Il Policlinico mette le mani in tasca ai suoi lavoratori, scatta la protesta

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Il Policlinico mette le mani in tasca ai suoi lavoratori, scatta la protesta

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martedì 11 Febbraio 2014 - 18:30

Il sindacato Usb ha organizzato un presidio in programma giovedì mattina, alle ore 10, davanti all’accesso del Policlinico in via Consolare Valeria e chiesto un incontro al Rettore e al Direttore generale per avere chiarimenti sulla vicenda che ha colpito numerosi lavoratori.

Il personale del Policlinico all’improvviso si è visto recapitare un avviso che intimava alla restituzione di alcune somme percepite negli anni come salario. Una vera e propria intimazione di pagamento che ha raggiunto sia i sanitari che gli amministrativi e che ha fatto balzare dalla sedia quasi tutti i dipendenti che, secondo l’avviso, dovrebbero tirar fuori dal portafogli cifre che toccano addirittura i sette mila euro.

Il sindacato Usb però non ci sta e ha indetto una prima manifestazione di protesta in programma giovedì mattina, alle ore 10, davanti all’accesso del Policlinico in via Consolare Valeria.

“Non basta la continua richiesta di disponibilità al personale, i continui tagli alle condizioni di lavoro, ora questa richiesta dell’Azienda che vuole mettere direttamente le mani in tasca ai lavoratori. Abbiamo una brutta notizia: l’Azienda quelle tasche le trova già svuotate da contratti e stipendi che da un pezzo non arrivano a fine mese, fermi ormai da 5 anni e chissà fino a quando” ammonisce Vincenzo Capomolla della federazione USB di Messina.

Il sindacalista spiega che si tratta di compensi che sono stati correttamente decisi ed erogati a partire dal 1998 a seguito di un contratto aziendale sottoscritto dall’Azienda stessa e da Cgil, Cisl e Uil che tra l’altro al momento non sono ancora intervenute nelle vicenda.

“Credevamo che l’obiettivo dovesse essere migliorare il servizio e le prestazioni sanitarie pubbliche, magari rivedere i flussi di spesa, non continuare come sempre con questa politica da Robin Hood al contrario che da una parte vuole mettere le mani nelle tasche dei lavoratori e dall’altra li chiama a turni e condizioni di lavoro sempre più precarie ed al limite”, continua il dirigente USB.

“Ancora, ci chiediamo anche a cosa servano sindacalmente accordi, firme e contratti se poi gli stessi firmatari dopo anni possono battere cassa e chiedere, chissà poi perché, la restituzione del salario. Un precedente pericoloso ed una situazione francamente inaccettabile”, conclude il rappresentante USB, “sulla quale abbiamo chiamato in causa direttamente il Magnifico Rettore e la Direzione Generale dell’AOU e siamo pronti a dare voce alla mobilitazione e dalle proteste dei lavoratori”.

F.St.

2 commenti

  1. C’e’ un contratto , le parti hanno firmato , il salario è stato corrisposto . Non poteva essere firmato quell’accordo ?
    Saranno responsabili i dirigenti che hanno firmato quell’accordo, non certo i lavoratori.
    Sulla base di che cosa l’azienda pretende indietro una parte della retribuzione dei lavoratori?

    Magari, c’e’ qualche indagine della Corte dei Conti….

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  2. PERCHÈ NON VIENE RICHIESTA LA RESTITUZIONE DI PARTE DI QUELLE “PRODUTTIVITÀ OSCENE” PERCEPITE DAI DIRIGENTI AMMINISTRATIVI ( ANCHE DI 26 MILA EURO )?
    NO QUELLI SONO INTOCCABILI………. SONO IL MOTORE DEL POLICLINICO………SENZA DI LORO IL POLICLINICO SI FERMA……..SENZA DI LORO CHI VI FARÀ MAI UNA GASTROSCOPIA, UN ELETTROCARDIOGRAMMA, UNA TAC, UNA RMN, UNA VISITA UROLOGICA, UNA VISITA ORTOPEDICA, CHI ASSISTERÀ I PAZIENTI, CHI FARÀ LE PUNTURE, CHI METTERÀ LE FLEBOCLISI ecc……?
    LA VERITÀ È CHE “QUELLI” STANNO AI LAVORATORI DEL POLICLINICO COME I PARLAMENTARI STANNO AL POPOLO ITALIANO

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