determinazione dirigenziale numero 236 del 25 ottobre 2012, con oltre un anno e mezzo di ritardo. La normativa prevede che la mancata costituzione comporta responsabilità dei Dirigenti incaricati della gestione del personale da valutare anche al fine del raggiungimento degli obiettivi, responsabilità che gli organi competenti di controllo avrebbero dovuto rilevare già nell’anno 2011 e poi nel 2012, sanzionando i Dirigenti responsabili. Invece nell’anno 2011 il coordinatore generale con delibera commissariale numero 9 del 20 marzo 2012 ha percepito il 100% del raggiungimento degli obiettivi indennità pari a 35mila euro. A tutt’oggi il Comitato costituito solo sulla carta non si è mai riunito e non si sa se l’acqua dell’Istituto sia potabile. Allo Iacp non è stato mai approvato e deliberato alcun bilancio pluriennale, che è obbligatorio e in assenza del quale il bilancio di previsione è nullo.

– Il 13 marzo 2013 la Uil Fpl denunciava alla Corte dei Conti, alla Civit e agli Assessorati Regionali competenti l’assoluta mancanza di trasparenza del sito web dell’Ente, specchio del caos di un’ Amministrazione che continua a violare la “vigente normativa sulla trasparenza, pubblicità degli atti e semplificazione, impedendo di fatto il controllo civico sociale e sindacale cui è finalizzata la normativa sulla trasparenza” “ sì da configurare una gestione che appare non pubblica ma privatistica, senza contare le conseguenze derivanti dall’omessa pubblicazione degli atti in termini di pubblicità legale e di sanzioni per la Dirigenza”. Lo Statuto dell’Ente pubblicato nel sito web è rimasto immodificato da sempre e all’articolo 1 ancora riporta: “L'Istituto Fascista Autonomo per le case popolari per la provincia di Messina con sede in Messina, ha lo scopo di provvedere case alle classi meno abbienti ….”. A tutt’oggi nessun programma triennale per la trasparenza e l’integrità è stato predisposto, e le disposizioni del decreto legislativo 33/2013 sono completamente disattese. Lo stesso Istituto risulta soccombente in diversi contenziosi tributari per un importo di circa 3 milioni di euro.

BILANCI CONSUNTIVI

Il consuntivo 2010 è stato deliberato con un disavanzo di 4 milioni 622mila euro, mentre non è stato deliberato il consuntivo 2011. Il 10 maggio 2005 risultavano ancora non chiusi i bilanci consuntivi degli anni 2001-02-03 e 04; nell’anno 2007 sono stati chiusi i bilanci consuntivi anni 2002-03-04, nell’anno 2008 i consuntivi 2005-06 e nell’anno 2009 il consuntivo dell’anno 2007. Non è dato sapere se siano stati chiusi i consuntivi 2008 e 2009.

La dirigente Giacobbe ha chiuso tutti i bilanci consuntivi con notevole ritardo e non hai mai redatto i bilanci pluriennali. Non si riesce a comprendere come una Dirigente che risulta omissiva negli atti obbligatori della gestione dell’Ente si possa riconfermare come Coordinatore Generale con più di sette proroghe, peraltro non consentite neanche dalla vigente normativa.

SPESE LEGALI

Il Ministero delle finanze ha rilevato con più note che l’Ente risultava moroso per cifre consistenti nei suoi confronti. Da ultimo si è appreso che vi è pendente un contenzioso da 152mila euro nei confronti dell’Inpdap oggi Inps per omessi versamenti dei contributi. Tale vertenza ha visto la nomina di un legale esterno, nella persona dell’ex commissario La Face, che ne è direttamente coinvolto perché riguarda anche la sua gestione.

Ulteriori perplessità genera l’operato del Coordinatore Generale per resistenze in giudizio nei confronti del personale, risultato vincitore di ricorsi con sentenze passate in giudicato cui l’Ente non ha inteso ottemperare. Per dare esecuzione a quanto riconosciuto ai lavoratori, si è dovuto ricorrere al giudizio di ottemperanza ma la Dirigenza non ha dato esecuzione neppure a questo, con la conseguenza che si è dovuto procedere tramite commissari ad Acta nominati dal Tar. Per il contenzioso che ha visto coinvolti quattro dipendenti, solo di spese legali e pareri l’ente ha speso oltre 50mila Euro. L’inerzia della Dirigenza nella pubblicazione della graduatoria delle progressioni economiche anno 2007 in poi, definite solo per alcuni dipendenti a cui sono stati liquidati i relativi emolumenti, perpetua la disparità di trattamento nei confronti di altri aventi diritto e preclude all’ennesimo contenzioso, oltre a ritardare la definizione dell’istituto contrattuale per gli anni successivi, con evidente danno economico per tutto il personale. Il procedimento iniziato con la pubblicazione del bando approvato con la determinazione numero 311 del 28 ottobre 2009 non si è mai concluso. La normativa prevede , art. 2 commi 4 ter e 4 quater della legge regionale n. 10/91 come modificato dall’art. 2 della legge regionale n. 5 del 2011, che la mancata o ritardata emanazione del provvedimento sono valutate al fine della responsabilità dirigenziale, disciplinare e amministrativa nonché al fine dell’attribuzione della retribuzione di risultato e che le pubbliche amministrazioni sono tenute al risarcimento del danno ingiusto cagionato in conseguenza dell’inosservanza, dolosa o colposa, del termine per la conclusione del procedimento.

