Mazzarino: "La musica ha bisogno di un'anima. Il Jazz è patrimonio dell'umanità"

Mazzarino: “La musica ha bisogno di un’anima. Il Jazz è patrimonio dell’umanità”

Mazzarino: “La musica ha bisogno di un’anima. Il Jazz è patrimonio dell’umanità”

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venerdì 03 Maggio 2013 - 07:18

Domenica, alle 20.30, al Centro Officina, Giovanni Mazzarino, Riccardo Fioravanti e Stefano Bagnoli Trio con “Songs”, l'ultimo progetto artistico del noto pianista. La proposta musicale è un tributo alla canzone popolare della tradizione americana attraverso la rivisitazione di standard e prevede anche l’esecuzione di composizioni originali

Domenica 5 maggio alle ore 20,30, al Centro Multiculturale Officina, ancora una bella sorpresa per i molti appassionati di Jazz e una splendida occasione per tutti.” Off in Jazz “ prosegue il suo percorso nell’eccellenza della musica siciliana (al tempo stesso internazionale), con uno dei suoi protagonisti più amati e apprezzati e due dei musicisti più significativi e rappresentativi sulla scena nazionale: Giovanni Mazzarino, Riccardo Fioravanti e Stefano Bagnoli Trio con “ Songs” , l'ultimo progetto artistico del noto pianista. La proposta musicale è un tributo alla canzone popolare della tradizione americana attraverso la rivisitazione di standard, e prevede anche l’esecuzione di composizioni originali.

Giovanni Mazzarino, siciliano (e messinese) doc, è uno dei più importanti pianisti e musicisti jazz contemporanei in Italia. Molto noto negli ambienti del genere musicale, il suo nome suscita nei musicisti e cultori, stima e ammirazione. Pur essendo un uomo schivo, si anima e diventa un fiume in piena quando si ritrova a parlare di cultura e tradizioni musicali siciliane, e specialmente di Piazza Armerina dove da tempo ha dato vita a Piazza Jazz workshops & concerts., ovvero l’evento culturale e musicale siciliano più atteso dell’anno per la presenza di artisti e docenti eccellenti, per il Festival, i seminari, gli stages, e l’assegnazione di borse di studio ai migliori talenti in concorso.

Risaliamo alle origini del suo interesse per il Jazz. Sin da piccolo sono stato innamorato della Musica; ho subito il fascino di un’estetica che mi ha accompagnato per tutta la vita. Quando ascoltavo alcuni fra i tanti dischi di mio padre, mi emozionavo. Mi succedeva ad esempio spesso con la Musica Lirica apparentemente lontana dal Jazz! In realtà ciò che mi ha sempre affascinato è la costruzione delle melodie con armonie che ti fanno “muovere” in senso intellettuale, che ti accompagnano in un viaggio intrigante. Il Jazz sotto questo profilo probabilmente è la Musica più ricca. Un altro aspetto che io considero fondamentale nella mia vita artistica è quello dell’attenzione al Ritmo; Nel Jazz il fascino dei disegni ritmici africani e mediterranei e le loro poliritmie fanno di questa espressione artistica l’evento culturale più importante del XX° secolo anche per le sue innumerevoli contaminazioni; non a caso l’Unesco dichiara il Jazz Patrimonio dell’Umanità.

Quali personalità e quale periodo musicale l’ hanno più ispirata? La mia grande ispirazione è stata la Musica del XX° secolo… Il Jazz di certo ha avuto una grande influenza, ma anche la Black Music, che è ancora oggi un punto saldo della mia formazione.

