Se muore la Cultura sarà come svuotare il vaso di Pandora

Se muore la Cultura sarà come svuotare il vaso di Pandora

Enrico Scandurra

Se muore la Cultura sarà come svuotare il vaso di Pandora

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domenica 01 Maggio 2016 - 00:08

I nostri politici non puntano purtroppo su progetti culturali e a scuola si insegnano soltanto nozioni vane a se stesse. E' necessaria una svolta per evitare l'imbarbarimento della società.

Se i nostri politici, sia locali che nazionali, stanno portando avanti progetti avveniristici consistenti in opere di urbanizzazione e di miglioramento del territorio circostante, la stessa cosa non si può dire per il settore della Cultura. Sempre più bistrattato, sempre più reso povero dalla mancanza di idee e soprattutto di contenuti, oltre che di programmi che possano far rinascere un tessuto, quello della fascia jonica messinese, che rimane in stallo. Una cultura che non cresce è come un bambino che avanza anagraficamente ma rimane schiavo della puerizia. Della bambagia in cui anche Taormina, Giardini Naxos, Letojanni, Santa Teresa di Riva e altri nostri centri sono piombati ultimamente. Se i lavori pubblici (anche se arrancano pure questi) procedono lentamente ma vanno comunque avanti, con finanziamenti che arrivano da Roma (seppur pochi), il settore culturale resta in una situazione di standby. Non si investe più. Prova ne è la Settimana della Cultura 2016 che terminerà ufficialmente oggi. Pochi sono stati gli eventi nel nostro Comprensorio. A Letojanni nessuna manifestazione. A Giardini oggi ci sarà l’Hellenic Fest e NaxosLegge va comunque avanti. Nell’area dell’Agrò qualcosa si è mosso, con la riapertura del Castello di Savoca che per la prima volta ha ospitato innumerevoli flussi turistici. A Taormina, unico centro in cui l’assessore alla Cultura ha motivo di esistere, si è fatto invece molto. Un programma di gran lunga il migliore da Scaletta Zanclea fino ai confini con la Provincia di Catania. C’è stata Dacia Maraini con la presentazione del suo ultimo libro. Parecchie sono state le mostre inaugurate: una su tutte quella sulla Pop Art. Ma si sono tenuti anche concerti di musica classica ed esposizioni artigianali. Insomma il substrato qui c’è di sicuro. Con l’assessore Mario D’Agostino che è stato in assoluto il più propositivo e lungimirante di tutti gli altri suoi colleghi. Complimenti veri. Ma oltre a Taormina? Oltre alla Perla dello Jonio dove si è sentita veramente l’odore della carta, dei suoni, dell’arte e della Cultura nella sua interezza? Cosa hanno proposto gli altri assessori del nostro territorio? Meglio non parlarne. Pochi soldi da spendere? No. Diciamo di no. Perché D’Agostino di fondi particolari non ne ha avuti. Sono state le associazioni che hanno fatto il loro dovere: quello di “fare”. E lui le accolte a braccia aperte. Ha fatto sintesi. Ed è in questo modo che un assessore, che detiene questa importante delega, deve muoversi. Deve congiungere, unire, fare sinergia e organizzare. E poi è necessario avere sensibilità. Sete di conoscenza e amore per il bello. Quello che molto probabilmente non interessa a nessuno, non solo qui nella nostra zona. Da tempo in Italia, come in Sicilia, come a Messina, come nella Riviera Jonica si pensa a costruire edifici, strade, infrastrutture. Promesse che vengono, tra l’altro, prontamente disattese. Come anche quelle di una Cultura aperta a tutti. Non si investe in Italia. Non lo si fa neanche in quel di Santa Teresa di Riva, dove il nuovo liceo scientifico è per il momento un sogno irrealizzabile, visto che l’Amministrazione comunale locale ha perso il tanto agognato finanziamento per costruire uno stabile a supporto di quello già esistente. Si parla di scuole. Certo. Di luoghi dove si dovrebbero fornire gli strumenti per dare ai giovani un futuro roseo. Ma proprio qui la situazione è fortemente compromessa. Il boom dei licei sembrerebbe una notizia positiva. Ma non lo è per niente. Perché se ci si fa un giro in questi indirizzi ciò che si insegna è soltanto un pugno di nozioni che non servono a nulla alla formazione dell’individuo pensante. Che crede nel “divenire” di Parmenide, nella “mela” di Platone, ne “L’Infinito” di Leopardi. Oppure nella solitudine dei “numeri primi”. Non è colpa degli insegnanti che vivono una quotidianità di stenti e di poca chiarezza. Ma di amministratori e governanti che ci vogliono rendere sempre più ignoranti e servi del potere. Badate bene: a scuola ormai non si legge e si argomenta, ma si impara a memoria. Quella memoria corta che ha portato il territorio jonico in una condizione di retroterra culturale. E l’unica speranza è il “vaso di Pandora”. Che appena aperto da Epimeteo e dalla stessa Pandora per una curiosità maniacale (quella che manca oggi a molti), disperse guerre, malattie e tutte le negatività possibili e immaginabili. Ma liberò con esse anche la speranza. Che – come si dice – è l’ultima a morire.

Enrico Scandurra

2 commenti

  1. sergio indelicato 1 Maggio 2016 10:50

    Su facebook gira un video su Razzi ascoltate e capirete in che mani siamo.

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  2. sergio indelicato 1 Maggio 2016 10:50

    Su facebook gira un video su Razzi ascoltate e capirete in che mani siamo.

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