E se avessimo usato sul serio i 3 miliardi di euro della Formazione? Fantascienza

E se avessimo usato sul serio i 3 miliardi di euro della Formazione? Fantascienza

Rosaria Brancato

E se avessimo usato sul serio i 3 miliardi di euro della Formazione? Fantascienza

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domenica 06 Aprile 2014 - 06:26

La formazione in Sicilia ha fagocitato circa 400 milioni di euro l'anno. Facciamo un gioco, usando la fantasia. Considerando gli ultimi sette anni, quelli del boom del settore, si è sfiorata la cifra di tre miliardi di euro. Immaginiamo cosa avremmo potuto fare con quella cifra usandola sul serio: avremmo potuto fare autostrade a sei corsie, ferrovie a binario quadruplo, il Sicul-Disney o il tunnel con Tunisi. Oppure, più banalmente, fare la Formazione sul serio. Ma questa sì che è fantascienza.

L’intero mondo della Formazione in Sicilia, da Mondello a Roccalumera è costato, grosso modo, negli ultimi anni una media di quasi 400 milioni di euro l’anno, in un crescendo rossiniano che di anno in anno ha finito con il raggiungere le note più alte. Se consideriamo solo gli ultimi sette anni, siamo riusciti a sfiorare la soglia dei tre miliardi di euro e pecchiamo per difetto perché ogni giorno si scopre una nuova nefandezza. Il paradiso della formazione è trasversale, ha interessato tutti i partiti ed anche alcuni sindacati. Era diventato il barattolo della marmellata nel quale tutti prima o poi affondavano il dito e già che c’erano l’intera mano. La legge 24 è nata nel 1976 con ben altri principi ed obiettivi, ma è dal 2000 in poi che scoppia una sfrenata voglia di Nutella, e, nel 2002, un intervento dell’allora assessore Stancanelli consente anche alle società di capitale di operare nel settore, dando il via all’assalto al barattolo. Dalla relazione della commissione d’indagine dell’Ars presieduta da Filippo Panarello nel 2012, si scoprono i dettagli: in Sicilia gli enti sono 1600, contro i 564 della Lombardia, nell’isola ci sono 10 mila addetti ai lavori, contro i 3.700 lombardi. Con la differenza che la Lombardia, con un terzo di enti e di personale organizza 38 mila corsi mentre in Sicilia appena 5 mila, con il triplo di enti, impiegati e soldi. In Sicilia opera la metà del personale della formazione di tutta Italia. Oltre il 60% dei 10 mila addetti è stato assunto dal 2000 al 2008, con i picchi massimi nel periodo pre-elettorale, dal 2006 in poi. Ovviamente a tempo indeterminato. Peccato che tra i docenti assunti solo un insegnante su tre ha la laurea, solo il 59% ha il diploma di scuola secondaria, e gli altri hanno il diploma di scuola media o la licenza elementare. Solo 9 corsisti su 100 trovano lavoro coerente con i corsi seguiti, altissima la percentuale di chi si ritira dal corso eppure ogni allievo costa 900 euro. Un successone insomma. E nel 2012 ancora non si sapeva della compravendita di Enti, del mercato dei corsisti, dei finti allievi e via imbrogliando.

Proviamo, con l’aiuto della fantasia a immaginare cosa avremmo potuto fare, per ipotesi, negli ultimi sette anni con oltre tre miliardi di euro, per creare occupazione e sviluppo. Facciamo un gioco aiutandoci con l’ironia.