I Dirigenti dell’Ente, nei ricorsi presentati da loro stessi tramite decreti ingiuntivi, non si sono regolarmente costituiti in giudizio, facendo sì che l’Ente risultasse soccombente nei loro confronti per l’indennità di risultato. Danno economico certo in quanto ha reso inutile ed oneroso la nomina di un legale dell’ente.

Negli anni, l’ufficio legale non è stato potenziato con risorse interne e sono state attribuite svariate consulenze esterne comportando notevoli esborsi di denaro per incarichi legali che non sono mai stati pubblicati né sul sito web dell’Ente né in precedenza all’Albo Pretorio. Vari funzionari sono rimasti (ed alcuni lo sono ancora) per settimane o addirittura mesi privi di assegnazione di pratiche da parte della Dirigenza. E’ stato istituito persino un ufficio biblioteca fantasma , in cui non è mai stato disposto dal Dirigente alcun trasferimento di libri; funzionari muniti di idoneo titolo culturale sono stati allontanati dal Settore Contabile dell’Ente, ed al contrario istituti contrattuali premianti sono stati riconosciuti negli anni pregressi a chi non aveva alcun titolo idoneo.

Recentissima infine la sentenza numero 2489/2013 del 25 giugno 2013 pubblicata nel sito web della Corte dei Conti, con cui a seguito dell’esposto Uil Fpl, la dr.ssa Maria Grazia Giacobbe e l’avv. Giuseppe La Face, sono condannati per colpa grave e conseguente danno erariale in riferimento all’attribuzione di un incarico di addetto stampa a soggetto esterno, definito dall’organo giurisdizionale inutile rispetto alle funzioni assegnate dalla legge all’ente, conferito “a tutti i costi”, pur in presenza di professionalità interna e con provvedimento privo dell’attestazione di copertura finanziaria, con la conseguenza che l’atto è nullo e per quanto disposto dalla normativa “i Dirigenti che li dispongono sono rimossi dall’incarico su iniziativa dell’amministrazione competente”. La dr.ssa Giacobbe e l’Avv. Giuseppe La Face sono stati condannati alla restituzione a favore dell’Istituto Autonomo case popolari di Messina della somma di 16mila 500 euro oltre rivalutazione monetaria, interessi legali e spese processuali.

La Uil Fpl ha già chiesto agli organi competenti la rimozione dagli incarichi (Coordinatore Generale e Dirigente Settore Contabile) della Dirigente in applicazione di quanto previsto in sentenza e ai sensi della vigente normativa regionale , art. 27 comma 1 bis L.R. n. 23 del 23/12/2002 come introdotto dall’art. 50 della L.R. 17/2004 e come richiamato anche nei regolamenti interni Iacp.

URP E LENTEZZE BUROCRATICHE

L’Ufficio Relazioni col Pubblico può contare solo sull’attività di due unità, di cui una part time, mentre sul sito web si legge che l’ufficio è dotato di sei postazioni. Basti pensare che in migliaia di missive inviate all’utenza l’unico numero di telefono da contattare risponde alla postazione di lavoro del funzionario in part-time, con la conseguenza che il telefono squilla ma nessuno risponde.

Varie note sindacali negli anni sono state inviate all’Ente per denunciare il caos e le lentezze di volta in volta determinatosi in importanti uffici come l’ufficio condomini e l’ufficio vendite, determinati dal caos organizzativo e dall’assenza di precise direttive.

BILANCI DI PREVISIONE

I bilanci di previsione sono stati deliberati sempre con notevole ritardo; le note preliminari dei bilanci di previsione anno 2012 e 2013 riportano identici obiettivi per tutti e tre i Coordinatori dei Settori. Appare assurdo che l’obiettivo del settore contabile sia per il 2012 che per il 2013 sia la informatizzazione della gestione inventariale dei beni immobili e mobili, obiettivo che dovrebbe essere consolidato già da anni.

