Le unioni civili dividono l'aula, polemiche e scontri lasciano ancora tutto in stand by

Le unioni civili dividono l’aula, polemiche e scontri lasciano ancora tutto in stand by

Francesca Stornante

Le unioni civili dividono l’aula, polemiche e scontri lasciano ancora tutto in stand by

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venerdì 09 Ottobre 2015 - 17:26

La seduta della commissione Regolamenti ha fatto emergere chiaramente malumori e ostruzionismi politici sull'approvazione del registro delle unioni civili. Un lunghissimo dibattito e duri scontri non hanno chiuso il cerchio sugli emendamenti, la delibera resta ferma ma c'è chi ha intenzione di andare avanti a tutti i costi.

Polemiche su polemiche. Dentro e fuori dall’aula. E una sensazione che per molti è ormai certezza: questo consiglio comunale non ha intenzione di approvare a breve il registro delle unioni civili. Nonostante i buoni propositi e le dichiarazioni di intenti, quello che sta accadendo da quando la delibera di istituzione del registro è tornata nel dibattito civico consesso assume sempre più i contorni di uno scontro politico e ideologico tra chi avrebbe voluto già votarla e chi invece continua a prendere tempo. La presidente del consiglio Emilia Barrile, sottoscrivendo il documento del comitato Arcigay che nel giorno della Tari si era presentato in aula in segno di protesta dopo le dichiarazioni su Fb di Nicola Cucinotta, si è ufficialmente impegnata a nome di tutto il Consiglio a trattare la delicata questione entro la fine del mese di ottobre, i primi malumori tra i consiglieri però iniziano a farsi sentire. E sono emersi chiaramente durante la commissione Regolamenti presieduta dalla consigliera Mariella Perrone che si è ritrovata a tenere per oltre tre ore una seduta dai toni forti e in cui non sono mancati gli scontri.

Durante l’ultima seduta di consiglio lo scorso martedì la consigliera Lucy Fenech, come già aveva annunciato ai colleghi, aveva tentato il prelievo della delibera per portarla in discussione, nonostante le intenzioni della maggioranza dell’aula erano contrarie. A fermarla alcuni vizi di forma e la mancanza dei pareri dei dirigenti sui 7 emendamenti che erano stati presentati. Così era stato tutto rinviato a oggi, con una nuova discussione in commissione per chiudere il cerchio sugli emendamenti e rendere la delibera pronta per essere votata in aula. Ma così non è stato. A tirar fuori un “buon motivo” per non correre troppo sul registro è stato Giuseppe Santalco che ha ricordato all’aula che il DDL Cirinnà sulle unioni civili andrà in aula il prossimo 14 ottobre dunque a questo punto sarebbe più opportuno attendere cosa accadrà a Roma per evitare di votare adesso in fretta e furia un provvedimento che si rivelerebbe nullo. Una tesi sposata anche dal capogruppo Udc Franco Mondello, ma che è stata letta da chi vuole invece andare avanti sul provvedimento come l’ennesimo tentativo di tirare il freno.

Scontro a viso aperto, prima dentro e poi fuori dall’aula, tra l’assessore Patrizia Panarello e la capogruppo Dr Elvira Amata. L’assessore ha puntualizzato che nessun passo indietro sarà fatto dall’amministrazione su questo argomento e anzi ha detto all’aula di assumersi la responsabilità e di affrontare la delibera senza ulteriori rinvii, la consigliera Amata ha replicato a muso duro parlando di accordi tra questa amministrazione e il comitato Arcigay, come se l’approvazione del registro fosse una sorta di “pegno” da pagare per l’appoggio avuto in campagna elettorale. Parole che hanno scatenato un botta e risposta infuocato.

Alla fine però un solo emendamento è stato messo ai voti, tra l’altro mentre in aula erano rimasti solo quei consiglieri che vogliono andare avanti sul registro. A quel punto una fuga strategica ha fatto cadere il numero legale e dunque tutto rinviato al prossimo Consiglio. Giovedì sera Lucy Fenech tornerà a chiedere il prelievo della delibera. Ma da ora alla prossima settimana potrebbe succedere tutto e il contrario di tutto. Intanto le unioni civili restano in stand by.

Francesca Stornante

2 commenti

  1. Ma vogliamo aspettare che vi sia una legge nazionale sull’argomento e occuparci di problemi più concreti, come dare case a chi non ne ha?

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  2. Ma vogliamo aspettare che vi sia una legge nazionale sull’argomento e occuparci di problemi più concreti, come dare case a chi non ne ha?

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