Inceneritore del Mela, a San Filippo lo psicodramma del Consiglio comunale

Inceneritore del Mela, a San Filippo lo psicodramma del Consiglio comunale

Giovanni Passalacqua

Inceneritore del Mela, a San Filippo lo psicodramma del Consiglio comunale

Tag:

venerdì 14 Luglio 2017 - 12:04

L'approvazione dell'AIA il 19 giugno scorso ha fatto emergere tutte le fratture interne al Consiglio comunale, i cui componenti cercano ormai di salvare la faccia, prima ancora che l'ambiente. Uno spettacolo grottesco, alimentato da ambiguità e accuse reciproche

Il giornalista Luca Formica l’ha definito un gioco delle parti. E non c’è definizione migliore per descrivere il Consiglio comunale in cui ieri sera, a San Filippo del Mela, si è discusso dell’inceneritore A2A. Al centro dello scontro la Conferenza dei servizi del 19 giugno, in cui il Commissario del Comune Alfredo Biancuzzo ha votato favorevolmente al PIC – parere istruttorio conclusivo – con cui si è chiusa la procedura di AIA – autorizzazione integrata ambientale. Ma il Consiglio è stato occasione per uno scontro a 360 gradi, sia interno alla politica filippese, sia tra la stessa e le associazioni ambientaliste, che hanno letteralmente assediato l’aula.

Un commissario inadeguato
A uscirne con le ossa rotte è il commissario regionale Biancuzzo. In risposta alle accuse di aver ignorato la volontà popolare, l’ingegnere non ha saputo far altro che balbettare delle scuse, spiegando che in tre giorni non poteva accumulare una preparazione tale da affrontare adeguatamente l’argomento. Una dichiarazione gravissima, specie da parte di un tecnico che si ritrova ad amministrare un Comune delicato in una delle fasi più importanti della sua storia recente. A peggiorare la situazione sono state le accuse riguardo il mancato coinvolgimento delle minoranze consiliari proprio nella decisione su cosa fare in Conferenza dei servizi. L’unico tentativo di difesa è stato ribadire che non si poteva non approvare il Pic, vista la natura esclusivamente tecnica della procedura; un’affermazione corretta, che però non giustifica una certa superficialità nell’approccio alla questione.

Paulesu show
Il vero obiettivo dei presenti è stato però il presidente del Consiglio Gavino Paulesu, su cui maggioranza, opposizioni e ambientalisti hanno trovato un’anomala convergenza. Paulesu è stato accusato da tutti di aver “suggerito” al commissario l’approvazione del PIC, avendolo accompagnato a Roma il 19 giugno; dalla sua maggioranza di fare il doppio gioco; dalle opposizioni di non averle coinvolte nel processo decisionale. Dal canto suo, Paulesu ha messo tutte le carte in tavola: i messaggi whatsapp scambiati con i consiglieri di maggioranza; il confronto tra il parere redatto dall’ex sindaco Aliprandi e quello – praticamente identico – presentato da Biancuzzo; la natura tecnica dell’AIA, che confluirà adesso nella VIA – Valutazione di impatto ambientale -, dove sarà possibile far valere considerazioni di natura politica, e non solo tecnica.
La posizione di Paulesu si può riassumere così: le prescrizioni richieste dal Comune sono talmente severe che costringeranno l’azienda, in fase di VIA, a lasciar perdere il progetto. Almeno nella valle del Mela.

La fiducia di cittadini e associazioni nel suo operato è però molto bassa, perché è difficile capire in che modo questa posizione si concilia con le timide scuse di Biancuzzo e, soprattutto, con la proposta di rivedere il PIC. Secondo l’esperto del Comune, Eugenio Cottone, ci sono dei vizi di natura formale che potrebbero determinare la revisione del PIC; ma si tratta di un’ipotesi, e comunque non si capisce che bisogno c’è di rivedere un PIC che viene ritenuto già sufficientemente restrittivo. Resta il fatto che, in un fuoco incrociato che parte proprio dalla ex maggioranza che sosteneva il sindaco Aliprandi, Paulesu è diventato il capro espiatorio ideale, in una situazione che è ormai di tutti contro tutti.

Un consiglio a pezzi
Nel Consiglio di ieri è anche emersa la frattura tra quel che resta dell’amministrazione Aliprandi e la sua maggioranza. Buona parte della seduta si è concentrata proprio sulle accuse di malafede tra Paulesu e il capogruppo di maggioranza Saverio Italiano. Il consigliere ha chiesto le dimissioni di Paulesu, ma non ha saputo spiegare adeguatamente perché le riserve espresse ieri non siano state riportate anche nelle riunioni precedenti alla Conferenza dei servizi. Italiano ha inoltre dichiarato che, a suo parere, non ci sono i margini per chiedere la revisione del PIC, e che dunque si è di fronte a un fatto compiuto.

Ad approfittare dello scontro è il consigliere Felice Bartolone, che torna ad alzare la voce chiedendo di essere coinvolto, insieme alla sua minoranza, nelle riunioni in cui si decidono le posizioni da tenere durante l’iter autorizzativo. Spara sulla croce rossa Bartolone, che incassa facili applausi dal pubblico attaccando Paulesu, ma non può dirsi esente da quell’inerzia di cui tutti i consiglieri si accusano reciprocamente. I consiglieri di maggioranza e minoranza hanno evitato qualunque iniziativa precedente al 19 giugno, salvo poi ritrovarsi in Consiglio a lamentare il mancato coinvolgimento nelle scelte dell’Ente. Una critica forse legittima, certamente tardiva; o un tentativo, dicono i maligni, di recuperare una certa verginità politica agli occhi dei cittadini.
I

n questo senso, l’unica a dimostrare una certa maturità è stata la consigliera Azzurra Amico, che ha chiesto ai consiglieri di riunirsi, ognuno da indipendente, per elaborare un documento congiunto che risani, almeno sulla questione inceneritore, la frattura in Consiglio. “Inutile piangere sul latte versato” – ha spiegato Amico – “ora bisogna solo ritrovare compattezza e fare quel che è ancora possibile per fermare il progetto”.

Le prossime mosse
Resta da capire quali saranno le prossime mosse degli attori in gioco.
Paulesu ha concluso la seduta presentando una proposta in cui si ribadisce la netta contrarietà all’inceneritore, chiedendo una convergenza sul documento ai consiglieri; dal canto loro, i consiglieri non sembrano affatto disposti ad approvare un documento frutto del presidente del Consiglio. Al termine della seduta di ieri, non un atto concreto è emerso; solo ipotesi su come andare avanti. È chiaro a tutti che la battaglia campale sarà in sede di VIA; e per questo le associazioni ambientaliste hanno sollecitato il Comune a presentare le dovute osservazioni, ribadendo le numerose perplessità che rendono discutibile il progetto: incompatibilità con il Piano paesaggistico e con il piano regionale dei rifiuti, perplessità sulla provenienza del CSS e sulle modalità con cui verrà trasportato e smaltito; perplessità sull’installazione in un’area già prostrata da anni di attività industriale di un’altra azienda ad alto impatto ambientale.

Il parere favorevole in sede di AIA non autorizza nulla, e non è decisivo. Ancora una volta, sono però emerse le fratture e gli scontri intestini al fronte del No all’inceneritore. In mezzo, A2A si gode il vantaggio negoziale rispetto al pulviscolo di avversari che si oppongono al progetto. E, come gli abitanti della valle del Mela sanno bene, le leggi non servono a nulla se non c’è un fronte politico compatto disposto a farle rispettare.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007