Teatro, Puglisi scrive all'assessore regionale Barbagallo: "Il Cda è diviso, scelga lei il sovrintendente"

Teatro, Puglisi scrive all’assessore regionale Barbagallo: “Il Cda è diviso, scelga lei il sovrintendente”

Rosaria Brancato

Teatro, Puglisi scrive all’assessore regionale Barbagallo: “Il Cda è diviso, scelga lei il sovrintendente”

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venerdì 15 Luglio 2016 - 22:04

Il presidente trasmette i curricula di Curtolo e Bernava, sui quali si è diviso il Cda, invitando l'assessore Barbagallo a decidere in fretta. In realtà i vertici del Teatro hanno avuto un mese e mezzo di tempo per scegliere il successore di Saija....

La “resa” è ufficiale. I termini per la nomina del nuovo sovrintendente sono scaduti il 1 luglio ed in base alla legge istitutiva del Teatro Vittorio Emanuele spetta all’assessore regionale la scelta del successore di Saija. Ma la lettera trasmessa dal presidente dell’Ente, Maurizio Puglisi all’assessore Anthony Barbagallo con la quale comunica ufficialmente la mancata designazione, è, come lui stesso l’ha definita: “la sconfitta del Cda”. Se la palla da oggi è ufficialmente in mano all’assessore regionale allo spettacolo è perché il Cda nelle ultime settimane (i termini per la presentazione dei curricula sono scaduti addirittura il 9 giugno, più di un mese fa), si è diviso senza alcuna possibilità di composizione. La “partita” è finita 3 a 3, con Puglisi, Giacoppo e Moschella a favore di Angelo Curtolo e Macris, Altomonte e Pulejo per Egidio Bernava. A complicare la situazione è il fatto che la nomina del sostituto del consigliere dimissionario Totò D’Urso, il giornalista Luciano Fiorino, è bloccata per via della riduzione dei componenti dei Cda operata a livello regionale.

Nella lettera trasmessa a Barbagallo il presidente del Teatro sintetizza gli ultimi passaggi, avvenuti tramite un avviso pubblico al quale hanno risposto entro il 9 giugno ben 20 candidati. Dopo una prima valutazione la rosa dei candidati è stata ridotta a 5 nomi, invitati a presentarsi ad un colloquio. Soltanto uno ha riunciato, riducendo ulteriormente la rosa a 4, ma alla fine lo scontro è stato tra Bernava e Curtolo. Impossibile raggiungere l’intesa anche perché Bernava, che già aveva presentato il suo curriculum nel 2014 e che è stato anche presidente del Teatro, sconta il “peccato originale” di essere stato tra gli assessori designati di Felice Calabrò alle amministrative del 2013, quindi di essere “dall’altra parte della barricata” rispetto ad Accorinti ed agli attuali vertici del Teatro nominati proprio dal sindaco.

“All’interno del Cda si sono manifestate due linee di pensiero contrapposte– scrive Puglisi- l’una tendente a privilegiare una situazione localistica, l’altra tendente a privilegiare un profilo di alta professionalità avendo registrato anche per il candidato non residente a Messina la sua disponibilità a trasferirsi in città. Procedendo alla votazione si è arrivati ad un perfetto equilibrio. Purtroppo essendo il Cda non integro nella sua previsione numerica per la mancanza di un componente e quindi ridotto al numero di 6, la situazione di stallo permane”.

Non si comprende perchè nella lettera Puglisi contrapponga una mera “soluzione localistica” (Bernava) ad una soluzione “di alta professionalità” (Curtolo), collegando la qualità ad un semplice fatto di residenza, come se l’essere messinesi impedisca la possibilità di avere un’alta professionalità. Seguendo questo criterio i vertici del teatro non dovrebbero essere quelli attuali.

“A tal fine-continua il presidente- ritenendo rivestire carattere di assoluta urgenza procedere alla nomina del nuovo sovrintendente le trasmetto i curricula dei due candidati prescelti dal Cda per una Sua serena valutazione in ordine alle competenze e capacità di ciascuno dei due”.

La palla passa definitivamente all’assessore Barbagallo e l’auspicio è che decida rapidamente anche perché manca un sovrintendente da un mese e mezzo, peraltro in una fase molto critica per l’Ente, alle prese con le difficoltà di programmazione e con i bilanci ancora non approvati.

Sulla contesa interna al Cda lo stesso presidente Puglisi intervenendo in Commissione spettacoli, presieduta da Piero Adamo, non era stato tenero: “Le divisioni sul sovrintendente rappresentano una grande sconfitta- ha detto giovedì a Palazzo Zanca-perché così facendo abbiamo abdicato alla nostra autonomia. E’ vero che i consiglieri sono stati scelti dalla politica ma sono stati liberi all’interno del Cda, non si può parlare di gestione politica. Certo un Cda che non riesce a decidere su una tematica così importante dovrebbe dimettersi a questo punto. Sulle altre cose abbiamo sempre deliberato, ma sul sovrintendente una visione troppo localistica ha portato alla spaccatura”.

Il presidente evidentemente non ricorda, quando contesta la “visione troppo localistica”, che in occasione della scelta del sovrintendente, nel 2014, furono proprio gli stessi che oggi “guardano fuori dalla riva dello Stretto” a battersi per il “localistico” Saija, mentre ad esempio, tra tutti Laura Pulejo, insisteva per Catello De Martino, ex sovrintendente dell’Opera di Roma. Probabilmente sula visione localistica oggi Puglisi ha cambiato idea.

Rosaria Brancato

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