Mutui fantasma a Brolo, il ragionier Arasi si difende: "Volevamo evitare il default"

Mutui fantasma a Brolo, il ragionier Arasi si difende: “Volevamo evitare il default”

Al.Ser.

Mutui fantasma a Brolo, il ragionier Arasi si difende: “Volevamo evitare il default”

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martedì 19 Agosto 2014 - 16:40

Lungo confronto tra il dirigente comunale imputato di aver falsato le carte per ottenere mutui dalla Cassa depositi e Prestiti per poi far transitare il denaro per scopi diversi dai progetti approvati. Il ragioniere ha difeso la regolarità dei pagamenti alla figlia ed agli altri personaggi coinvolti ed ha parlato di una sorta di "accordo politico" per dragare fondi a favore dell'ente locale.

Ha scelto di difendersi il ragioniere generale del Comune di Brolo Carmelo Arasi, arrestato ieri nel blitz Appalti Fantasma sulla gestione delle casse comunali tra il 2011 e il 2013. L’uomo è stato interrogato stamani dal gip di Patti Ines Rigoli. Il faccia a faccia è durato a lungo, e Arasi ha raccontato molte cose, fornendo la sua versione dei fatti, Toccherà ora agli avvocati Carmelo Occhiuto e Maria Americanelli difenderlo. Un compito che a guardar le carte sembra tutto in salita. Il ragioniere è accusato di una lunghissima serie di capi di imputazione, quasi tutti quelli messi nero su bianco dalla Procura di Patti, guidata dal procuratore Rosa Raffa che ha condotto l’inchiesta insieme al sostituto Francesca Bonazinga.

Quarantacinque i reati contestati, dal falso al peculato passando per la truffa, e la quasi totalità lo vedono coinvolto, dipingendolo come la mente di quella che appare una complessa operazione volta ad appropriarsi di una grossa mole di denaro pubblico, ai danni della Cassa Depositi e Prestiti e del Comune brolese. Una operazione passata per la sede Unicredit di Brolo, anche se nella prospettazione della Procura nebroidea non c’è ombra di coinvolgimento di soggetti che operano all’interno dell’istituto di credito.

Arasi ha in qualche modo ammesso di aver gonfiato gli importi dei mutui chiesti alla Cassa Depositi e prestiti, in misura superiore rispetto a quella approvata dall’amministrazione. Ha ammesso di aver certificato, per ottenere la concessione dei mutui, che i bilanci degli anni precedenti erano stati approvati, mentre i bilanci sarebbero stati approvati successivamente e senza traccia dei mutui. Ha omesso anche che una parte dei costi dei progetti per i quali erano stati accesi i mutui erano coperti dall’Assessorato regionale. Irregolarità contabili volte ad evitare il dissesto, è questa la difesa del ragioniere generale. Tanto è vero che con quei finanziamenti sono state pagate spese correnti. Anche in questo caso però la Procura ha qualcosa da obbiettare al ragioniere. Perché le “spese correnti” sulle quali sono stati dirottati i fondi ottenuti dalla Cassa sono stati adoperati per pagare i familiari di Arasi o sono andati su conti correnti propri, del sindaco Salvo Messina, del vice sindaco e assessore al bilancio Carmelo Gentile, dell’economo Franca Mondello, del dirigente amministrativo Costantino Maniaci, del responsabile del procedimento del mutuo Santa Caranna. Insomma di tutti i soggetti coinvolti nelle operazioni contabili del comune brolese e dei progetti legati ai mutui. In questo caso Arasi difende la regolarità delle operazioni, parlando di pagamenti legittimi spettanti a soggetti che erano dipendenti ed articolisti del comune. O, come nel caso della figlia Rossella Arasi, ai domiciliari, dipendenti della società Info Tirrenia, titolare dei servizi di tesoreria esterna dell’ente locale.

Secondo la Procura, però, quegli anticipi e quei pagamenti sono stati effettuati per importi ben superiori al dovuto o non dovuti, in altri casi. Le accuse mosse al ragioniere riguardano anche i falsi documentali, le doppie delibere, i fax inviati alla Cassa Depositi e prestiti, i mandati di pagamento esibiti all’ufficio tesoreria dell’Unicredit che non avevano riscontro nei documenti ufficiali. Ma soprattutto gli stati di avanzamento dei lavori per i progetti per i quali erano stati richiesti i mutui, dal Palazzetto dello Sport alle scuole. Per ottenere gli anticipi dalla Cassa, Arasi aveva presentato fatture che risultavano pagate o da pagare ad alcune ditte a fronte di lavori relativi ai progetti ammessi. Peccato che le ditte in questione non avevano mai ricevuto alcun incarico per quei progetti, ma avevano effettuato lavori di ben altra natura, per conto del Comune di Brolo.

Arasi, come detto, si difende parlando di operazioni volte ad evitare che il comune andasse in default, nascondendo una lunga serie di debiti contratti dall’ente locale che invece erano pendenti da tempo. Una scelta “politica”, quella di evitare il dissesto. Che certo il ragioniere generale non poteva compiere da solo. Domani tocca all’ex sindaco Salvo Messina, ai domiciliari, essere interrogato dal Gip Rigoli. Arasi per il momento resta nel carcere di Gazzi: i suoi legali non hanno avanzato istanza di scarcerazione ma preparano l’appello al Tribunale della Libertà.

2 commenti

  1. SI VOLEVA EVITARE IL DEFAULT,

    DELLA SUA SETTIMA GENERAZIONE, ORA BUTTATE LE CHAIVI FATEGLI RESTITUIRE IL MALTOLTO COMPRESI INTERESSI E MANDATELO A SPACCARE PIETRE,

    GIUSTIZIATELO SUBITO

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  2. SI VOLEVA EVITARE IL DEFAULT,

    DELLA SUA SETTIMA GENERAZIONE, ORA BUTTATE LE CHAIVI FATEGLI RESTITUIRE IL MALTOLTO COMPRESI INTERESSI E MANDATELO A SPACCARE PIETRE,

    GIUSTIZIATELO SUBITO

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