Traffico illecito di rifiuti: sequestrata la Canditfrucht di Barcellona

Traffico illecito di rifiuti: sequestrata la Canditfrucht di Barcellona

Veronica Crocitti

Traffico illecito di rifiuti: sequestrata la Canditfrucht di Barcellona

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giovedì 17 Aprile 2014 - 09:22

Sono accusati di traffico illecito di rifiuti gli otto soggetti raggiunti stamani da misure cautelari. Tre ai domiciliari, quattro con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, uno con obbligo di dimora. Sequestrata anche la ditta tedesca produttrice di succhi di frutta "Candit Frucht Spa", ricadente nel comune di Barcellona.

Sono accusati di aver trasportato, ceduto, smaltito e gestito abusivamente enormi quantità di scarti di pastazzo d’agrumi e polpa, attraverso discariche non autorizzate sparse nel territorio di Messina, creando un altissimo tasso di inquinamento ambientale ed arrivando a guadagnare illegalmente circa 2 milioni di euro.

A finire nel mirino della maxi operazione “Last Orange” coordinata dai militari dell’Arma di Barcellona e dal reparto NOE di Catania, sono state otto persone raggiunte stamani da ordinanza di custodia cautelare. Finiscono ai domiciliari il barcellonese Nunzio Calabrò, rappresentante e presidente del consiglio d’amministrazione dell’impresa Canditfrucht s.p.a., Sebastiano Conti Mammamica, di Militello, proprietario e conduttore di un’omonima impresa di Lentini (Siracusa), Antonino Mazzeo, di Terme Vigliatore, gestore della ditta “Trasporti Line soc. coop”, pregiudicato, detenuto in regime di 41 bis a seguito dell’operazione Gotha 4. Obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziria, invece, per il barcellonese autotrasportatore Fortunato Arcoraci, per il barcellonese Salvatore Crinò, autotrasportatore e pregiudicato, per Mario Pantè, autotrasportatore di Mazzarà Sant’Andrea, per Giovanni Floramo, imprenditore di Barcellona. Obbligo di dimora, infine, per il barcellonese Giuseppe Triolo, autotrasportatore pregiudicato. Sequestrati preventivamente anche la “Canditfrucht s.p.a”, ditta tedesca ricadente nel territorio barcellonese, affidata adesso ad un amministratore giudiziario, nonché vari autocarri utilizzati per il trasporto illecito dei rifiuti.

Secondo le accuse del pool di magistrati titolari delle indagini, Camillo Falvo, Giorgio Nicola e Fabio Sozio, tutto il sistema ruotava attorno ad alcune figure chiave. Nunzio Calabrò, amministratore della ditta di succhi di frutta, è ritenuto il vero responsabile dell'intera organizzazione. Era lui, in pratica, che autorizzava e consentiva lo smaltimento illecito dei rifiuti, mascherando il tutto attraverso una fittizia compravendita di mangime animale. Sempre secondo gli inquirenti, Calabrò avrebbe inoltre smaltito diversi rifiuti liquidi (derivanti dalla trasformazione degli agrumi) nel depuratore comunale di Barcellona, attraverso una condotta sotterranea realizzata ad hoc. Conseguenze: numerosi malfunzionamenti al depuratore, guasti, danni e scarico in mare dei reflui non depurati. Emerge anche la figura del mafioso Antonino Mazzeo, già in carcere in regime di 41 bis. In quanto gestore della "Trasporti Line soc. coop.", Mazzeo avrebbe garantito il trasporto del materiale da riciclare illegalmente dall'azienda barcellonese ai vari siti abusivi.

L'attività investigativa iniziò nel gennaio 2012, quando i carabinieri di Barcellona ritrovarono e sequestrarono un'area nei pressi del sottopassaggio delle Ferrovie dello Stato. Proprio lì, abbandonate, i militari avevano ritrovato ingenti quantità di pastazzo di arance e limoni. Nell'arco di due anni, sono stati numerosissimi i servizi di pedinamento, monitoraggio video, accertamento dei mezzi con i quali veniva trasportato il pastazzo. Ben presto si arrivò ad appurare come lo smaltimento illecito avvenisse attraverso vari stratagemmi, primo tra tutti quello di scaricare il materiale in zone di allevamento animali, ovviamente con la complicità degli stessi allevatori. In cambio, essi ricevevano piccole quantità di pastazzo di limone, gradito dagli animali e quindi utilizzabile come mangime. Dal punto di vista della documentazione, la ditta mascherava questi passaggi illeciti emettendo fatture sproporzionate di cessione di "mangime animale" e non di rifiuto, come era di fatto.

