Contratto Amam-Comune, Dalmazio in Consiglio comunale: tutto regolare

Contratto Amam-Comune, Dalmazio in Consiglio comunale: tutto regolare

Danila La Torre

Contratto Amam-Comune, Dalmazio in Consiglio comunale: tutto regolare

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lunedì 22 Aprile 2013 - 17:44

L’esperto di Croce ha esposto in Aula le «riflessioni dell’amministrazione comunale», spiegando perché l’atto può essere approvato . Via libera del consiglieri comunali alla richiesta di integrazione oraria per i vigili contrattisti

L’esperto Nino Dalmazio prova a convincere i consiglieri comunali della bontà e regolarità del contratto di servizio tra Comune e Amam, su cui si regge il piano decennale di riequilibrio. Sul documento pesano come macigni i pareri negativi dell’Avvocatura e del Collegio dei revisori dei conti di Palazzo Zanca (vedi correlati), ma nonostante i due pronunciamenti contrari, il braccio destro del commissario straordinario Luigi Croce, facendosi portavoce delle «riflessioni dell’amministrazione comunale», è intervenuto in Aula durante la seduta del Consiglio comunale per spiegare allo sparuto gruppo di consiglieri presenti (erano già le 14 del pomeriggio!) che il contratto è regolare e che quei 15 milioni di euro l’anno che la società che gestisce il servizio idrico dovrebbe versare all’ente sono assolutamente legittimi.

Primo perché la «legge del 2006 sulla gratuità delle condutture, come tutte le leggi, non ha valore retroattivo», secondo perché «non esistono concessioni senza corrispettivo e non c’è scritto da nessuna parte che il Comune ha concesso la rete idrica a titolo gratuito». A questo proposito, l’esperto di Croce ha voluto sottolineare che «in virtù della legge del 2006 gli acquedotti, le reti idriche e fognarie fanno parte del demanio non posso essere dati in proprietà ad aziende private, anche se partecipate». Dalmazio ha, quindi, precisato che «il corrispettivo annuo viene chiesto anche per una serie di immobili, tra cui la sede dell’Amam, e di attrezzature in utilizzo all’Azienda acque» e ha aggiunto che se tutti questi beni immobili «fossero in dotazione all’Amam farebbero parte del capitale sociale, che invece è rappresentato esclusivamente da una somma in denaro».

Insomma, l’ “opera di convincimento” da parte dell’esperto è serrata, ma difficilmente produrrà l’effetto sperato sui consiglieri comunali, che non ne vogliono sapere di approvare un atto “bocciato” sia dai legali che dai revisori di Palazzo Zanca. Certo, il rischio che si corre è grosso perché sui ricavi previsti dal contratto di servizio con l’Amam (156 milioni di euro in 10 anni) si regge gran parte del piano decennale di riequilibrio, da cui dipende l’adesione al Fondo di rotazione nazionale ed il conseguente trasferimento a Messina di risorse pari a circa 50 milioni di euro. Tuttavia, tanti, troppi sono i dubbi giuridici che permangono sull’atto, nonostante le parole rassicuranti di Dalmazio.

Il Consiglio comunale è stato aggiornato di 24 ore ed il contratto con l’Amam sarà ancora al centro del dibattito. Intanto, i consiglieri hanno accolto all'unanimità l’ ordine del giorno (primo firmatario il consigliere Santi Culletta) col quale si invita il commissario Croce a provvedere per esigenze di servizio all'integrazione oraria a 36 ore settimanali del personale contrattista impiegato nella Polizia Municipale. La richiesta è però destinata a cadere nel vuoto perché nella casse comunali non c’è la liquidità necessaria per poter raddoppiare da 18 a 36 l’orario settimanale. “Intoppi” inevitabili di un Comune sull’orlo del dissesto. (Danila La Torre)

4 commenti

  1. 150 milioni in 10 anni, a fronte di 50 milioni – che è sempre un prestito, da ripagare, in parte con i primi, in una spirale di debiti su debiti, pagati col sangue dei cittadini produttori di ricchezza – subito.

    Un gran bell’affare, non c’è che dire.

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  2. Ma il Commissario Straordinario non dovrebbe gestire l’ordinaria amministrazione fino all’elezione del nuovo Sindaco?=

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  3. Siano stanchi di ripetere sempre le stesse cose. La città è, ormai, affondata, e sono in molti, specie i politicanti di mestiere, che guardano, ancora, con ottimismo, al suo futuro. Adesso si parla sul “nulla”, sullo “impossibile” ed irrealizzabile e su queste alternative si fa poggiare il futuro della nostra città. Napolitano definì i partiti “sordi e sterilii”, mentre a Messina possono essere definiti ” irresponsabili” ed “inconcludenti”. Sul “falso ed irrealizzabile” si fanno poggiere le possibilità di rinascita della nostra città, non curanti di chi soffre e langue nella disperazione più assoluta. Si vuole fare apparire una città ricca, con l’Amam che deve garantire, con il sacrificio dei cittadini, per risollevare e le sorti del Comune a versare annualmente, un “bazzecola” quantificata in 15 milioni di euro, tanti quanti previsti nel “piano decennale di “riequilibrio” allo stato in esame dagli organi statali e regionali competente. Oggi il Commissario dr, Luigi Croce non è più nelle condizione di dichiarare il Comune di Messina in stato di”Dissesto Finanziario, dato che ha ritenuto percorrere la strada alternativa,, se ritenuta conveniente, quella di attingere, per evitare la dichiarazione del dissesto, alle risorse messe a disposizione dalla legislazione nazionale. Adesso occorre attendere. Se la soluzione indicata dal dr. Luigi Croce e dai suoi consulenti viene ritenuta non percorribile, ed allora TUTTI A CASA poi il “dissesto finanziario” sarà imposto dall’organo regionale della corte dei Conti il quale ne attribuirà la competenza al consiglio comunale.

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  4. Stando alle notizie odierne devo dire che caro amico mio hai sempre ragione.

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