Quali sono state le esperienze più belle ed emozionanti che ha vissuto, che l’hanno colpita e che pensa abbiano contribuito a formarla da un punto di vista musicale? Viaggiare per il Mondo, conoscere personalità eterogenee, usi e costumi di società diverse dalla nostra, tratti culturali e politici lontani dai nostri, è di certo il più grande patrimonio che un musicista, un’artista in genere, possa desiderare. La Musica si studia, teoricamente e tecnicamente, ma tutto ciò ha bisogno di un’anima. La Conoscenza non può limitarsi alla Teoria o piuttosto alla Tecnica Strumentale, elementi importanti ma pur sempre “mezzi”; essi devono essere funzionali per fare “Musica”. Il cammino e l'evoluzione del pensiero musicale corrono di pari passo con il cammino spirituale ed umano del musicista. In tale ottica tantissime sono state le esperienze che mi hanno colpito e formato… posso citare una delle ultime: la frequentazione e la conoscenza della Musica d’autore Latino Americana. Luoghi e Musica di quella meravigliosa Terra mi hanno per così dire folgorato, non a caso ho dedicato proprio a questa Musica il mio ultimo disco intriso di atmosfere “latine”.

Quale percorso didattico consiglierebbe ai giovani che si avvicinano al jazz? Lo studio della Musica intesa come “unica”: conoscere lo strumento, la storia, i suoi periodi musicali che hanno prodotto le varie estetiche. Insomma evitare di cadere nell’equivoco(purtroppo ancora oggi vigente) delle diverse denominazioni: musica colta, musica di consumo, musica moderna, ecc. Altro elemento Fondamentale è l’ascolto di tutta la Musica; e infine la frequentazione degli ambienti dove si può fruire Musica; “ascoltare” contribuisce di certo alla formazione artistica.

Si può definire il Jazz “musica popolare”, o esiste una linea immaginaria oltre la quale comincia a perdere pubblico? Il Jazz, come tanti altri generi musicali, è popolare nella misura in cui le Politiche Culturali di una Nazione, piuttosto che di una Regione o Città, si impegnino in tal senso. Se la Musica Jazz fosse trasmessa nelle Radio h24, o ci fossero programmi televisivi in prima serata che si occupassero di Cultura Musicale con particolare attenzione al Jazz, quest’ultimo avrebbe una popolarità senza eguali. E’ solo una questione di scelta.

Nonostante le difficoltà del Jazz in Italia, ne ha , tutto sommato, una visione positiva? Assolutamente sì. Il Jazz è in ottima salute sono le “vicende e le persone” che si occupano di Jazz che lasciano un po’ a desiderare.

Che progetti ha, attualmente, in cantiere? I miei progetti artistici vanno dal Piano solo al Quintetto. Attualmente mi esibisco in Piano Solo con il progetto “Invenzioni a Due Voci ”, in Duo con il trombettista Dino Rubino il progetto si chiama “Friends”, co -dirigo il Trio "Songs" con Riccardo Fioravanti e Stefano Bagnoli , il mio Quartetto “in Sicilia una Suite” con Max Ionata, Rosario Bonaccorso e Nicola Angelucci (ospitando a volte il fotografo Pino Ninfa e/o il trombettista Fabrizio Bosso); co – dirigo il Jazz in Trio con Steve Swallow e Adam Nussbaum. Di recente formazione il mio Latin Quintet con Dino Rubino, Riccardo Fioravanti e Stefano Bagnoli e con la partecipazione straordinaria di Francesco Cafiso.

Ci racconta il progetto che vede Lei, Bagnoli e Fioravanti protagonisti del concerto di Domenica 5 Maggio a Messina, descrivendone brani e atmosfera? Il progetto artistico “Songs” vuole essere un tributo alla Grande Composizione. Io,Riccardo e Stefano abbiamo individuato dei grandi compositori della Storia della Musica del secolo scorso e abbiamo scelto alcune loro composizioni, le nostre preferite! Il concerto è molto intrigante soprattutto per noi che suoniamo, nel senso che uno di noi introduce un brano e gli altri suonano “quasi senza sapere nulla”… è un viaggio, saliamo sull’astronave e suoniamo per emozionarci ed emozionare.