I bilanci degli ultimi due anni sono gli unici pubblicati con qualche allegato. Degli altri non si conosce nulla e dalla lettura degli stessi è pressoché impossibile avere una visione chiara perché non risultano pubblicati gli allegati obbligatori del bilancio. Fino all’anno 2012 non era stato predisposto il bilancio pluriennale. Si fa riferimento al bilancio pluriennale solo nella deliberazione commissariale n 84 del 13 giugno 2013 per l’approvazione del bilancio di previsione anno 2013. Sarebbe interessante comprendere come sia stata effettuata la gestione dell’Ente sino al 13 giugno 2013. Altresì, sarebbe opportuno conoscere il parere reso dai revisori dei conti. Ad oggi non si conoscono gli obiettivi del Coordinatore Generale che peraltro è l’unico dirigente a percepire il massimo della produttività.

FINANZIAMENTI REVOCATI

Emblematiche appaiono da ultimo le recenti revoche di finanziamenti già concessi disposte dalla Regione con decreti assessoriali n. 334 del 12 febbraio 3 n. 852 del 22 marzo 2013 e le cui prese d’atto con deliberazioni commissariali sono pubblicate all’albo pretorio dell’Ente: riguardano il recupero di 30 alloggi in località Bruca di Capo d’Orlando e di 20 alloggi in località Ficherazzi di Raccuja.

Le motivazioni delle revoche consistono nel fatto che alla data del 14 gennaio 2012 lo IACP avrebbe dovuto porre in essere atti giuridicamente vincolanti : avrebbe dovuto aggiudicare la gara, ma di fatto ciò non è avvenuto e ci si è potuti permettere la perdita di finanziamenti già concessi, con le conseguenze che ne derivano per i cittadini e le imprese.

Tutto ciò ha comportato sia il fallimento del risanamento sia la relativa perdita di posti di lavoro nel settore dell’edilizia per la mancanza di opere da appaltare.

LE PROPOSTE DELLA UIL

La riforma degli Iacp deve muoversi in ambito strettamente pubblicistico (le esperienze di gestione privatizzata di beni pubblici hanno comportato negli anni solo ulteriori sprechi di risorse pubbliche, mentre le buone pratiche in materia di edilizia residenziale pubblica, vedi Regione Piemonte, dimostrano che gestioni efficaci possono realizzarsi anche in ambito pubblico).

Diventa improcrastinabile anche alla luce della Legge Regione Sicilia del 14 dicembre 2011 sul Social Housing che offre la possibilità di recuperare e riqualificare aree degradate e di realizzare nuove costruzioni., i cosiddetti alloggi low cost che stanno a metà strada tra le case popolari e quelle offerte dal libero mercato per chi pur disponendo di redditi superiori a quelli che danno diritto all'assegnazione di edilizia residenziale pubblica, non ha la possibilità di acquistare o affittare una casa a prezzi di mercato. Una opportunità straordinaria per la maggioranza della popolazione siciliana: famiglie monoreddito, pendolari, studenti fuori sede, immigrati.

La Regione deve esercitare il proprio ruolo di coordinamento e incisivo controllo ed urgentemente mettere in condizione di operare lo Iacp dando nuovo impulso alle politiche abitative con la riforma, una riforma che elimini le gestioni clientelari di un certo modo di fare politica.

La gestione dell’Ente deve essere improntata alla massima trasparenza, in modo da consentire un controllo civico e sociale sulla gestione. Dati aperti dunque per i patrimoni pubblici e non solo.

Il decreto legislativo 33/2013 impone alle pubbliche amministrazioni la trasparenza e la pubblicazione di dati e informazioni. Si rammenta solo per fare un esempio l’articolo 30: “Le pubbliche amministrazioni pubblicano le informazioni identificative degli immobili posseduti, nonché i canoni di locazione o di affitto versati o percepiti”. Adesso è l’ora di pretendere tutti l’applicazione di queste norme per cambiare rotta.

Urge, inoltre, da subito, una concreta riorganizzazione e riforma dell’apparato gestionale interno improntato alla motivazione e valorizzazione dei dipendenti con principi meritocratici basati sulla competenza; occorre investire nella formazione, mai sino ad oggi attenzionata dalla Dirigenza, affinché si possano attivare procedure che prevedano anche l’intercettazione di nuove risorse economiche finalizzate all’edilizia residenziale pubblica.

Potenziare lo Iacp e le politiche abitative integrandole anche con quelle sociali con l’apporto di tutti gli enti coinvolti in ottica di assoluta trasparenza è prioritario affinché Messina non giunga impreparata all’appuntamento imperdibile fornito dalle nuove opportunità offerte dalla prossima riforma. Le responsabilità hanno nomi e cognomi. Chi non è capace per il bene della città faccia un passo indietro.

Un commento

  1. puzza di bruciato 29 Luglio 2013 09:41

    Certo che parlare di gestione dei privati per l’iacp… arrizzunu i canni!!!!!

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