L'Udc: Piemonte all'Asp. Il direttore generale Sirna: "Abbiamo già 7 presidi ospedalieri"

L’Udc: Piemonte all’Asp. Il direttore generale Sirna: “Abbiamo già 7 presidi ospedalieri”

Rosaria Brancato

L’Udc: Piemonte all’Asp. Il direttore generale Sirna: “Abbiamo già 7 presidi ospedalieri”

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mercoledì 10 Giugno 2015 - 22:04

L'idea di un trasferimento del Piemonte all'Asp non è di semplice attuazione. L'Asp 5 ha infatti 7 presidi dislocati in tutto il territorio. L'accorpamento inoltre non consentirebbe di bypassare il decreto Balduzzi. "In ogni caso tutte le decisioni devono passare dal tavolo tecnico e dall'assessore Borsellino" sottolinea il dg Gaetano Sirna che spiega anche la situazione dell'ex Margherita

“Tutto deve passare dal tavolo tecnico che si è insediato l’8 giugno, dal tavolo tecnico e dalle decisioni dell’assessore Borsellino. In ogni caso è bene ricordare che l’Asp ha già 7 presidi ospedalieri, con il Piemonte arriverebbe ad 8….Ed infine il decreto Balduzzi è una legge e deve essere applicata. La norma varrebbe anche in caso di trasferimento del Piemonte all’Asp”. Il direttore generale dell’Asp 5 Gaetano Sirna chiarisce la situazione alla luce della proposta avanzata dall’Udc (vedi articolo allegato) nell’ambito della vicenda Piemonte-Neurolesi. I centristi infatti, nel già complesso quadro legato all’accorpamento del nosocomio del viale Europa con l’Irccs, hanno presentato un articolato ordine del giorno che prevede due aspetti: da un lato il trasferimento del Piemonte all’Asp (con l’ipotesi Neurolesi vista ad integrazione più che come fusione tra le due aziende sanitarie pubbliche) e da un altro la restituzione dell’ex ospedale Margherita alla città ed in particolare al Comune. In entrambi i casi in gioco, secondo l’Udc, entrerebbe l’Asp, che è attualmente proprietaria, per legge, degli immobili e dell’area del Margherita.

Quanto alla prima parte della proposta Udc, e cioè il “matrimonio” tra Asp e Piemonte il direttore generale è stato chiaro, è una decisione che deve essere presa a Palermo e non in riva allo Stretto ed in ogni caso in questo momento l’Asp ha già ben 7 presidi dislocati nella provincia (Taormina, Milazzo, Barcellona, Patti, Sant’Agata di Militello, Mistretta e Lipari), pertanto un’ottava struttura comporterebbe conseguenze sul piano sia delle risorse che del personale nonché dell’organizzazione complessiva, che diventerebbe elefantiaca.

“Il decreto Balduzzi deve essere applicato a prescindere dal fatto che il Piemonte finisca accorpato al Neurolesi piuttosto che ad un altro nosocomio o all’Asp- continua Sirna- E’ una legge che deve essere applicata e gli accorpamenti delle unità complesse dipendono da soglie individuate in base alla popolazione ed al numero dei presidi presenti in quel territorio. I problemi quindi resterebbero comunque. Se l’Asp ha sette presidi e vi sono doppioni di unità complesse in base al numero dei cittadini è chiaro che si deve agire di conseguenza”.

L’idea quindi di un trasferimento all’Azienda sanitaria non è di semplicissima attuazione né comporterebbe la soluzione dei problemi oggi sul campo. In ogni caso la decisione spetta all’assessore Borsellino e a quel tavolo tecnico che tiene in considerazione la scadenza del Balduzzi, il 31 dicembre 2016. La Regione si è data una serie di scadenze per evitare di arrivare il 30 dicembre 2016 con tutte le problematiche sul tappeto, dal momento che ci sono 150 unità complesse da razionalizzare in tutta la Sicilia. Il tavolo tecnico su Messina non è la sola “patata bollente” della Borsellino. Le sorti delle strutture messinesi sono legate le une alle altre e, per fare solo un esempio, se dovrà essere chiuso il punto nascita del Piemonte, nessuno può illudersi che basterà spostare i reparti al Papardo per convincere le pazienti a partorire nella zona nord. Più probabile che optino per il Policlinico, che però oggi non è pronto a “raddoppiare” le utenze. Sia Papardo che Policlinico pertanto dovranno essere adeguati e questi non sono problemi che possono essere affrontati nel 2016, a ridosso dello scadere del Balduzzi. Da qui la necessità che tutto passi dal tavolo tecnico, compresa la proposta Udc.

Quanto alla seconda parte, quella relativa alla restituzione dell’ex Margherita alla città il dg Sirna è d’accordo: “Il bene è di proprietà dell’ Asp-spiega- perché in base alla riforma sanitaria del ’79 tutte le strutture adibite a servizi sanitari sono state affidate alle vecchie Usl. Sono d’accordo sulla necessità di restituire l’area all’utilizzo dei messinesi. L’interesse dell’Asp è mantenere lo stato patrimoniale, non certo vederlo dimenticato. C’è un progetto per la realizzazione di una Città della cultura, curato dalla sovrintendenza di Messina e che è molto interessante. All’Asp interessa solo l’utilizzo del padiglione 7, per uffici, consultorio, Pta. Tutto il resto può essere destinato ad altre attività. Ma anche in questo caso, ribadisco, soprattutto se si pensa ad un cambio della destinazione d’uso, non può essere deciso da noi. Tutto deve passare dal tavolo tecnico e dall’assessore Borsellino. E’ quella la sede più opportuna e legittima per le decisioni”.

La prossima riunione palermitana è stata fissata per il 15 giugno. Se i centristi vorranno portare avanti la proposta è in quella sede, ed all’Ars, attraverso la deputazione, che potranno farlo.

Rosaria Brancato

2 commenti

  1. “All’Asp interessa solo l’utilizzo del padiglione 7, per uffici, consultorio, Pta. Tutto il resto può essere destinato ad altre attività”. COMMENTO : (il resto) naturalmente dopo una razionale, radicale ed articolata ristrutturazione. Essa richiede, evidentemente, un impegno finanziario NON INDIFFERENTE. DOMANDA : quanto intende spendersi la classe politica messinese, sia a Palermo che a Roma per far si che cio’ accada ??? Intendo dire che questo è il momento di una forte azione politica BIPARTIZAN di tutti nostri rappresentanti, a prescindere dal gruppo di appartenenza.

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  2. “All’Asp interessa solo l’utilizzo del padiglione 7, per uffici, consultorio, Pta. Tutto il resto può essere destinato ad altre attività”. COMMENTO : (il resto) naturalmente dopo una razionale, radicale ed articolata ristrutturazione. Essa richiede, evidentemente, un impegno finanziario NON INDIFFERENTE. DOMANDA : quanto intende spendersi la classe politica messinese, sia a Palermo che a Roma per far si che cio’ accada ??? Intendo dire che questo è il momento di una forte azione politica BIPARTIZAN di tutti nostri rappresentanti, a prescindere dal gruppo di appartenenza.

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