Altra tecnica di smaltimento consisteva nel bruciare il rifiuto una volta che esso si rinsecchiva. Questo soprattutto veniva effettuato da alcuni allevatori che cospargevano il terreno dove c'era il pastazzo con rami e foglie secche e poi gli davano fuoco. Ultimo stratagemma era infine lo scarico nei torrenti, specialmente nei periodi di pioggia, di modo che si disperdesse velocemente.

Da ulteriori indagini è poi emerso che alcuni dei soggetti coinvolti nell'operazione di oggi, erano già finiti nel mirino di altre indagini. Nel 2010, ad essere coinvolta era stata la ditta "Ortogel S.p.a" di Caltagirone accusata di smaltimento di pastazzo in un agro del comune di Lentini, nell'azienda agricola di Sebastiano Conti Mammanica. Proprio qui, il 17 aprile 2012, i carabinieri riuscivano a cogliere in flagranza di reato alcuni degli indagati di oggi, sequestrando anche cinque camion di tre aziende di trasformazione agrumaria (due della Canditfrucht di Barcellona). Gli inquirenti riuscirono a cogliere gli accusati esattamente nel momento in cui stavano smaltendo il pastazzo dell'Ortogel nel bacino artificiale di Conti Mammanica. Veronica Crocitti

4 commenti

  1. C’è scritto: “Sempre secondo gli inquirenti, Calabrò avrebbe inoltre smaltito diversi rifiuti liquidi (derivanti dalla trasformazione degli agrumi) nel depuratore comunale di Barcellona, attraverso una condotta sotterranea realizzata ad hoc. Conseguenze: numerosi malfunzionamenti al depuratore, guasti, danni e scarico in mare dei reflui non depurati”.

    Scusate ma il responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Barcellona ed i tecnici che manualmente ripristinavano l’attività del depuratore NON VEDEVANO che il guasto era sempre causato da residui di lavorazione di agrumi? Non gli è mai sorto il dubbio che “qualcuno” scaricasse abusivamente nelle condutture comunali? Non hanno mai denunciato ciò che notavano?

    Se non erro, devono per legge essere effettuati dei prelievi delle acque reflue immesse in mare ed analizzate, il laboratorio di analisi delle acque hanno mai denunciato l’immissione di sostanze altamente inquinanti?

    Capisco l’omertà ma “potrebbe” configurarsi il reato di favoreggiamento!

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  2. C’è scritto: “Sempre secondo gli inquirenti, Calabrò avrebbe inoltre smaltito diversi rifiuti liquidi (derivanti dalla trasformazione degli agrumi) nel depuratore comunale di Barcellona, attraverso una condotta sotterranea realizzata ad hoc. Conseguenze: numerosi malfunzionamenti al depuratore, guasti, danni e scarico in mare dei reflui non depurati”.

    Scusate ma il responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Barcellona ed i tecnici che manualmente ripristinavano l’attività del depuratore NON VEDEVANO che il guasto era sempre causato da residui di lavorazione di agrumi? Non gli è mai sorto il dubbio che “qualcuno” scaricasse abusivamente nelle condutture comunali? Non hanno mai denunciato ciò che notavano?

    Se non erro, devono per legge essere effettuati dei prelievi delle acque reflue immesse in mare ed analizzate, il laboratorio di analisi delle acque hanno mai denunciato l’immissione di sostanze altamente inquinanti?

    Capisco l’omertà ma “potrebbe” configurarsi il reato di favoreggiamento!

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  3. Ma perché.. il “pastazzo di limoni” inquina? Al massimo disinfetta.
    Come andava smaltito invece?

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  4. Ma perché.. il “pastazzo di limoni” inquina? Al massimo disinfetta.
    Come andava smaltito invece?

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