Ad esempio ci saremmo potuti comprare le isole Eolie, Egadi, Pelagie, Ustica e Pantelleria e trasformarle nel Sicul-Disney, il parco di divertimenti del Mediterraneo con un percorso a tappe e messo in rete, dando così lavoro a migliaia di giovani e meno giovani. Da non perdere la tradizionale parata Disney-sicula nella quale avrebbero potuto trovare posto i nostri politici, che l’abitudine alla parata ce l’hanno nel Dna. Certo,avrebbero tutti voluto indossare il costume della Banda Bassotti e il pubblico si sarebbe chiesto perché non sfila mai Biancaneve, ma insomma, ognuno usa il materiale che ha, mica possiamo fare vestire i nostri eroi da Principi azzurri. Non sarebbero credibili. Con tre miliardi e più di euro avremmo potuto realizzare l’alta velocità in Sicilia, alla faccia di quel tirchio di Moretti, con binario quadruplo e stazioni ultramoderne e il Freccia Giallorossa che supera la barriera del suono e ti fa arrivare a Palermo in 54 minuti. Sarebbero avanzati anche soldi per mettere luci decenti nelle gallerie della Messina Palermo in modo da non avere più la sensazione di guidare su un sentiero spettrale di Marte, unici passeggeri dell’universo. Oppure con i soldi rimasti avremmo potuto sistemare il viadotto Ritiro per evitare che siano i nostri tris-tris-tris nipoti a vedere inaugurato lo svincolo e fare un’autostrada a sei corsie e senza buche, deviazioni, interruzioni. O fare il secondo approdo a Tremestieri resistente al vento, alla pioggia, alle tempeste di sabbia ed ai meteoriti, o ancora spostare in una sola notte il molo Norimberga a Sud con tanto di Cartour. In verità usando sul serio i tre miliardi per lo sviluppo innescheremmo un tale meccanismo da non dover più essere costretti ad essere schiavi dei tir e quindi potremmo piazzare un bel divieto di transito perenne ed assoluto. A questo punto che i camion si prendano altri mezzi per lasciare l’isola e stiano alla larga da noi. Avremmo potuto trattare con Marchionne le quote Fiat, comprarci Termini Imerese per produrre la Trinacria con le ruote e come direttore dello stabilimento ci avremmo messo Landini, così col cavolo che qualcuno osava abbassare gli stipendi dei lavoratori. Ci saremmo potuti comprare l’Alitalia e trasformarla in Alisicula e a bordo avremmo potuto distribuire il succo d’arancia siciliana e i pistacchi di Bronte. E mettere prezzi agevolati per i siciliani costretti ad andare a Torino, Milano, Roma per abbracciare i figli. Hostess, piloti e adetti di ogni tipo scelti senza passare dalle segreterie politiche per evitare di veder precipitare gli aerei subito dopo il decollo. Oppure ci saremmo potuti comprare le Baleari per usarle come Centro studi formazione per imparare a fare turismo vero e con poco (anzi, alle Baleari si fa pure senza niente, senza storia e senza miti, solo col mare e i tanga). Oppure avremmo potuto creare un grande parco archelogico-culturalestorico-paesaggistico nella terra dei greci, dei latini, dei normanni, degli arabi, dei Borboni dopo aver cacciato a pedate raffinerie e Muos per tornare a respirare aria pura e a vedere fiorire i mandorli a febbraio.

Ma c’è una cosa che avremmo davvero potuto fare e non abbiamo fatto: avremmo potuto usare questi tre miliardi di euro per formare i nostri ragazzi. Magari mandarli nelle università e nelle aziende, nelle imprese e nelle botteghe di artigiani. Magari avremmo potuto dar loro un mestiere e non farli scappare. E quei 50 mila giovani che ogni anno lasciano la Sicilia, e quel 50% di laureati che ogni anno cerca fortuna altrove avrebbero avuto un’opportunità di scelta. Magari avrebbero imparato un lavoro, che non è quello di esperto di abbronzatura o avvistatore di incendi o body guard. Magari avrebbero imparato il piacere di guadagnarsi il denaro con un mestiere, l’orgoglio di finire qualcosa, il gusto di ascoltare chi ha davvero da insegnare. Migliaia di ragazzi si sono arresi quando hanno capito che era una truffa, altri mettevano la firma e andavano via, altri non si sa neanche se siano mai esistiti. Ma questa tra tutte le ipotesi è davvero fantascienza. Paradossalmente sarebbe stato molto più semplice, con quei tre miliardi di euro, fare un tunnel Messina-Tunisi in marmo pregiato che non realizzare il sogno di chi, nel ’76 ha voluto quella legge fatta per formare e servita solo per i formatori, per i loro padroni e per i loro portafogli. Peccato, riusciamo a trasformare in veleno anche lo zucchero.

Rosaria Brancato

13 commenti

  1. antonio campanella 6 Aprile 2014 07:58

    Grande!

