Province:il Cga stoppa i nuovi commissariamenti. La riforma sempre più nel caos

Province:il Cga stoppa i nuovi commissariamenti. La riforma sempre più nel caos

Rosaria Brancato

Province:il Cga stoppa i nuovi commissariamenti. La riforma sempre più nel caos

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giovedì 27 Febbraio 2014 - 15:25

Ancora una tegola sulla riforma delle province. Mentre l'Ars è alle prese con un dibattito di fuoco sul ddl, il Cga esprime un parere, su richiesta dell'assessore Valenti, in merito ai commissariamenti degli Enti. Il Consiglio di Giustizia amministrativa ritiene illegittime le nuove nomine di commissari straordinari firmate dopo il 31 dicembre 2013, ma regolari le proroghe. E la riforma è sempre più nel caos...

Il cammino della riforma delle province è ormai un percorso ad ostacoli ed il traguardo si fa sempre più lontano. Mentre l’Ars ricomincia il dibattito sul Ddl che, rispetto all’idea originaria del governo, si è trasformato in una “creatura normativa” bizzarra distante anni luce dalle intenzioni iniziali, è il Cga a porre alcuni paletti, formulando un parere sulla nomina dei nuovi commissari dopo il 31 dicembre 2013. Era stata l’assessore regionale Patrizia Valenti a rivolgersi al Cga proprio per avere chiarimenti in merito ai decreti di nomina di nuovi commissari delle province nonché alle proroghe degli altri commissariamenti, per evitare di incorrere in rischi di illegittimità che avrebbero portato a nuove elezioni.

Facciamo un passo indietro al 31 dicembre 2013, data di scadenza dei commissariamenti, fissato dalla legge regionale 7/2013, quando la giunta mandò a casa Presidenti e consigli provinciali, sospendendo le elezioni, fissando il termine di sei mesi per la riforma delle province e l’istituzione dei Liberi Consorzi.

Il governo Crocetta non è riuscito a varare, come è noto, la riforma nei sei mesi previsti e l’Ars, quando il 28 dicembre arrivò in Aula la proposta di prorogare i commissari fino ad ottobre 2014, la bocciò sonoramente, mandando sotto la maggioranza. La giunta riuscì a mettere una toppa grazie ad una mini-proroga di 45 giorni, fino al 15 febbraio, sperando che l’Ars riuscisse a varare un Ddl a prova d’impugnativa del Commissario dello Stato. Non è andata così, quella che Musumeci ha ribattezzato come “riforma Giletti”, partorita in diretta Rai, naviga ancora in alto mare, tra attacchi dei franchi tiratori, bordate dell’opposizione e autogol della maggioranza. L’assessore Valenti, rendendosi conto di essere ormai al centro del caos, ha firmato nuove proroghe per i commissari fino a giugno 2014, procedendo anche con nuovi commissari (come a Trapani), sottolineando però che i tempi per convocare i comizi elettorali e quindi indire le elezioni in caso di fallimento della riforma ci sono tutti. L’Ars ha tempo fino al 15 aprile per votare la legge, ma se proprio non dovesse farcela, saranno indetti i comizi. Quanto ai commissariamenti l’assessore, anche con l’arrivo delle prime messe in mora, ha chiesto lumi al Cga, che ieri ha risposto.

In base al parere del Consiglio di giustizia la Regione non poteva procedere a nuovi commissariamenti dopo il 31 dicembre 2013, ma le proroghe sono consentite.

Là dove però sono state firmate nuove nomine sono illegittime e si deve procedere a nuove elezioni.

“Oltre la data del 31 dicembre 2013– si legge nel parere del Cga- non possono legittimamente intervenire nuove nomine di commissari straordinari per i fini della L.R. n. 7/2013, fatti salvi i casi di sopravvenienze che attengono alla persona incaricata (si intende affermare che la persona fisica del commissario, qualora per varie ragioni non sia più in grado di svolgere l’incarico, possa essere sostituita anche dopo la data del 31 dicembre 2013); si tratterebbe in tal caso, infatti, di una mera sostituzione del soggetto e non di un rinnovo della funzione”.

Non è quindi legittimo effettuare nuove nomine, ma è possibile prorogare i commissari straordinari insediati nel giugno 2013, in base alla l.r 7/2013, poiché si tratta di rinnovo di un incarico avvenuto in data antecedente al 31 dicembre. Il Cga mette però paletti, prevedendo che le proroghe siano consentite esclusivamente fino alla costituzione dei Liberi Consorzi di Comuni (nel caso in cui venga varata la riforma) oppure fino al 30 giugno 2014, in caso di mancata approvazione della legge e quindi fino a quando si svolgeranno le elezioni per il rinnovo dei Consigli Provinciali, sospese lo scorso anno.

Là dove invece dal 31 dicembre sono stati nominati nuovi commissari, violando quindi il disposto della l.r.7/2013, la Regione, secondo il parere del Cga, dovrà comunque indire i comizi elettorali per il rinnovo degli organismi entro il 30 giugno 2014.

La situazione, ove mai fosse possibile, si fa ancora più ingarbugliata, perché finisce con il dividere il percorso delle diverse province: quelle i cui commissari sono stati prorogati restano tali, quelle in cui c’è stata una nuova nomina dopo il 31 dicembre tornano al voto. Tutto questo mentre non si può neanche immaginare che tipo di legge varerà l’Ars (e se ci riuscirà….) dal momento che il testo è in continuo mutare in base alle imboscate dell’Aula e ai tentativi di mediazione ed in ogni caso l’ultima parola spetta al Commissario dello Stato che potrebbe impugnarla in tutto o in parte. Nel frattempo fioccano diffide e messa in mora sui commissariamenti e sulle proroghe, nonché ricorsi al Tar.

Il governo, che negli ultimi giorni ha cercato (e ottenuto) anche l’intesa con il Nuovo centro destra di Alfano, pur di portare a casa il risultato, sa di essere finito in un vicolo cieco e dire oggi cosa accadrà tra 24 ore è ormai impossibile.

In questo quadro per Crocetta ci sono altre due “grane” : il rimpasto non più rinviabile e la Finanziaria Bis, che il governatore aveva annunciato di voler deliberare oggi ma che è già slittata alla prossima settimana. Dalla Finanziaria Bis dipende il destino di centinaia di famiglie siciliane che sicuramente farebbero volentieri a meno della pantomina sulle province per passare a qualcosa di più serio.

Rosaria Brancato

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