Barcellona: decapitata Cosa Nostra, ai vertici un imprenditore ed un allevatore incensurati

Barcellona: decapitata Cosa Nostra, ai vertici un imprenditore ed un allevatore incensurati

Redazione

Barcellona: decapitata Cosa Nostra, ai vertici un imprenditore ed un allevatore incensurati

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mercoledì 10 Luglio 2013 - 12:47

L'operazione Gotha 4 ha consentito agli investigatori di individuare ed arrestare ancora una volta i nuovi boss della mafia barcellonese. Al vertice, ancora una volta, due insospettabili: un imprenditore ed un allevatore incensurati e del tutto sconosciutialle forze dell'ordine.

Tre operazioni in due anni avevano decapitato il vertice di Cosa Nostra barcellonese ed indebolito la base della cupola mafiosa. Eppure la famiglia di Barcellona era sempre riuscita a ricompattarsi attorno a nuovi padrini, spesso volti sconosciuti agli inquirenti e privi di alcun spessore criminale. E’ il caso dei nuovi reggenti, Francesco Aliberti, 59anni imprenditore di Barcellona nel settore dei serramenti e Giuseppe Treccarichi, 49 anni allevatore originario di Cesarò ma residente a Rometta Superiore. Personaggi apparentemente innocui ma oggi al vertice di Cosa Nostra barcellonese.

Aliberti ha adottato sistemi cari alla mafia palermitana come l’assistenza alle famiglie dei detenuti e la realizzazione di una cassa comune, con i proventi i proventi delle estorsioni. L’operazione Gotha è scattata stamani all’alba con uno spiegamento di forze imponente, circa 300 uomini che hanno cinturato il barcellonese. Carabinieri e Polizia hanno eseguito 35 ordinanze di custodia cautelare firmate dal gip Massimiliano Micali su richiesta del procuratore capo Guido Lo Forte e dei sostituti della DDA Angelo Cavallo, Vito Di Giorgio e Giuseppe Verzera. Quello di oggi è stato il colpo di grazie inferto ad un’organizzazione già smantellata dopo la collaborazione dei boss Carmelo Bisognano, Alfio Castro e Santo Gullo.

Pentimenti eccellenti che avevano consentito agli inquirenti di arrestare e poi restringere al 41 bis i principali padrini di Cosa Nostra. Senza contare, nel gennaio scorso, l’arresto al Milazzo del boss latitante Filippo Barresi. L’ultimo colpo è stata la collaborazione di Salvatore Campisi, personaggio emergente e già arrestato nell’operazione “Mustra”. Campisi ha iniziato a parlare, riempiendo centinaia di pagine di verbali e raccontando anni di mafia barcellonesa. Si è autoaccusato dei due tentati omicidi ai danni di Carmelo Giambò commessi a Barcellona dell’ottobre 2010 e marzo 2011 e dell’omicidio di Ignazio Artino, assassinato sotto la sua abitazione il 12 aprile 2011. Delitti con un’unica matrice: la volontà di Campisi di scalare posizioni di vertice all’interno della cupola. Artino, dopo gli arresti dei boss della zona, era diventato il referente per Terme Vigliatore e Mazzarrà S.Andrea. Era lui a gestire i proventi delle estorsioni alle imprese che operavano nella discarica di Mazzarrà S.Andrea. Campisi voleva quel posto e, dopo essersi consultato con il gotha di Cosa Nostra, decise di eliminare Artino. Insieme a Carmelo Maio lo attese sotto casa e lo uccise con alcune fucilate. Campisi ha svelato poi il sistema delle estorsioni nei confronti di imprenditori e commercianti della zona. A gestirle erano Massimo Giardina, Salvatore Italiano e Salvatore Artino.

L’organizzazione trattava anche con Cosa Nostra di Catania ed Enna poiché molti imprenditori di quelle province facevano affari nel barcellonese. Però il pizzo lo pagavano direttamente ai referenti di Catania ed Enna che poi lo giravano a Cosa Nostra del Longano. Di estorsioni si occupava anche Giovanni Perdichizzi, del gruppo di San Giovanni. Ma Perdichizzi non era più ritenuto affidabile e fu eliminato lo scorso capodanno in un bar di Barcellona a colpi di lupara. In conferenza stampa il Procuratore capo Guido Lo Forte ha sottolineato anche gli aspetti positivi emersi dall’operazione Gotha 4. Oltre all’aumento costante dei pentimenti da parte dei mafiosi c’è da registrare l’aumento delle denunce e delle collaborazione da parte delle vittime delle estorsioni. Un fatto che solo pochi anni fa sarebbe apparso del tutto impensabile.

Un commento

  1. C o m p l i m e n t i e grazie di cuore signor Procuratore Guido LO FORTE, li estenda ai suoi magistrati inquirenti e alla polizia giudiziaria.

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