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  2. La mafia non è sempre e solo terroristi o delinquenza comune. La mafia è uno stato nello stato che una volta riuscivi a isolare solo dopo che aveva vampirizzato quasi tutti come in quei film horror dove ormai avevi perso ogni speranza ma poi tutto finisce bene! Non so perchè in questo momento penso anche a quei film gialli dove il colpevole sembrava sempre il maggiordomo; comunque il maggiordomo è sicuramente corresponsabile!

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  3. Cara Rosaria BRANCATO, il tuo articolo è SPIETATO, come lo è lo SDEGNO dei giovani siciliani, che abbiano perso il loro tempo frequentando la FORMAZIONE PROFESSIONALE. Questo sdegno sta segnando la fine della formazione e dei centri per l’impiego, così come li abbiamo conosciuti fino a oggi. RE SARO Croceta, in questa caso, non ha potuto sottrarsi alla macelleria sociale, ci sono formatori senza stipendio da mesi, da più di un’anno, stipendi oramai perduti per mancanza di risorse finanziarie, le inchieste ci stanno dicendo dove sono finite. Questo sdegno dei siciliani e il passo indietro del sindacato, sia dalla gestione diretta della FORMAZIONE PROFESSIONALE, sia dalla difesa dei formatori, oramai abbandonati anche dai politici, rende forte RE SARO Crocetta e la sua nuova proposta di riforma, di essa sappiamo ben poco. Questa vicenda assomiglia sempre di più al calcio, tutti i siciliani sono allenatori, ognuno ha la sua formazione ideale, una sua proposta di formazione, tu Rosaria hai la tua, ma se tutto fosse più semplice e meno costoso? Sarebbe meglio far funzionare efficacemente gli Istituti Professionali e Tecnici, magari attrezzandoli meglio o incentivando un rapporto continuo, non saltuario, con il mondo produttivo e delle professioni. La mia proposta è un futuro che sia un ritorno al passato, abbiamo dimenticato che fino agli anni settanta abbiamo avuto i migliori operai specializzati d’Europa, e quindi del Mondo.

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  4. I miei complimente per un articolo che dimostra come in Sicilia pur avendo a disposizione ingenti somme, ci sia sempre qualcuno che li prende per se e gli amici degli amici. Avremmo potuto fare tutto quello che ha scritto, ma sopratutto avremmo potuto prendere questi truffaldini e spedirli in un isola deserta del pacifico, ovviamente comprata con i soldi che non hanno rubato. Oppure avremmo potuto assumere un esercito di addetti, regolarmente pagati e messi in regola a prendere a ceffoni tutte le mattine e sere questa gente che ci ha ridotto alla fame. Avremmo potuto fare molte cose con i miliardi che si sono fregati, purtroppo ci resta solo di aspettare che la giustizia facia il suo corso, sperando che almeno quella ci dia giustizia giusta.Un caro saluto signora Brancato

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  5. ogni domenica attendo il suo articolo sempre pungente e ben articolato. Per quanto riguarda il pezzo di oggi, azzeccato e ben congeniato, fa riflettere che in questa isola dove la ricchezza non e’ mai mancata ma e’ stata a dispozione di una parte ristretta dei siciliani, una volta dei baroni, che erano grossi proprietari di sterminate terre e trattavano i lavoratori come schiavi al pari dei proprietari con i loro schiavi di colore nel sud degli stati uniti. comunque essendo stata la Sicilia una terra di conquista ha sempre dato molto agli “ospiti” ricevendo molto poco. Dal dopoguerra la “democrazia” ha preso possesso per mezzo dei politici, che hanno fatto sempre il loro bene e facendo stare questa meravigliosa terra sempre indietro dal resto dell’italia. Con tutti i soldi “persi” potevamo avere una regione al top del turismo mondiale e servita dalla migliore tecnologia e non parliamo delle infrastrutte che avrebbero fatto invidia al resto del mondo. invece putroppo siamo ancora con lo “scecco”. infine guardando a livello nazionale i miliardi li hanno persi tutte le regioni, sicuramente se avessimo avuto in questi decenni una classe politica onesta, efficiente e laboriosa, il popolo italiano sarebbe invidiato dall’intero globo per il suo benessere!

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  6. Cara Rosaria Brancato,
    consenti ad un vecchio ” commentatore” di manifestare forse l’ultima accorata
    indignazione, appesantita da una stanchezza ed uno scoramento divenuto ahimè insostenibile.. nel registrare l’ennesima dimostrazione di inettitudine,
    scorrettezze e ruberie, nelle quali questa classe dirigente politica ha vissuto
    con la complicità colpevole di tanti nostri concittadini.

