Furto mobili antichi e spaccio di droga, 17 persone indagate

Furto mobili antichi e spaccio di droga, 17 persone indagate

Redazione

Furto mobili antichi e spaccio di droga, 17 persone indagate

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martedì 02 Aprile 2013 - 11:56

La Procura ha chiuso le indagini dell'operazione Savana che a gennaio aveva portato all'arresto di 11 persone per furti di mobili antichi e spaccio di droga. Diciassette le persone indagate. Il provvedimento firmato dai sostituti della Dda Verzera e Pellegrino.

In totale sono 17 le persone raggiunte da avviso di chiusura delle indagini nell’inchiesta “Savana” che a gennaio portò all’arresto di 11 persone, ritenute appartenenti a due distinte organizzazioni criminali, che avevano base nel rione Mangialupi ed erano dedite, rispettivamente, una al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, mentre l’altra alla commissione di furti. Il provvedimento, firmato dai sostituti della Dda Giuseppe Verzera e Maria Pellegrino, ha raggiunto Antonino Annetti, 52 anni, Gennarino Briganti, 59 anni, Natale Cardile, 52 anni, Alessandro Cutè, 56 anni , Giovanni Cutroneo, 49 anni, Salvatore Noschese, 59 anni, Antonino Cutè 34 anni, figlio di Alessandro, Alessio Coppolino, 23 anni, Santino Gugliotti, 33 anni, cognato di Giuseppe Lo Cascio, 26 anni e la sorella Concetta, 34 anni, Maria Burrascano, Lorenzo Natale Ferrara, Giuseppe Lanza, Giuseppe Pellegrino, Giovanni e Domenico Mussillo. Durante le indagini sui furti di mobili i Carabinieri hanno individuato una cellula di spacciatori che gestiva a livello familiare un’organizzazione dedita allo spaccio di droga che aveva la sua base operativa a Mangialupi e che aveva clienti anche ad Enna. Cocaina, eroina, hashish e marijuana arrivano da Palermo, Catania e Reggio Calabria. Tra aprile e dicembre 2008 le indagini dei militari dell’Arma hanno accertato almeno 34 furti messi a segno dal gruppo criminale. Obiettivo privilegiato erano le ville signorili tanto a Messina quanto a Catania. I furti venivano eseguiti in maniera chirurgica asportando durante sopralluoghi dei campioni di mobilio che poi venivano mostrati ad intenditori. Se il mobile era di valore o qualcuna lo aveva richiesto scattava l’operazione “furto di mobilio”.

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