Il voto di scambio e il filo di complicità che unisce chi acquista e chi vende

Il voto di scambio e il filo di complicità che unisce chi acquista e chi vende

Rosaria Brancato

Il voto di scambio e il filo di complicità che unisce chi acquista e chi vende

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venerdì 08 Marzo 2013 - 16:09

L'inchiesta sulla compravendita di voti a Patti, per le Comunali del 2011, accende i riflettori su un sistema che si nutre della compiacenza tra chi "acquista" e chi "vende" e li rende complici, troppo spesso per un prezzo che è quello di una pizza. Non stupiamoci della malapolitica se siamo noi i primi, come elettori, a venderci per un tozzo di pane.

Dall’inchiesta Fake (vedi articolo correlato) sui brogli elettorali e sul voto di scambio in occasione delle elezioni comunali di Patti nel 2011 emergono alcuni spunti di riflessione. Se scattano misure cautelari per 12 persone e per altre 156 arriva l’avviso di garanzia per aver fatto spostare la residenza a 180 elettori da un comune ad un altro e se questa transumanza avviene, come emerso dalle indagini, in cambio di pochi spiccioli, di una pizza, di una bolletta della luce, allora vuol dire che non è malato il sistema, ma siamo malati noi. La transumanza elettorale pare sia una simpatica usanza molto in voga dalle nostre parti e questo nonostante si tratti di un reato. Ma dai commenti da bar successivi all’operazione Fake ho scoperto che è un “costume” piuttosto diffuso nei piccoli comuni. A far scattare l’inchiesta è stata la vignetta del collega Franco Zanghì su un sito locale nella quale dipingeva Gullo come un novello Mosè che guidava un intero popolo a spostarsi attraverso il Mar Rosso e il deserto per portarle in terre più sicure (elettoralmente parlando…). Il problema emerso dall’indagine non è solo il Mosè di turno capace di spostare i residenti grazie alla compiacenza di vigili e impiegati. Il problema sono gli elettori-transumanti, il gregge e le motivazioni che lo spingono a spostarsi. Stiamo parlando di un’elezione comunale, nella quale un cittadino è chiamato a scegliere chi governerà casa sua per i successivi 5 anni. Ma come fa una persona a vendere il proprio voto in cambio di una pizza, di una bolletta della luce, di banconote da 50 o 200 euro? E come fa un cittadino a vendere il proprio voto ad una persona che ha una così bassa concezione della politica e amministrerà con gli stessi principi usati in campagna elettorale? Ma che concezione della cosa pubblica, del bene comune unisce nello stesso reato chi compra il voto e chi lo vende? A prescindere dal fatto che il voto di ognuno di noi non ha un prezzo, meno che mai può valere così poco. Ci stimiamo davvero così poco come cittadini? Certo, poi c’è la promessa di un alloggio popolare o della cancellazione di una multa e persino la minaccia di licenziamento o il lavoretto affidato all’impresa, ma qui siamo già ad “alti livelli” di contrattazione. Facevo queste riflessioni mentre leggevo le intercettazioni che hanno portato alla raffica di arresti e di indagati, in particolare un discorso tra uno degli arrestati e l’intermediario a proposito di una bolletta sky che il candidato ad amministrare la cosa pubblica si rifiutava di pagare al futuro elettore avendo già sborsato i soldi della bolletta della luce. Chi ha venduto il proprio voto in cambio della bolletta, peraltro, ha commesso anche il reato nel momento in cui ha dichiarato una falsa residenza a Patti ed ha persino votato in quanto coscienzioso elettore cui stanno a cuore le sorti dell’amministrazione di quel territorio. Ma a che livelli di etica siamo arrivati se si commettono due reati di seguito in cambio di 200 euro? Ma nonostante l’esodo alla Mosè alla fine le elezioni le ha vinte Aquino. In futuro assisteremo agli spostamenti di interi quartieri da un Comune a un altro, per evitare sorprese. Nell’ambito dell’indagine un avviso di garanzia è stato recapitato alla neo deputata Pd Maria Tindara Gullo, il cui padre da ieri è ai domiciliari ed il cugino, Luigi Gullo, consigliere provinciale è indagato. La parlamentare è tra i 156 indagati insieme al marito, Sidoti, perché entrambi, residenti a Montagnareale, sono risultati poi residenti a Patti. Il problema non è solo il sistema, ma chi lo nutre. Se ci vendiamo per una bolletta Sky è ovvio che il sistema cresce, mette radici, si fortifica e diventa arrogante al punto che poi, per fare un esempio, si scopre a Patti di corsi di formazione finanziati per quasi 400 mila euro dalla Regione senza che si vi siano stati né iscritti né docenti. Nell’istante in cui non ci frega niente di chi e come ci amministrerà ed anzi accettiamo quel tozzo di pane, quell’elemosina in cambio del nostro consenso diventiamo complici e alimentiamo quella macchina che finirà con il saccheggiare il nostro territorio.

Siamo noi con la nostra compiacenza, il silenzio, l’omertà, la nostra scarsa autostima come cittadini a nutrire questo sistema. Siamo colpevoli esattamente come loro.

