Abusivi alla foce del torrente Gazzi. Ma alcuni hanno un certificato di residenza

Abusivi alla foce del torrente Gazzi. Ma alcuni hanno un certificato di residenza

Sara Faraci

Abusivi alla foce del torrente Gazzi. Ma alcuni hanno un certificato di residenza

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martedì 25 Febbraio 2014 - 10:20

Battuta d’arresto per il progetto di bonifica dei litorali della zona sud. Il piano di riqualificazione incontra lo strano ostacolo delle case abusive ma “riconosciute” dal Comune. Intanto l’infittirsi delle sterpaglie in prossimità dello svincolo di S. Filippo crea importanti problemi di visibilità

Un regolare certificato di residenza. Superato il controllo di rito dei vigili urbani. Predisposti ed effettuati gli accertamenti di legittimità da parte del Comune. Le loro abitazioni insistono sulla foce dei torrenti Gazzi e Oreto. In sostanza, però, sono abusivi. Uno strano corto circuito da tempi immemori volutamente ignorato dall’Amministrazione. Uno strano caso di carenza comunicativa tra settori della stessa gestione cittadina.

Ma prima o poi, si sa, i nodi vengono al pettine. E così quelle stesse case che affollano la foce dei due torrenti, diventano adesso scomode presenze per il progetto di bonifica che in un dignitoso silenzio avanza a macchia d’olio lungo le coste della zona sud.

Travolti manufatti abusivi, rastrellato il sostegno delle parti politiche, coinvolto infine il Dipartimento Protezione Civile e Difesa del suolo Comune, il piano di recupero e valorizzazione, da sempre nelle migliori intenzioni delle nuove menti ecologiste di Palazzo Zanca, soffre adesso una battuta d’arresto. Aberrazioni burocratiche e incongruenze amministrative impattano il prossimo evolversi del piano riqualificativo delle coste.

Com’è possibile che fabbricati insistenti sul demanio abbiano superato a pieni voti il controllo di regolarità degli uffici? Com’è possibile che gli abusivi di Gazzi e Oreto risultino regolarmente residenti in queste aree? “Eppure per le dirigenze comunali non dovrebbe essere una grossa sorpresa – spiega il consigliere della III Circoscrizione, Santi Interdonato, che ha acceso i riflettori sulla spinosa questione. Già dal 2001, infatti, la Capitaneria di Porto tentava uno sgombero della zona con notifiche delle rispettive ingiunzioni. Già da allora era lampante la ferma intenzione dei coloni irregolari di non fare alcun riscontro a tale richiesta”.

Del resto il problema dell’emergenza abitativa di quest’area è ancor più gravoso se si pensa che proprio l’anomalia di queste modalità di insediamento edilizio ha lasciato fuori l’area dal bando emanato dal Dipartimento Risanamento, impedendo di inquadrarla in seno alla graduatoria di recente pubblicazione.

Tante parole un solo, insormontabile nodo gordiano: trovare le case. Così dall’urgenza di una pronta soluzione alla proposta di emanazione di un bando di finanziamento per l’acquisto di nuovi alloggi il passo è breve. Soprattutto se a proporre questa agognata panacea è lo stesso assessore all’Urbanistica, Sergio De Cola. Che poi la proposta sia stata avanzata nell’ambito di una seduta del Consiglio Circoscrizionale è circostanza che non cancella le parole. Interdonato non lascia margini a un’eventuale ritrattazione dell’idea, ormai il dado è tratto.

Ma, per quanto sufficienti a impegnare Comune e Circoscrizioni per intere settimane, le problematiche dell’abusivismo edilizio non sono le uniche a proiettare, della zona sud, l’immagine di una zona scarsamente curata e poco vivibile. A preoccupare i consiglieri Rosario Santoro e Giuseppe Crimi, dell’attiguo Quartiere, le folte sterpaglie che si infittiscono in prossimità dello svincolo autostradale di S. Filippo, ostruendo una piena visibilità da parte degli automobilisti che percorrono la carreggiata in entrata e in uscita dalla tangenziale.

Veri e propri arbusti ormai prospicienti l’attraversamento, invadono letteralmente la carreggiata, divenendo oltretutto focolaio di infezioni a causa del proliferare di zecche e insetti che colonizzano l’irregolare agglomerato selvatico. Operazioni di bonifica e scerbatura, già varie volte invocate dai residenti delle palazzine di S. Lucia, sono oggi al centro di un’interrogazione inoltrata dai due consiglieri al presidente di Quartiere, affinché si adoperi in una capillare e tempestiva sollecitazione delle istituzioni preposte alla soluzione del problema.

(Sara Faraci)

Un commento

  1. avete dimenticato che Messina non molto tempo fa è stata definita “CLOACA”,ed allora quale lo scandalo?

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