Jannuzzo mattatore in “Girgenti… e la processione di San Calò”

Jannuzzo mattatore in “Girgenti… e la processione di San Calò”

Jannuzzo mattatore in “Girgenti… e la processione di San Calò”

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giovedì 04 Agosto 2011 - 20:46

Un successo lo spettacolo al Monte di Pietà

Provate a immaginare una stupenda serata di inizio agosto, un cielo terso e limpido in una calda estate, il tutto incorniciato da un fantastico scenario come quello del Monte di Pietà, luogo suggestivo e affascinante, memore della Messina che fu. Pensate a tutto questo e poi aggiungete un nome di un attore, amatissimo dal pubblico, come Gianfranco Jannuzzo. Riuscirete così a concepire con la fantasia una perfetta serata, due ore circa di risate garantite e tanta ironia tutta siciliana. “Girgenti… e la processione di San Calò”, la pièce andata in scena il 3 agosto, ha saputo cogliere, con notevole intensità, tutte le piccolezze, le imperfezioni, ma anche le grandezze e le peculiarità che contraddistinguono noi siciliani. L’attore agrigentino, figlio della scuola di Proietti, ha voluto riproporre numerosi suoi cavalli di battaglia, espressione di un cabaret puro, giocando molto sui dialetti e sulle loro differenze (confezionando anche un divertente esempio della parlata palermitana, dello slang catanese e di quello messinese), ma riuscendo ugualmente a scherzare sul gergo dei “cugini” calabresi e degli altri italiani.

Quasi a metà spettacolo, fa irruzione sul palco, accompagnato dalla tipicatammuriàta, il fercolo di San Calogero, San Calò appunto, il “santo nero”, fortemente venerato dagli agrigentini. Il colore della sua pelle, sottolinea Jannuzzo, la dice lunga, in epoca di respingimenti, sul senso di ospitalità tutto siciliano, e, aggiunge, tutto agrigentino. Del resto, Lampedusa si trova in provincia di Agrigento e lì si manifesta quotidianamente questa voglia di abbracciare il fratello in difficoltà, coscienti che solo dall’incontro fra popoli, culture diverse può nascere qualcosa di nuovo. Però, il tema che accompagna gran parte lo spettacolo è senz’altro l’amore e l’attaccamento verso la propria terra.

Poco importa se la città in questione è Agrigento, perché, come fa presente lo stesso Jannuzzo, a conclusione dello spettacolo, ognuno porta con sé questi sentimenti nei confronti del luogo di appartenenza. Quindi, non solo “Girgenti amore mio”, che è anche il titolo del fortunato spettacolo da cui deriva l’edizione estiva di ieri sera, ma, per Jannuzzo vale anche «Trieste amore mio, Roma amore mio, Messina amore mio, Giampilieri amore mio».

Piccola postilla: Verso le 21 l'organizzazione ha deciso di far entrare il pubblico che già dalle ore 19 affollava l’atrio del Monte di Pietà e una fiumana di gente ha letteralmente invaso la platea tanto che solo i più fortunati (ed anche i più veloci) sono riusciti a prendere posto in una delle poltroncine (che per ragioni di spazio e di sicurezza sono solo 250). Parecchie persone sono rimaste in piedi arrivando a gremire tutti gli spazi contigui al palco. In più, veramente degno di nota è il singolare quanto indecente siparietto andato in scena ancor prima dell’effettivo inizio dello spettacolo. Un assaggio di comicità tutta nostrana lo ha fornito un battibecco acceso da una apparente innocua signora del pubblico nei confronti di una maschera, la cui unica colpa era quella di aver svolto correttamente il lavoro che le era stato assegnato e cioè cercare di evitare che venissero occupate anche le primissime file, riservate alle autorità come consuetudine. La signora, evidentemente vittima della calura estiva, non ha fatto mancare una serie di insulti gratuiti, facendone nascere un diverbio, per fortuna solo verbale, al quale hanno partecipato anche altri del pubblico e interrotto solo dall’inizio dello spettacolo. L’ingresso gratuito qualche volta gioca brutti scherzi…

Il cartellone, proposto da Taormina Arte, continuerà l’8 Agosto con la commedia musicale “The hunchback of Notre Dame” alle 21.30 presso l’Anfiteatro del Palazzo della Cultura “Antonello da Messina”.

(di CLAUDIO STAITI)

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