Rosaria Brancato

9 commenti

  1. ECCO PERCHE’ CI PORTANO ALLA FAME,PERCHE’CHI HA FAME POI SI VENDE PER UN TOZZO DI PANE. OGGI E’ LA BOLLETTA DELLA LUCE, DOMANI SARA’IL PANE VERO PER POTERE SOPPRAVVIVERE.
    PERCHE’SI MERAVIGLIA TANTO DOTT.SSA BRANCATO. QUESTO SISTEMA VIGE DA 60 ANNI,PER TUTTO IL TEMPO IN CUI IL MERIDIONE E’ STATO SEMPRE TENUTO NELLA MISERIA, DEPREDATO, VOLUTAMENTE POSTO IN CONDIZIONE DI SOTTOSVILUPPO AL FINE DI AVERE UN SERBATOIO DI VOTI DA POTERE COMPRARE AL COSTO DI UNA PIZZA.
    LA MORALE C’ENTRA SI,MA PRIMA DELLA MORALE DI CHI VENDE LA PROPRIA DIGNITA’PER UN TOZZO DI PANE, DISCUTEREI DELLA MORALE DI CHI CI HA COSTRETTO A TANTA UMILIAZIONE.
    TUTTO CIO’ E’ TRISTE DAVVERO.

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  2. Da elettore del PD dico : se vogliamo che il PD resti differente dal PDL , la neodeputata Gullo si deve dimettere immediatamente .

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  3. mariateresamessina 8 Marzo 2013 16:54

    diciamo che è la fame, la miseria e la necessità che portano al voto di scambio. La colpa è di un sistema politico generale (non riferibile al solo Comune di Patti o ad una area politica) ma all’intero meridione di Italia dove si vuole che la cittadinanza sia in miseria, ove vi è la precisa volontà politica di non permettere che una regione o un territorio cresca economicamente. Solo in questo modo si riesce a controllare il voto.
    Non è la nostra autostima che alimenta il sistema o l’omertà. I cittadini di Patti che si sono prestati sono quelli che non riescono ad arrivare a fine mese,che non possono pagare le bollette o i libri dei figli, che non trovano un lavoro se non quello precario e/o fittizio che qualche politico promette, il tutto nella speranza di una stabilizzazione futura.
    E’ la necessità, la mancanza di lavoro, la mancanza di prospettive che porta a queste situazioni

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  4. Questo articolo paro paro dovreste spedirlo alla mail di Giannino..mai parole sul voto clientelare in Sicilia furono meno opportune!!! Vi ricordo che in posti come Vaccarella (Milazzo) se lo sono venduto per qualche kg di pasta e litro d’olio.Se la Sicilia è combinata in questa maniera ,rispetto ad altre regioni del passato le responsabilità sono del territorio in toto, della gente che ci vive, del loro livello culturale, della loro concezione di Stato e di cittadino.Infine, come si può evidenziare sono rappresentate, nelle foto degli indagati , sia vecchie generazioni sia quelle nuove..Ovvero non esiste un cambio di mentalità una crescita ,ma solo un continuum generazionale che fa si chè, gentitori figli e a breve nipoti faranno sempre le stesse cose..Terminerà tutto quando il sistema non verrà più alimentato e foraggiato dai soldi statali o Europei..

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  5. NON VORREI MAI POTERE AMMETTERE…CHE DI DIGNITA’, SI MUORE.

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  6. salvatore mammola 8 Marzo 2013 19:47

    Mi hai tolto le parole di bocca, anzi le hai espresse come meglio non avrei potuto fare, per questo sei già su facebook che tu “ami” tanto. Vorrei solo aggiungere che questo potrebbe essere solo l’inizio, non ho ancora ricevuto risposte su come si prendono tutti quei voti e sempre nella stessa quantità, un ottimo controllo del voto. Ovviamente le dimissioni sarebbero d’obbligo anche degli indagati ed un ” mea culpa” di chi li ha candidati ed aiutati.

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  7. L'Osservatore 8 Marzo 2013 20:37

    …la sig.ra Gullo SI DEVE DIMETTERE!!!
    Cara neo-eletta è finito il tempo delle “vacche grasse”, VOGLIAMO E PRETENDIAMO un parlamento Pulito composto da persone PERFETTAMENTE PULITE E LINDE senza macchia e senza peccato…neanche dei parenti più vicini…

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  8. Pubblicare sulla mia pagina di Facebook questo articolo carico di tanta tensione morale della Dott Brancato per manifestare la mia indignazione, può contribuire a farmi sentire meno collusa con questo sistema corrotto?! Non lo so ma è la prima cosa che posso fare subito…

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  9. franco martino 9 Marzo 2013 07:01

    Vorrei si riflettese sul fatto che promettere da parte dei politici favori ed utilità è una prassi consolidata, quasi intrinseca allo stesso fare politica che, cosa ancora più grave, la comunità in gran parte richiede ed accetta. Mi domando quale strumento avrebbero molti politici se togliessero “il favore”. Trovo, però, molto sconfortante che la gente che chiede il posto, il pagamento della bolletta e via discorrendo non capisca che con altri al potere molti dei loro affanni non esisterebbero, perchè come scritto in altri commenti, la prima condizione per attuare tali disegni è mantenere il Popolo in stato di bisogno.

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