"La Città Che Vorrei", unione spontanea di cittadini nata dal web

“La Città Che Vorrei”, unione spontanea di cittadini nata dal web

“La Città Che Vorrei”, unione spontanea di cittadini nata dal web

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domenica 24 Febbraio 2013 - 09:50

Da un gruppo di cittadini l’idea di una città nuova, “ fatta di prospettive e di cambiamento,a misura d’uomo con un programma concreto, di progetti a breve e medio termine, focalizzando l’attenzione sui diritti ma anche sui doveri di tutti i cittadini”

Un gruppo spontaneo di cittadini propone un nuovo modello di sviluppo per la città. Di seguito il documento inviato alla nostra redazione.

"In un contesto socio politico di grande affanno, affranti dal declino inesorabile e da un improbabile futuro della nostra città, proviamo ad aprire gli occhi e seguire più da vicino le tristi vicende che da anni la funestano, metabolizzandole razionalmente per immaginare possibili soluzioni che potrebbero sembrare di difficile applicazione ma con un'impegni incondizionato diventare tangibili e possibili. L'unione di menti libere deve favorire il vero cambiamento con coscienza e consapevolezza senza assuefarsi ai soliti logori proseliti di una trita e vetusta generazione politica. I Messinesi attendono una nuova stagione, ma avvertono che il quadro complessivo è quello di una società sofferente, preoccupata, e disorientata per la quale non è ancora stata identificata una chiara meta finale, priva di un tangibile progetto socio-economico. E' questa la fine di un'epoca nefasta e scellerata e la rinascita dovrà passare dall'assunzione di precise responsabilità che per troppo tempo sono state trascurate sia dai dirigenti ma anche dalla stessa cittadinanza.

La nuova Messina avrà bisogno di una spiccata cultura della città e di un'educazione sociale diversa come fonte di sviluppo, nella quale ognuno dovrà fare la propria parte e contribuire attivamente soprattutto nella quotidianità, indebolendo i privilegi che nulla hanno a che vedere con la crescita di una città moderna fatta del coinvolgimento di tutte le classi sociali e di interventi dal basso per ridare alle periferie quel valore perso da troppo tempo e per da ristabilire il vero concetto di comunità. Oggi è fondamentale guardare il valore ed i valori della gente e più che la "forma" è importante la sostanza, più che il "colore" è importante la persona, più che la "fede" sono importanti gli obiettivi. E' questo l'intento de "La Città Che Vorrei", unione spontanea di cittadini nata dal web ed che ha già stilato una bozza di programma per il risanamento e lo sviluppo della città. Abbiamo immaginato una città fatta di prospettive e di cambiamento, l’abbiamo immaginata sostenibile a misura d’uomo con un programma concreto, di progetti a breve e medio termine, focalizzando l’attenzione sui diritti ma anche sui doveri di tutti i cittadini, sull’internazionalizzazione dell’economia e sull’ottimizzazione degli sprechi e cancellando i privilegi delle caste.

Abbiamo immaginato una politica vicina alla gente anche grazie allo snellimento della burocrazia e col supporto della tecnologia web in primis. La qualità della vita come obiettivo principale: attenzione alla persona, politiche della scuola, politiche della famiglie, politiche delle disabilità, politiche di integrazione, partecipazione, riqualificazione ambientale, edilizia sociale, emarginazione sociale e povertà, presidi ospedalieri, verde urbano, sicurezza, illuminazione, il welfare, come pilastro fondamentale favorito da un nuovo sviluppo economico. Certo che un piano strategico di crescita per la città solleva questioni complesse, significa apprestarsi ad impostare e poi risolvere problemi legati ai criteri evolutivi della città stessa, alla stabilità ed alla credibilità nelle istituzioni locali, alle potenzialità reali e funzionali del tessuto produttivo rimasto arido per troppo tempo.

Messina è una città complessa che vive di una sostanziale inerzia pilotata che potrà essere cambiata solo da una nuova e decisa dinamica economica compatta, gestita da un gruppo di lavoro sociale, parallelo e "trasversale" ai percorsi attuali, controllore costante delle trasformazioni e delle tendenze globali e fautore dell'attuazione di una vera strategia di sviluppo a breve e medio termine. Sarà importante creare le condizioni per un'efficace gestione delle iniziative di crescita del sistema economico territoriale, secondo logiche sostenibili, attraverso la valorizzazione ed il potenziamento delle risorse produttive e delle aree esistenti, della promozione di nuove attività e l'adozione di opportuni strumenti operativi e finanziari. Analisi, riflessioni, e progetti per Messina formano l'orientamento de “La Città Che Vorrei” per la strategia condivisa capace di affrontare la questione dei processi di sviluppo del territorio attraverso elementi sostanziali come, la concorrenza, il libero mercato, gli investimenti esteri nei settori nevralgici, la rivalutazione delle politiche agricole e culturali, oggi palesemente e volutamente trascurate dalle autarchiche forze economiche della città.

La Città Che vorrei è una realtà che ha voglia di futuro, è un percorso, sociale e politico da realizzare, ma con una chiara ambizione: più ordine, più equilibri, più stabilità, più legami sociali ma soprattutto più vitalità fatta di uno sviluppo giovane e dinamico, in cui si concentrano le maggiori forze creative come riscatto da vecchie oligarchie ed annose sudditanze."

6 commenti

  1. Bellissimo manifesto! Ma qual è l’indirizzo politico? A chi ci si può rivolgere?

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  2. E’ bello

    sapere che a Messina ci sono persone che la pensano come

    te e amano la citta’ in modo viscerale.

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  3. Lodevole l’impegno ,condivisibili le analisi e le dichiarazioni di intenti. Perché tutto ciò possa avere sbocchi di CONCRETEZZA e FATTIBILITÀ non si può prescindere dall’affrontare e confrontarsi col progetto del PONTE. Un ECO PONTE sostenibile che ci assicuri L’INDISPENSANBILE vantaggio competitivo sul mercato turistico globale molto più avanzato del nostro. Solo se si supera il TABÙ che attanaglia e STERILIZZA ogni buona intenzione dei nostri volenterosi concittadini. La storia ci offre un opportunità unica , quasi un risarcimento dalle drammatiche distruzioni dei terremoti subiti. Il treno ( la tav) per un popolo passa sola una volta. Non salirci comporta RESPONSABILITÀ gravissime di cui dovremo rendere conti ai nostri figli. Senza il valore aggiunto,di marketing a costo zero dell’ ECO PONTE ,ogni progetto industriale ancorche’ corretto, rischia di perdersi nel mare magnum della offerta turistica internazionale che nel frattempo si e’ sempre più specializzata ed evoluta….il mare ,il,porto il sole,il,panorama,il clima, l’arte la storia etc..nel mondo o anche nel solo Mediterraneo ce l’hanno un po’ tutti …anzi…ma IL PONTE. l’ECO PONTE sospeso più lungo del MONDO ce lo avremmo SOLO noi grazie a DIO. Da li potremmo riprogrammare e reinventarci la ” Citta che vorremmo” Buon lavoro ragazzi

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  4. Il ponte…l’eco ponte.
    la taumaturgica panacea di tutti i mali e problemi che affliggono la nostra martoriata città….

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  5. Dice bene Lei : E’ una panacea! Se qualcuno pero’ Lei o qualcun’altro avesse un progetto CONCRETO scientifico migliore indicando pero le risorse insomma un vero businnes plan ‘ ,saremo felici di ascoltarlo .La ” salvezza” della citta sara’ finalmente garantite . Rimaniamo in fiduciosa attesa….

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  6. partiamo invece dalla città che non vorrei

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