Al via il Corso "Donne, politica e istituzioni", nonostante le difficoltà dell'università pubblica

Al via il Corso “Donne, politica e istituzioni”, nonostante le difficoltà dell’università pubblica

Eleonora Corace

Al via il Corso “Donne, politica e istituzioni”, nonostante le difficoltà dell’università pubblica

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domenica 16 Settembre 2012 - 12:31

Parte il corso biennale "Donne, politica e istituzioni", coordinato dalla Professoressa Cocchiara. Nella conferenza inaugurale, nell'Aula Magna dell'Università di Messina, sono stare illustrate le novità del corso di quest'anno rispetto alle precedenti edizioni.

Condivisione e prospettiva di genere. Sono le due parole chiave del corso Donne politica, ed istituzioni, coordinato dalla professoressa maria antonella cocchiara e inaugurato con una conferenza nell’aula magna del nostro ateneo. Se a metà luglio le iscrizioni languivano al punto da far pensare che non si sarebbe mai raggiunto il numero prestabilito di ottanta posti, entro lo scadere della data per la consegna delle richieste, la professoressa è stata letteralmente sommersa da una valanga di domande, ben 165. Un corso che è arrivato alla sua terza edizione, ma a differenza delle precedenti, ha dovuto subire le incertezze e le difficoltà del difficilissimo periodo che sta attraversando l’università pubblica italiana, quella della riforma e della crisi economica – dove non ci sono soldi neppure per fare una fotocopia, come è stato sottolineato nel corso della conferenza. Presenti alla conferenza inaugurale il preside della facoltà di scienze politiche, Andrea Romano, e il direttore del DISEM Alberto Russo, entrambi al tramonto del loro mandato, dal momento che l’epoca delle facoltà si chiuderà per sempre questo primo ottobre – al posto delle facoltà nasceranno i dipartimenti – e tutti gli assetti accademici muteranno di conseguenza, tanto che i due professori intervenendo alla conferenza, si dichiaravano con sarcasmo “morenti” dal punto di vista delle rispettive cariche accademiche. Al tavolo dei relatori anche la prorettrice De Pascquale e la professoressa Mariaenza La Torre presidente del CPO. Il corso, realizzato dal dipartimento degli studi Europei e Mediterranei dell’Università degli Studi di Messina, dal Comitato per le Pari Opportunità dell’Ateneo Peloritano, con il supporto del Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Questa terza edizionae rivela diverse novità rispetto ai corsi degli anni successivi. E se le risorse economiche dell’università, questa volta non consentono neppure di fornire il materiale base ai fini didattici in formato cartaceo, per fortuna ci si può affidare alla tecnologia. Il webmaster del corso, dott. Pirrotta, ha attivato nella piattaforma e-learning della facoltà di scienze politiche un link per aquisire il materiale messo a disposizione dai docenti. Una novità importantissima, invece, sono gli stages, nei quali i corsisti avranno la preziosa opportunità di fare pratica presso istituzioni ed associazioni vicine al tema delle pari opportunità. Si inaugurerà in questa edizione, inoltre, un gemellaggio con l’università di Catania. Ammesse inoltre una trentina di uditrici, che potranno comunque seguire le lezioni e partecipare alle attività. Inoltre, alle valutazioni finali quest’anno si aggiunge un premio per i corsisti che si aggiudicheranno i primi due posti: potranno partecipare alle iniziative europee della delegazione del comune di Monforte San Giorgio. Un comune piccolo, quello di Monforte San Giorgio, ma estremamente attivo e da qualche anno proiettato sulla scena internazionale, grazie a un progetto sulle pari opportunità finanziato dall’Unione Europea. Come ha spiegato il sindaco Nino Romanzo, progetti come questi: “danno delle possibilità ai giovani, aprendo i confini del territorio sia da un punto di vista geografico che mentale”.

Un commento

  1. pari opportunita’??? MA SANNO DI COSA PARLANO? HANNO MAI LETTO L’ARTICOLO 3 DELLA NOSTRA CARTA COSTITUZIONALE? E MAGARI POI SI CREDONO PURE MIGLIORI.
    FERMO RESTANDO CHE E’ POSSIBILE CHE ABBIAMO ANCHE DELLA QUALITA’, SE SI CONTINUA A CALPESTARE UN PRINCIPIO FONDAMENTALE ALLORA SI VUOLE CONTINUARE A CREARE PROBLEMATICHE TRA “CASTE” CHE NULLA HANNO A CHE VEDERE CON LA PERSONA, CHE NON PUO’ ESSERE RISPETTATA PIU’ O MENO SE E’ DONNA, MA LO DEVE ESSERE IN QUANTO PERSONA.

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