Nella maturità della sua carriera, può fare un bilancio personale? “ …fatti non foste per vivere come bruti ma per seguir Virtute e Canoscenza” diceva Ulisse ai suoi per bocca di Dante Alighieri. Bisogna fare ancora tanto, ho tanto da esplorare, ancora è presto per fare un bilancio.

I musicisti che domenica lo accompagneranno sul palco :

Riccardo Fioravanti (contrabbasso) scopre presto la passione per il jazz e inizia la sua formazione artistica studiando il contrabbasso al Conservatorio di Milano, mentre si forma in campo suonando interminabili e significative jam session al “Capolinea”, uno degli storici Jazz Club della città. Le sue grandi capacità unite ad un profondo senso artistico, lo conducono in tempi brevissimi a collaborare con i nomi più interessanti del panorama musicale , a cominciare da Giorgio Gaslini, Franco Cerri, Gianni Basso, Renato Sellani, Tony Scott, Gorny Kramer, Enrico In, e molti altri grandi musicisti. Negli anni ottanta suona con i più importanti artisti della musica italiana: Mina, Ennio Morricone, Mia Martini, Enzo Jannacci, Fabio Concato, Antonella Ruggiero, Ornella Vanoni e molti altri che ne apprezzano la passione e la grande versatilità. Dal 2000 si dedica quasi esclusivamente al Jazz collaborando a registrazioni in studio e a concerti con famosi musicisti che ne apprezzano le speciali doti interpretative ed il suono solido e corposo : Enrico Rava, Paolo Fresu, Flavio Boltro, Fabrizio Bosso, Marco Tamburini, Bob Bonisolo, Michael Rosen, Pietro Tonolo, Stefano Cantini, Giulio Visibelli, Piero Odorici, Gabriele Mirabassi, Nico Gori, Sandro Gibellini, Alessio Menconi, Dario Faiella, Riccardo Bianchi, Stefano Bollani, Dado Moroni, Paolo Birro, Mauro Grossi, Andrea Pozza, Stefano Battaglia, Rossano Sportiello, Renato Chicco, ecc… Svolge attualmente, un’ intensa attività didattica.

Stefano Bagnoli (batteria) vanta una considerevole esperienza jazzistica per i trent’anni di attività accumulati al fianco dei musicisti più rappresentativi. Vanta inoltre un’imponente discografia accanto ai grandi artisti del più recente passato ed attuali come Gianni Basso, Renato Sellani, Franco Cerri, Paolo Tomelleri, Carlo Bagnoli, Mario Rusca, Sante Palumbo, Francesco Cafiso, Fabrizio Bosso, Massimo Moriconi, Gianni Coscia, Enrico Rava, Bruno De Filippi, Michael Rosen, Mauro Negri, Bebo Ferra. Notevoli le collaborazioni d’oltreoceano con Clark Terry, Harry Sweet Edison, Buddy De Franco, Johnny Griffin, Cedar Walton, Bob Wilber, Kenny Davern, Miroslav Vitous, Benny Bailey, Jimmy Woode, Tom Harrell, Al Grey, Sir Roland Hanna, Lee Konitz, Ralph Sutton, Slide Hampton, e molti altri straordinari musicisti. Bagnoli, che svolge attualmente l’attività di docente a tempo pieno, è soprannominato “Brushman” quale portabandiera delle “spazzole” in Italia .

Il concerto, che soddisferà le più alte aspettative, è la perfetta continuazione del momento magico che vive la rassegna “Off in Jazz”, reduce dallo straordinario successo della kermesse per l’Internazional Jazz Day del 30 aprile, alla quale hanno partecipato novanta musicisti del nostro territorio e circa cinquecento persone. Lo stesso Mazzarino, intervenuto per testimoniare l’importanza della condivisione e della partecipazione, si è emozionato davanti a quella bella realtà commentando: “Il Jazz, Patrimonio dell'Umanità. Ho provato emozione nel constatare come il Jazz, la Musica a cui ho dedicato tutta la mia vita , ancora una volta sappia solo unire e aggregare…. meravigliosa conferma”

(Antonella Casuscelli)

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