    Infatti, TUTTI eravamo a conoscenza e conosciamo lo” schifo” che descrivi così brillantemente.

    Sorprendersene adesso però consentimi non e’ serio ed e’ utile forse solo per scatenare l’ennesimo stucchevole teatrino dei Messinesi che si accaniscono contro
    il nemico, il capro espiatorio, l’autoassoluzione di se stessi, il riposizionamento
    politico all’italiana” ed a te probabilmente altre occasioni per l’ennesima “arrabbiatura”. “Certo che mi arrabbio” ma anche ” certo che mi stanco”.

    Un normale cittadino, come il sottoscritto, che da quasi dieci anni denuncia
    il “cancro” del voto di scambio e la “disattenzione” al benessere generale dei cittadini ed al futuro dei nostri figli, registra oggi l’amara soddisfazione di aver profetizzato l’attuale “fallimento” nella quale si trova l’intera nostra comunità .

    Piuttosto, trovo straordinario l’articolo di oggi, perché scopre e rivela in
    modo clamoroso il “virus” che contagia come una nemesi beffarda la realtà cittadina e condanna purtroppo il paziente Messina all’inevitabile “morte” civile, sociale ed economica. Quel virus e’ diventato purtroppo un TABÙ che ha contagiato buona parte della classe dirigente messinese e che come
    i veri tabù sono “incurabili , toccano nervi scoperti ed “emozionali” e rendono sordi alle ragioni della scienza e del semplice buonsenso.
    Sino a quando la città di Messina non avrà il coraggio di affrontare il tabù PONTE DI MESSINA che la storia gli ha assegnato come opportunità UNICA,
    non potrà sperare nella “salvezza”.
    La stessa analisi del brillante articolo odierno ci fornisce un ulteriore prova.
    Infatti, fra tutte le possibili ipotesi di impiego alternativo degli oltre tre miliardi dissipati e sprecati dei fondi per la formazione in Sicilia si sono immaginate le seguenti attività :
    comprare le isole Eolie, Egadi, Pelagie, Ustica e Pantelleria, luci decenti nelle gallerie della Messina Palermo, il viadotto Ritiro, fare il secondo approdo a Tremestieri. le quote Fiat, comprare Termini Imerese, comprare l’Alitalia, comprare le Baleari, realizzare l’alta velocità in Sicilia( con i traghetti?n.d.r) e persino fare un tunnel Messina-Tunisi in marmo pregiato. Bene. Vi dice niente che tra tutte queste immaginifiche anche assurde ipotesi di impiego dei tre miliardi NON è neanche balenato nella fervida fantasia della nostra brava amica giornalista, la realizzazione del PONTE?(con i tre miliardi). Il tabù impone le sue ragioni e costringe alla “censura”od alla” rimozione”psicologica inconscia . Insomma e’ assodato ormai che non solo QUESTO PONTE NON S’HA DA FARE ma NON SE NE DEVE NEANCHE PARLARE neanche come ipotesi di opera assurda e irrealizzabile. Purtroppo però la vera intelligenza libera, de condizionata, PROGRESSISTA ed evoluta culturalmente indica altre strade ed altri percorsi, trascurando le quali i messinesi superstiti continueranno ahimè’ a lamentarsi in eterno, preda della nemesi alla quale la storia si incaricherà di condannarci.
    http://www.lestradedellinformazione.it/site/home/servizi-dinformazione/news/documento2713.html

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  7. Se mi è consentito vorrei inserire qualche “e se” pure io.

    E se gli operatori amministrativi della formazione come il sottoscritto avessero denunciato tutti quei colleghi che non si presentavano al lavoro?
    E se tutti i formatori avessero denunciato tutti quei colleghi che non facevano lezione?
    E se tutti gli allievi non si fossero accontentati dei 4 euro giornalieri e avessero preteso una vera formazione?
    E se tutti i Direttori si fossero rifiutati di firmare i carichi di lavoro attribuiti a personale che non aveva le qualità richieste dal caso?
    E se tutti i proprietari delle aziende dove si effettuava lo stage non avessero voluto come contropartita delle ore di insegnamento e non avessero prestato il fianco a tutto questo marciume?
    E se tutti gli assessori non avessero concesso decreti di aumento di spesa ogni “Santo Natale” per poter pagare il personale in eccesso da loro voluto?
    E se tutti i dirigenti non avessero firmato le assunzioni senza la copertura di spesa?
    E se tutte le aziende non avessero fornito il materiale occorrente per i corsi poichè erano in arretrato con i pagamenti dell’anno precedente?
    E se tutti i genitori dei corsisti si fossero rifiutati di mandare i propri figli in posti dove “perdevano solo il loro tempo”?
    E se tutti voi estranei alla formazione, tra giornalisti e non, che eravate a conoscenza di tutto il marciume presente aveste denunciato tutto?

