Condannati a 4 anni e mezzo per corruzione Umberto Bonanno, Pucci Fortino ed Antonino Ponzio

Condannati a 4 anni e mezzo per corruzione Umberto Bonanno, Pucci Fortino ed Antonino Ponzio

Condannati a 4 anni e mezzo per corruzione Umberto Bonanno, Pucci Fortino ed Antonino Ponzio

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giovedì 19 Luglio 2012 - 19:48

Si è concluso dopo sette ore di camera di consiglio, il processo di primo grado dell'operazione "Oro Grigio" sulla speculazione ediizia al complesso Green Park di Torrente Trapani. Inflitti 4 anni e mezzo per corruzione all'ex presidente del consiglio comunale Umberto Bonanno, all'avvocato Giuseppe Fortino ed al funzionario comunale Antonino Ponzio. Complessivamente i giudici della prima sezione del Tribunale hanno deciso sette condanne, un'assoluzione e tre prescrizioni.

Sette condanne, un’assoluzione e tre prescrizioni decise stasera al termine dell’atteso processo di primo grado dell’operazione “Oro Grigio”. Alla sbarra presunti appartenenti ad un comitato di affari che, intervenendo sul piano regolatore, avrebbe effettuato una speculazione edilizia al complesso Green Park sul torrente Trapani. Complesso che fu sequestrato dalla magistratura a seguito delle indagini effettuate dalla Squadra Mobile. Dopo circa sette ore di camera di consiglio i giudici della Prima Sezione Penale del Tribunale hanno condannato a 4 anni e mezzo di reclusione, per corruzione, l’ex presidente del consiglio comunale di Messina, Umberto Bonanno, l’avvocato Giuseppe Fortino ed il funzionario comunale Antonino Ponzio. E sempre per corruzione sono stati condannati a due anni e mezzo di reclusione il costruttore barcellonese Giovanni Arlotta, i soci Giovanni e Santi Magazzù ed Antonino Smidile della Samm, una delle società immobiliari coinvolte nell’inchiesta giudiziaria. I giudici hanno assolto dai reati di associazione a delinquere e falso Bonanno, Fortino e Ponzio e da tutti i capi d’imputazione Salvatore Arlotta figlio del costruttore Giovanni.
Dichiarato il non doversi procedere per prescrizione per i funzionari regionali Rosa Anna Liggio, Giuseppe Giacalone e Cesare Antonino Capitti anche loro accusati del reato di falso.
Parecchie le provvisionali disposte dai giudici che gli imputati ed il Comune di Messina in solido dovranno pagare alle parti lese, in particolare acquirenti degli appartamenti al complesso Green Park. Anche al WWF, che si era costituito parte civile nel processo, dovranno essere corrisposti 40.000 euro.
L’inchiesta “Oro grigio” era stata avviata nel 2006 dal sostituto procuratore Angelo Cavallo. Grazie ad una enorme mole d’intercettazioni ambientali e telefoniche soprattutto a carico di Fortino, Bonanno e Ponzio gli investigatori misero assieme uno per uno i complessi tasselli della vicenda. Si scoprì che la concessione edilizia che il Comune di Messina aveva rilasciato per la edificazione del complesso Green Park era stata oleate negli uffici del Comune e della regione da mazzette che gli imprenditori avrebbero pagato al comitato composto da Fortino, Bonanno e Ponzio. Grazie alle loro pressioni sarebbero caduti tutti gli ostacoli che si presentavano nei vari uffici e perfino alcuni pareri contrari espressi negli uffici regionali. Secondo l’accusa una tangente, pagate in più dazioni, sarebbe finita nelle tasche di Fortino, Bonanno e Ponzio.

4 commenti

  1. puzza di bruciato 19 Luglio 2012 20:47

    insomma saranno o no ospiti delle patrie galere?

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  2. Un POLITICO,un AVVOCATO,un BUROCRATE,un COSTRUTTORE,messi insieme furono,sono e mi auguro non saranno la miscela
    distruttiva del nostro territorio,che compromette lo sviluppo economico che da esso ne può derivare.Green Park è il campione sfortunato caduto nella rete della Magistratura inquirente,ma quanti Green Park l’hanno fatta franca? Basta guardare la nostra città dall’alto e dal mare,per capire che mezza città è ABUSIVA,che così hanno voluto i messinesi.Sarà complicato sbrogliare questa matassa umana,che è la società messinese,senza regole,senza etica civile.Una società che primeggia nel vizio del gioco,ultima nella classifiche della cultura accademica,in perenne conflitto con se stessa,ecco spiegato il maggior numero di avvocati e procedimenti giudiziari in proporzione agli abitanti e con tempi medi di giudizio superiori alla media nazionale gia altissima.Una società che non produce niente da far viaggiare oltre lo Stretto,oltrepassato dai suoi figli,che avranno nipoti padani.Il sistema di interessi che si creato con il piano regolatore Borzì,ha trasformato la città in un emporio commerciale di merci prodotte altrove,stravolgendo la natura dei messinesi rimasti,fagocitati da quella estranea delle genti dei nebrodi che l’hanno invasa.Ecco perchè TempoStretto e i suoi commentatori devono parlare del nuovo piano regolatore,che non è una questione edilizia ma urbanistica,riguarda tutti i cittadini e non solo chi ha interessi fondiari e immobiliari,per evitare che per altri cento anni le nuove generazioni devono subirne gli effetti negativi.

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  3. ma perché mi compare il bannerino “giorgio almirante, cosa gli diresti se fosse qui?”

    che, fa, torna e riscende in campo pure lui? a postu semu.

    inquietudine.

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  4. Ma certamente……………………….
    NO!!!
    Che fai scherzi???
    In Italia solo se ammazzi qualcuno, sei uno “sfigato” e/o non hai “santi in paradiso” vai in galera, oppure se sei caduto “in disgrazia” politica (tipo: hai fregato 20 milioni di euro al partito…), oppure se sei in “odore” (direi proprio “puzza”) di mafia con tanto di guantera di cannoli annessi…
    E comunque sempre e solo dopo il terzo grado di giudizio!
    Nel frattempo se sai di essere colpevole, se hai i soldi e dei buoni avvocati, puoi non presentarti alle udienze e invocare il “legittimo impedimento”, dire ai media che è tutto un complotto cattofiloislamocomunistasionista, puoi ricusare i giudici, poi se sei un politico di “primo pelo” puoi tentare la strada delle “leggi ad personam”, oppure farti fare un “lodo ad hoc” ed in ultimo se proprio non ti riesce nulla di tutto questo, puoi far cadere in prescrizione il reato…

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