Linee guida sul regolamento per la concessione dei beni “comuni”

Linee guida sul regolamento per la concessione dei beni “comuni”

Eleonora Corace

Linee guida sul regolamento per la concessione dei beni “comuni”

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mercoledì 11 Settembre 2013 - 16:34

Il consigliere comunale ed ex assessore al Patrimonio, Franco Mondello, ha presentato una richiesta di ammissione all'ordine del giorno del prossimo Consiglio Comunale per la bozza di un regolamento delle concessioni dei beni demaniali e dei beni patrimoniali disponibili e non disponibili del Comune di Messina.

Beni comuni, un tema attualissimo. Nella vasta categoria dei Beni Comuni rientrano, anche – e forse soprattutto – i beni patrimoniali del Comune e il demanio. La giunta Accorinti sta lavorando ad un regolamento che faccia rientrare la gestione dei beni comunali nell’ottica dei beni comuni declinata secondo le nuove norme adottate da Stato e Regione da un lato, e suggerite dalla Costituente dei Beni Comuni dall’altro. Il consigliere comunale, nonché ex assessore al Patrimonio, Franco Mondello, però, batte tutti sul tempo presentando un ordine del giorno in cui viene esposto un regolamento per la gestione dei beni patrimoniali. La necessità di un regolamento era stata più volte invocata trasversalmente dai consiglieri di partiti di destra e sinistra, sull’onda del problema posto dall’occupazione dell’ex Casa del Portuale da parte dei membri del Teatro Pinelli.

Per questo Mondello ha chiesto ed ottenuto di inserire nell’ordine del giorno della prossima seduta consigliare – prevista la prossima settimana – il documento che delinea le “linee guida per la redazione del regolamento concessioni dei beni demaniali, dei beni patrimoniali indisponibili e disponibili del comune di Messina, visto l’argomento e l’importanza della gestione dei beni patrimoniali relativamente alla predisposizione del bilancio di previsione 2013”.

Dal momento che “è stata più volte prospettata l’esigenza di sottoporre i beni del comune ad una radicale revisione, regolamentazione e utilizzazione, si invita l’amministrazione a voler redigere un regolamento ispirandosi ed adeguandosi alle linee guida del presente atto”. L’ordine del giorno, sottoscritto da quattordici consiglieri comunali di PD, PDL, UDC e DR, sancisce l’esigenza che i beni pubblici devono essere utilizzati esclusivamente per l’utilità della collettività. C’è da fare, però, una preventiva distinzione all’interno dei beni patrimoniali del Comune, che si suddividono, infatti, in: demaniali, beni patrimoniali indisponibili e disponibili. “Il comune di Messina possiede un patrimonio immobiliare distinto tra beni demaniali, beni patrimoniali indisponibili e beni patrimoniali disponibili, per un valore complessivo pari a euro 520.958.580,00, con il quale garantisce la propria autonomia finanziaria in ossequio all’articolo 119 della costituzione, ma in realtà sono di più. Occorre, considerare le aree previste per opere di urbanizzazione primaria e secondaria, 560 alloggi ex Iacp, già trasferiti ex L.311/2004 e gli ulteriori alloggi statali/regionali in corso di trasferimento; terreni, donazioni, che non sono mai stati censiti”.

La bozza di regolamento presentata da Mondello, assumendo la consapevolezza che “le moderne realtà patrimoniali, impongono una moderna gestione immobiliare”, vuole disciplinare la gestione dei beni immobili e patrimoniali del Comune, nel rispetto della legge. “Considerato che quanto sentenziato dalla Massima Corte, che le procedure di concessione di un bene non possono sottrarsi al principio generale, posto nell’articolo 3 della legge di contabilità generale dello Stato e nell’articolo 37 del relativo regolamento, della necessaria indizione di una procedura concorsuale aperta a tutti gli interessati (…)emerge la necessità di creare una maggiore trasparenza nella gestione e nel rilancio delle concessioni”.

La “trasparenza” invocata per le assegnazioni e la gestione nelle intenzioni di Mondello e colleghi dovrebbe tradursi in un meticoloso rispetto di un regolamento altrettanto specifico di gestione e modi d’uso degli stabili assegnati. Questo è chiaramente espresso nell’ordinanza, nel passaggio che sottolinea come la concessione d’uso a terzi “non comporta la cessazione o rinuncia del concedente dei propri diritti di supremazia, di polizia, d’autotutela, d’esecuzione coattiva e sanzionatoria”. Come dire: lo stabile ceduto resta, comunque, comunale e da Palazzo Zanca continuerà ad essere controllato. Precisazioni che fanno pensare più ad un processo verticale di controllo, che all’autogestione suggerita dalla Giunta, dai consiglieri di Cambiamo Messina dal Basso e dagli specialisti che stanno lavorando alla redazione del testo sui beni comuni. Sullo sfondo di tutto questo, continua a profilarsi la polemica nata dai pareri contrastanti tra giunta e diversi consiglieri comunali circa l’occupazione della Casa del Portuale, l’ordinanza, infatti, specifica: “al di fuori di un atto formale di assegnazione è vietato l’utilizzo e la gestione, anche di fatto, del patrimonio da parte di chiunque”. “Ai consegnatari degli immobili, compete: sovrintendere alla custodia e allo stato di conservazione degli stessi. Richiedere l’intervento dei competenti uffici tecnici in caso di riparazione o manutenzione. Vigilare sull’uso corretto rispetto alla loro destinazione. Rispetto dei contratti in essere. Comunicare al dipartimento patrimonio ogni variazione e modifica dello stato dei beni immobili”.

Mondello e colleghi chiedono, inoltre, di costituire una commissione mista all’interno del Consiglio Comunale, a carattere consultivo, presieduta dal presidente e composta da quindici consiglieri, dall’assessore al patrimonio e demanio, dai dirigenti comunali e il Genio Civile, oltre il sovrintendente regionale dei beni culturali. La commissione avrebbe il compito proporre un utilizzo adeguato dei vari immobili e “fare una ricognizione del patrimonio immobiliare già occupato da associazioni ed altri e valutare le richieste di concessione o locazione dei beni patrimoniali disponibili”. Per la concessione degli stabili, è prevista l’opzione del “canone ridotto”, salvo verificare che lo scopo dell’utilizzo non sia a fini di lucro, ma rivolto all’uso e alle esigenze della collettività.

“Le agevolazioni non devono trovare applicazioni per enti o associazioni con fini di interesse proprio, partiti politici, sindacati o gruppi di culto confessionale e non, dovranno svolgere un attività rientrante nelle tipologie di : assistenza sociale e socio sanitaria, tutela dell’ambiente e animali, protezione civile, educazione, sportiva, promozione di tradizioni popolari, diritti umani, attività culturali o scientifiche”. Vengono, infine, specificati gli ambiti di intervento a cui si rivolge il regolamento sottoposto al parere del Consiglio Comunale: “Beni patrimoniali disponibili sono quelli non compresi nella categoria dei beni soggetti al regime di demanio pubblico, oltre in quella dei beni indisponibili. Tali beni possono essere concessi in uso a terzi tramite contratti di diritto privato e anche alienati (…) Rimangono esclusi dal presente ordine del giorno le linee guida dei beni immobili e le aree di proprietà comunale concesse in diritto di superficie per l’edificazione e ogni altro immobile il cui utilizzo risulta disciplinato da leggi speciali”. (Eleonora Corace)

Un commento

  1. sappiamo bene come e a chi concedono i beni pubblici a Messina, basta farsi un giretto

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