Cosa sta succedendo nelle scuole messinesi? Il ritratto delle proteste

Cosa sta succedendo nelle scuole messinesi? Il ritratto delle proteste

Claudio Panebianco

Cosa sta succedendo nelle scuole messinesi? Il ritratto delle proteste

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sabato 17 Dicembre 2016 - 06:06

Quali i percorsi di protesta delle scuole messinesi? Plessi scolastici in movimento, la fotografia dell'agitazione giovanile sul territorio peloritano

Diversi i licei cittadini attualmente occupati, in autogestione o in fase di disoccupazione o in cui lo stato d'agitazione è terminato. Tra tutti sono 4 i complessi scolastici che spiccano nel panorama messinese per l'impatto della loro protesta. Partendo dall'estremo centro città, l'istituto nautico Caio Duilio è autogestito dagli studenti da lunedì, ormai, e la loro manifestazione di dissenso coinvolge lo stato della struttura. Il plesso centrale è infatti insufficiente per accogliere tutti i ragazzi che intendono iscriversi e che sono attualmente iscritti, "Negli anni sono state trovate solo soluzioni momentanee", spiega Marius Enache, rappresentante d'istituto, "e mai una vera e propria realtà che potesse ospitarci tutti. Il nautico di Messina contiene ragazzi provenienti da questa città come anche dalla provincia siciliana o anche dalla calabria, è assurdo non avere un luogo che possa contenerci. Con questa autogestione intendiamo accendere i riflettori sulla questione, provando a trovare finalmente un lieto fine".

Spostandoci quasi in linea, il liceo Ainis, in autogestione da martedì, all'interno delle sue attività ha avviato un'interessante iniziativa. "EcoAinis" è infatti il progetto eco sostenibile avviato dai ragazzi e sostenuto economicamente proprio da loro. I giovani, armati di attrezzi vari, hanno acquistato panchine, fiori ed altri abbellimenti per il giardino interno, in vista dell'open day e del ballo studentesco, occasione con cui si è chiusa ieri la protesta della scuola. "L'autogestione dell'Ainis", dichiara Noemi David, rappresentante della consulta per l'Ainis, "è stata basata sulla visione di vari film, orientamento universitario e dibattiti su tre tematiche vicine al mondo giovanile, quali mafia, con le associazioni "Libera" e "Addio pizzo", violenza sulle donne, con l'avvocato Carmen Currò, e le dipendenze, con la psicoanalista Annamaria Garufi. Ieri abbiamo dedicato la mattinata alla valorizzazione del nostro ambiente scolastico, in particolar modo, le zone esterne ripulendo e potando le piante. Tutto ciò è stato possibile grazie ad una colletta tra studenti che ci ha permesso di acquistare materiali come guanti in lattice, sacchi, cestini. La nostra autogestione si è conclusa con il ballo studentesco, tradizione ormai da quattro anni. Queste attività hanno dimostrato la voglia di fare di noi studenti per una scuola migliore".

Allontanandoci, ma non troppo, dal centro arriviamo al liceo Maurolico che, occupato mercoledì e ieri disoccupato, ha portato avanti una battaglia indirizzata verso la famosa "questione aule" vissuta con il liceo Seguenza e per lanciare un allarme concreto: la struttura presenta delle pecche importanti. Martedì il sit – in per ottenere un incontro con il sindaco Accorinti, poi la risposta non pervenuta e mercoledì la presa di posizione. Si mostra comunque molto coerente il percorso del regio liceo (che ha garantito il funzionamento della segreteria ed il normale lavoro dei docenti per chi volesse), il quale, fatto di conferenze e dibattiti, si è interrotto dopo pochi giorni per un risultato positivo: i ragazzi avranno un colloquio con il primo cittadino per discutere delle varie problematiche, un tavolo tecnico, fissato per lunedì prossimo, che coinvolgerà tutti gli elementi interessati al fine di trovare una soluzione che sia comune e definitiva. Claudio Mazzola, rappresentante d'istituto Mauroliciano, ha riassunto così le sensazioni, "Da tempo abbiamo avviato una ricerca della verità sulla questione, confrontandoci prima con il commissario Romano, lo scorso anno, e poi con il sindaco Accorinti, divenuto gestore della città metropolitana, ma questi incontri si sono sempre risolti in un nulla di fatto. Il Maurolico non è nelle condizioni di ospitare delle classi, il motivo non si identifica in una faida con il Seguenza, inesistente ovviamente, ma nella carenza effettiva di aule. Il piano superiore è inagibile ed altri spazi identificati come possibile soluzione sono laboratori che, se eliminati, danneggiano l'offerta formativa della nostra scuola e, inoltre, le uniche stanze disponibile sono già occupate dagli alunni della Paino e della Mazzini, che ospitiamo da mesi. Avevamo posto l'occupazione come ultima possibilità, abbiamo protestato in piazza e chiesto convocazioni, con questo mezzo abbiamo raggiunto il nostro scopo. Con la riunione di lunedì speriamo prima di tutto di fare chiarezza sul caso, che ci venga detto effettivamente come stanno le cose, così poi potremo lavorare insieme per trovare un lieto fine". Salvatore Varrica, collega di Claudio, ha così espresso il suo parere, molto in sintonia con il compagno di scuola, "Abbiamo occupato dopo che per mesi, nonostante le sollecitazioni, non abbiamo ottenuto risposte certe sul futuro delle nostre aule. La nostra non è una protesta che parte a prescindere con l'occupazione, ma passa da tanti step che abbiamo deciso di fare per evitare l'occupazione, anche se alla fine per necessità è andata così. Abbiamo lasciato i locali dopo aver raggiunto il nostro obiettivo".