    Cara dott.ssa Brancato ha visto con questi “e se” che ho inserito io la formazione giusta si sarebbe potuta effettuare, i soldi sarebbero stati spesi nel modo corretto e tanti disonesti sarebbero in carcere o avrebbero perso il loro posto di lavoro ma come vede non è così, nella nostra amata Sicilia siamo bravi a parlare solo “a tavola cunsata” e non quando il caso lo pretende; come nota le colpe omissive sono in tutti poichè tutti sapevamo e nessuno ha fatto niente.
    La formazione professionale ormai è diventata uno stipendificio come tante altre storture del nostro sistema, vorrei solo ricordare che all’interno di tutto ciò esistono anche persone oneste che lavorano e non vengono retribuite e l’unica loro colpa è quella di non avere una valida alternativa lavorativa.

    E SE ANCHE VOI AVESTE PUBBLICATO TUTTO CIO’ CHE IL SOTTOSCRITTO ED ALTRI COLLEGHI AVEVAMO INVIATO ANCHE ALLA VOSTRA REDAZIONE IN TEMPI NON SOSPETTI?

    Grazie di cuore e rifletta su tutto ciò che le ho scritto!

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  8. Sì, carissima Rosaria, pura fantascienza purtroppo…Anche se l’idea dei prezzi agevolati sui mezzi di trasporto per i Siciliani che viaggiano spesso per mantenere vivi i legami familiari mi “intriga” molto;infatti ho sempre detto che siamo i migliori clienti (ma non azionisti) dell’Alitalia, che non tralascia, però, di trattarci a pesci in faccia appena si presenta l’occasione…( Mio figlio recentemente è stato costretto a pagare un solo biglietto all’ultimo momento 434 € per un mero inghippo).
    Comunque io ricordo che negli anni ’60 i migliori e più specializzati muratori, idraulici, elettricisti erano i nostri, che erano molto richiesti in tutta l’Europa e non avevano seguito nessun corso di formazione. Quindi i famosi tre miliardi di € potevano cambiare totalmente la nostra vita trasformando la Sicilia in un cantone svizzero.

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  9. PGIUTTARI,nel suo interessante e pessimistico commento,sposta l’attenzione dalla FORMAZIONE PROFESSIONALE al PONTE SULLO STRETTO,allo scopo di rendere di attualità la contrapposizione,tra i NO PONTE e i SI PONTE.Correggo il costo ad oggi del Ponte,è pari a 8,5 MILIARDI,più del doppio di quello con cui il general contractor Eurolink,capeggiato da Impregilo,ha vinto la gara,cioè 3,9 MILIARDI. 8,5 MILIARDI sono oltre mezzo punto di pil,spesa che non è sostenuta da un piano economico finanziario che ne dimostri la redditività e l’utilità,mentre ben altri sono gli investimenti necessari e urgenti per lo sviluppo del Mezzogiorno d’Italia.Se ricordo bene,la Commissione di Impatto Ambientale,anch’essa formata da tecnici di grande valore,almeno quanto i 39 firmatari dell’appello a pagamento(da chi?) sul Corriere della Sera,lo considerò talmente lacunoso da far avanzare la richiesta,di oltre 200 integrazioni,non sto esagerando,su tutti gli aspetti nodali del progetto definitivo,aspetti strutturali, trasportistici, economico finanziari,geologici, idrogeologici,naturalistici,paesaggistici,relativi alle emissioni atmosferiche,ai rumori e alle vibrazioni,a cui Eurolink non è ancora riuscita rispondere esaurientemente. Ricordiamoci sempre del grande rischio sismico,siamo schiacciati tra la falda africana e quella europea,qui c’è poco da fare le corna,è un dato storico e scientifico.

