Presidio regionale contro la violenza maschile verso le donne e l'ignavia istituzionale

Presidio regionale contro la violenza maschile verso le donne e l’ignavia istituzionale

Presidio regionale contro la violenza maschile verso le donne e l’ignavia istituzionale

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martedì 14 Ottobre 2014 - 08:30

il 24 ottobre alle ore 16 si incontrano, a Piazza Verdi (davanti al Teatro Massimo) a Palermo ed in altre città siciliane, associazioni, cittadine e cittadini per sottoscrivere un documento che verrà consegnato al Presidente della Regione, all’Assessore regionale di competenza e all’Anci Regionale affinché faccia da tramite per il suo ruolo con i Comuni

Per contrastare la violenza maschile contro le donne – fenomeno presente in Sicilia con una seria pervasività (il 23% delle donne ha subito una qualche forma di violenza), come evidenziato dall’Istat e dai Centri antiviolenza delle donne che operano da oltre 20 anni nella Regione – è necessario attuare interventi di prevenzione e di contrasto del fenomeno che valorizzino l’esistente e sviluppino interventi di alta qualità e impatto e programmare efficacemente l’utilizzo delle risorse.

La situazione siciliana è caratterizzata da una carenza strutturale di risorse e di servizi dedicati e da un non sufficiente riconoscimento dei Centri antiviolenza gestiti dalle donne sia per la qualità del lavoro, sia per la valenza politica e sociale della loro azione rispetto alle donne e ai diversi attori pubblici (forze dell’ordine, servizi socio sanitari, scuole, Asp e ospedali, ecc.).

Entro il 30 ottobre la Regione Siciliana dovrà inviare al Governo nazionale la Programmazione di dettaglio dei Fondi Nazionali per il 2014; se questa programmazione della spesa non verrà inviata in tempo, i fondi verranno persi. I fondi dell’anno 2014 relativi alla L.R. 3/2012 non sono ancora stati destinati e si creerà una difficoltà di spesa, come quella che si è avuta negli scorsi anni, mentre i Centri antiviolenza e le case rifugio vivono una condizione di precarietà e di rischio chiusura o riduzione drastica dei loro servizi per mancanza di risorse economiche. Infine, manca una programmazione triennale e ben pochi distretti socio sanitari intervengono a sostegno dei servizi dedicati (per i quali non sono stati formalizzati standard qualitativi adeguati alla delicatezza del loro intervento di protezione e sostegno ai nuovi progetti di vita per donne e bambini/e).

I soggetti pubblici responsabili degli interventi e della loro programmazione sono la regione Sicilia e i Comuni, ciascuno per le proprie competenze.

Il Coordinamento antiviolenza 21 luglio Palermo, la Rete regionale siciliana dei centri e dei servizi contro la violenza verso le donne ed il Coordinamento regionale associazioni aderenti a D.I.Re. contro la violenza (Cedav Messina – Thamaia Catania – Le Onde Palermo), il 24 ottobre alle ore 16 si incontrano, a Piazza Verdi (davanti al Teatro Massimo) a Palermo ed in altre città siciliane, associazioni, cittadine e cittadini per sottoscrivere un documento che verrà consegnato al Presidente della Regione, all’Assessore regionale di competenza e all’Anci Regionale affinché faccia da tramite per il suo ruolo con i Comuni.

"Chiediamo che la Regione Siciliana agisca tempestivamente per:

Rilevare quali siano i servizi e le strutture che si occupano di violenza di genere nella Regione Sicilia: per programmare bene, occorre sapere quanti e quali servizi pubblici e privati siano attivi nella Regione e come questi operano. È essenziale che i servizi siano di qualità e quindi è urgente che la Giunta Regionale approvi standard di funzionamento e di qualità per i Centri Antiviolenza e le Case di accoglienza ad indirizzo segreto, basandosi sulle indicazioni del Consiglio d’Europa.

Rilevare i servizi di qualità presenti e pubblicizzarli è un servizio per la cittadinanza che a questi servizi può da subito rivolgersi con fiducia per avere informazioni e aiuto. Tali servizi dovranno essere resi disponibili anche al grande pubblico attraverso la pubblicazione sul sito della Regione.

Conoscere il fenomeno a livello regionale: sapere quante donne, quante ragazze, quanti bambini e bambine soffrono violenza e quali siano i loro problemi è utile a programmare interventi efficaci e non azioni sporadiche. Per fare questo vanno attivati flussi informativi dai centri antiviolenza delle donne, dai servizi dedicati, dal sistema socio sanitario e dal sistema della giustizia. L’Osservatorio regionale deve offrire queste informazioni anche al grande pubblico e servono competenze interne e collaborazioni con enti di ricerca già attivi in materia (ad es. l’IRPSS-CNR).

Implementare e garantire l’attività dei Centri antiviolenza delle donne e dei servizi dedicati, distribuiti sull’intero territorio regionale, a fronte di un’attuale presenza sporadica o di servizi operativi per 2/4 ore settimanali nella stragrande maggioranza dei casi, tranne che in alcune realtà dove operano i Centri antiviolenza delle donne.

La copertura territoriale minima sarebbe di un Centro antiviolenza o servizio dedicato per ognuno dei 55 Distretti socio sanitari presenti nella Regione.

Un’azione culturale e formativa di prevenzione e contrasto della violenza maschile verso le donne con una campagna di informazione e sensibilizzazione rivolta agli/alle adolescenti (p.es. anche tramite i social media) mirata a sviluppare la propria consapevolezza sul corpo, sulla libertà, sulla responsabilità etc. e con un’attività di informazione e formazione per le/i docenti rivolta a tutte le scuole di ogni ordine e grado sul territorio regionale

Chiediamo che i Comuni si facciano parte attiva per

garantire che i servizi attualmente funzionanti nel loro territorio si adeguino agli standard qualitativi richiesti

sostenere finanziariamente i Centri antiviolenza delle donne, affinché non rischino di chiudere o di ridurre la loro attività ad interventi residuali basati esclusivamente sul volontariato.

Chiediamo che questi impegni si concretizzino entro l’8 marzo 2015 con azioni e attività di programmazione e vigileremo affinché ciò sia fatto, valutando l’operato e predisponendo conseguenti azioni per renderlo pubblico".

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