Facendo qualche passo indietro, procedendo verso la villa Mazzini, per intenderci, giungiamo alle porte del liceo La Farina, occupato anch'esso da mercoledì, con un occhio attento alle carenze dello stabile e con un "no" deciso alla riforma "buona scuola". Giorni di conferenze, dibattiti, attività e laboratori interamente curati dagli studenti che hanno registrato una massiccia partecipazione (quasi 500 le presenze). Come i cugini del Maurolico, i ragazzi dell'istituto di via Oratorio della Pace non hanno interrotto il servizio didattico per chiunque volesse continuare a far lezione, hanno ottenuto una visibilità totale (il sindacato nazionale dell'Unione degli Studenti ha condiviso la loro battaglia ed i contenuti) ed oggi svolge il suo open day proprio sotto occupazione. "Quest'anno stiamo sperimentando per la prima volta", spiega Nicola Ialacqua, rappresentante degli studenti, "l'attività didattica durante l'occupazione e, in verità, non è così male, anche perché il nostro timore era quello di vedere tante persone salire a fare lezioni piuttosto che seguire i corsi autogestiti mentre è andata al contrario. I corsi sono quelli storici: scrittura creativa, disegno, cineforum, musica, aula studio, dibattiti sull'attualità, autodifesa, ping pong e varie attività sportive. La partecipazione è stata probabilmente fra le più alte nella nostra scuola: più di 370 ieri, quasi 500 oggi. Siamo molto contenti di questa grande partecipazione e, soprattutto, la protesta è molto sentita dai ragazzi che hanno voluto informarsi di più sulle nostre motivazioni".

Risulta ancora in autogestione anche l'istituto tecnico Verona – Trento, con un indirizzo di "scuola innovativa" e con una forte partecipazione della dirigenza. E' terminata ieri invece la protesta del liceo Seguenza ed è completamente sfumata ogni possibilità d'azione del liceo Archimede che, riunitosi giovedì mattina in assemblea, ha spento, prima di accenderlo, qualsiasi spirito di rivolta.

Claudio Panebianco

2 commenti

  1. Non e’ che succeda granche’ … i professori, ovviamente sono presenti perché, in caso contrario non verrebbe loro riconosciuta la giornata di lavoro dal Ministero della Pubblica Istruzione. Insomma sono presenti, ma senza insegnare, interrogare, spiegare. Per loro, insomma è una pacchia. Si ripete il solito giochetto : gli studenti non studiano, e poi, alla fine della festa, i piu’ ignoranti cadono, INESORABILMENTE, sotto il fuoco di fila delle domande alle interrogazioni e dei compiti in classe. Stessa identica, ripetitiva storia che si ripete PUNTUALMENTE ad ogni anno scolastico. Se gli alunni fossero piu’ furbi, questo sarebbe il periodo giusto per riprendersi, studiando, voti migliori. Ragazzi e ragazze … “SVEGLIAAA!!!”.

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  2. Non e’ che succeda granche’ … i professori, ovviamente sono presenti perché, in caso contrario non verrebbe loro riconosciuta la giornata di lavoro dal Ministero della Pubblica Istruzione. Insomma sono presenti, ma senza insegnare, interrogare, spiegare. Per loro, insomma è una pacchia. Si ripete il solito giochetto : gli studenti non studiano, e poi, alla fine della festa, i piu’ ignoranti cadono, INESORABILMENTE, sotto il fuoco di fila delle domande alle interrogazioni e dei compiti in classe. Stessa identica, ripetitiva storia che si ripete PUNTUALMENTE ad ogni anno scolastico. Se gli alunni fossero piu’ furbi, questo sarebbe il periodo giusto per riprendersi, studiando, voti migliori. Ragazzi e ragazze … “SVEGLIAAA!!!”.

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