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  10. Ho sentito l’obbligo di disconoscere la mia decisione di non inviare più commenti, ma un articolo così mirabile, una tantum, mi ha spinto a scrivere solo per dire: COMPLIMENTI ROSARIA!!!!!!!!!!!!!!!

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  11. Queste considerazioni si potevano fare anche prima delle richieste di arresto dei cittadini Genovese e Schirò. I fatti denunciati oggi erano noti a tutti. Per tale motivo io non sono andato a votare al ballottaggio delle elezioni comunali considerando Accorinti la peste e Calabrò l’HIV. Altri che facevano campagna elettorale, oggi moralisticamente pontificano.

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  12. Ah dimenticavo … sempre per Mariedit e i divulgatori delle leggende metropolitane che circolano sul ponte e che si sentono con frequenza ripetere come insopportabili mantra . ..sul rischio sismico e la falda del cavolo. Come e’ ormai assodato scientificamente : il Ponte di Messina, in caso di terremoto devastante oltre il 7 grado Richter sarebbe forse l’unico manufatto e costruzione ” indenne” o resistente al crollo di tutta l’area circostante …Forza allora messinesi, coraggio rifugiamoci tutti sul ponte…. Ma ci si può scommettere…i miei concittadini carissimi accetterebbero di perire pigramente…fatalmente rassegnati piuttosto che AGIRE

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  13. Carissima o carissimo Mariedit….. carissimo il ponte(8,5 mld) non lo è , se rapportato alle decine di migliaia di miliardi di opere progettate e cantierate al nord quasi sempre quelle si INUTILI a differenza del ponte che contrariamente a quanto Lei sostiene rappresenta un volano INDISPENSABILE per lo sviluppo ed il rilancio di Messina e dell’intero meridione abbandonato al suo destino fallimentare. Sorprende e “conforta” l’appassionato impegno di tanti concittadini,come Lei impegnati, come brave massaie di famiglia a far ” risparmiare ” lo Stato.. facendo rivoltare nella tomba il povero Keynes e facendo il gioco di certa stampa del Nord asservita ai poteri forti che convincono i poveri a restare tali per sempre…per ” sparagnare” a senso unico . Si ha il sospetto che Lei in buona fede, dia troppo credito alle , mi scusi , “panzane” anti scientifiche messe in circolazione dai sostenitori dei No ponte. Il “leggero” condizionamento ideologico di cui Lei sembra vittima la induce inoltre a chiedersi candidamente chi ha pagato il modesto costo dell’avviso a pagamento sul Corriere, trascurando di chiedersi chi ha pagato gli ingentissimi costi delle numerosissime pubblicazioni, libri addirittura, trasmissioni TV , WWF , Legambiente, spettacoli NO PONTE che hanno mi creda lavato il cervello agli Italiani ed ai Messinesi più indifesi culturalmente ed emotivamente. Chi ha studiato a fondo e comparato con severo spirito laico scientifico le ragioni dei favorevoli e contrari al Ponte non può che ammettere quanto meno l’utilità di un dibattito pubblico serrato in ossequio al sacro principio liberale del CONOSCERE PER DELIBERARE. Certo se Lei ritiene comparabile il prestigio scientifico accademico dei 39 scienziati firmatari dell’appello con i commissari dell’impatto ambientale…la vedo dura, troppo dura. Significativa infine e’ la sua perifrasi ” mi sembra di ricordare”…No non ci siamo, non si tolleri superficialità ed approssimazioni, il dibattito deve sintonizzarsi su basi SCIENTIFICHE . Insisto, il Ponte e’ diventato un Tabù , dove aspetti psicologici, moralistici, emozionali hanno la meglio su valutazioni obiettive. Purtroppo però non si vuole capire, quello che anche un bambino di 5 anni (innocente) capirebbe facilmente . Messina solo col Ponte sospeso più lungo del MONDO, potrebbe perdere la marginalità improduttiva alla quale e’ realisticamente avviata e riprogettare un futuro ecosostenibile competitivo di tipo industrial-turistico. Tutto il resto e’ fuffa purtroppo. Chi ha la barca all’asciutto non lo capisce o non lo vuole capire. Ma si illude clamorosamente. SIAMO TUTTI SULLA STESSA BARCA

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