Padre Olivieri: "Ecco come è andata l'aggressione nei miei confronti"

Padre Olivieri: “Ecco come è andata l’aggressione nei miei confronti”

padre Carlo Olivieri

Padre Olivieri: “Ecco come è andata l’aggressione nei miei confronti”

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martedì 30 Luglio 2013 - 12:48

Padre Carlo Olivieri racconta quanto accaduto la sera del 27 luglio poco prima di celebrare la Santa Messa e di come sia stato aggredito.

Breve relazione sull’aggressione fisica da me subita domenica 27 Luglio 2013 alle ore 18,45 del 28/07/2013.

Aprendo per la Santa Messa le due porte laterali della Chiesa parrocchiale ho trovato, davanti ad esse , come ormai purtroppo avviene da 4 anni in estate, sacchetti di spazzatura, cassette di frutta (vuote), legni per il fuoco che accendono in piazza la sera, piatti di plastica con dentro mangiare per gatti e cani, escrementi degli stessi, tappeti vecchi e materiale vario.

Ho invitato il Sig. Matteo Quartarone “proprietario “del Gazebo della Piazza comunale a rimuovere suddetti oggetti, la risposta è stata immediata, un uomo si è gettato sopra di me gridando e colpendomi con una forte testata sulla fronte; nel contempo la figlia Rosa (o Rossella) Quartarone-Raffa mi aggrediva alle spalle, stringendomi il collo con le mani e tirandomi all’ indietro.

Sentendo le forti grida molti uomini sono usciti dalla Chiesa ed hanno bloccato e fermato l’uomo, mentre io cercando di liberarmi dalla stretta della donna la spingevo in là.

Questa si è buttata a terra gridando.

Libero dalla stretta sono rientrato in Chiesa seguito da Quartarone Matteo al quale è stato impedito l’accesso da numerosi fedeli presenti in chiesa. Nel frattempo sono entrato in bagno per bagnare la testa ed il collo sui quali ho posto poi del ghiaccio ed una pomata. Ho quindi chiamato alle ore 19,00 circa i carabinieri del 112 che dovevano venire da Castanea ma che non hanno parlato con me. Seppur acciaccato e dolorante alle 19,15 circa ho iniziato a celebrare la SS. Messa che ho terminato alle ore 20,15.

Alle ore 21,00 circa il Quartarone è tornato con suo parente per aggredirmi nuovamente, gridando ed insultando ma sono stati ancora una volta fermati dai presenti.

Il parente del Quartarone , il Sig. Celi Antonino, abitante nella provincia di Catania, ha aggredito un anziano signore di 80 anni, ufficiale in congedo della Guarda di Finanza, che mi stava difendendo, procurandogli dei lividi in tutto il braccio che è ancora dolorante, ho richiamato il 112, ma i carabinieri non sono tornati.

I due poi sono tornati a casa loro respinti dalla folla di fedeli che usciva dalla Chiesa, continuando a minacciarmi e ad insultarmi, io ho rimesso il ghiaccio sulla fronte e sul collo sdraiandomi sul letto, senza riuscire a dormire per tutta la notte.

Rodia –Messina 29/07/2013

In Fede

Padre Carlo Olivieri

5 commenti

  1. massimo darrigo 30 Luglio 2013 13:24

    Massima solidarietà a padre carlo… i soliti presuntuosi, arroganti e delinguenti che credono di poter fare ogni cosa senza dover dare conto a niente e nessuno. Spero che i Carabinieri e i testimoni presenti possano farpiena luce sul fatto increscioso.

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  2. Premesso che la reazione violenta con percosse è qualcosa che non tollero e condanno a prescindere dalle motivazioni, vorrei segnalarvi la non correttezza di questo parroco che lo scorso anno dovendo allestire un grest estivo in spiaggia (non so se avesse chiesto le autorizzazioni demaniali del caso) ha fatto sopendere per diversi giorni lo svolgimento di attività ludiche (partite di beach volley) in un lido accanto in quanto recavano fastidio e disturbo alle Sue attività. Sempre in quell’occasione lo stesso parroco, oggi sino a prova contraria vittima dell’accaduto, in quei giorni ha letteralmente provocato alcuni baganti che giocavano in quel campo di beach sottraendogli il pallone. In quell’occasione la libertà e il divertimento di diverse persone fu da Lui privata per dare il via alle sue attività in una spiaggia, quella di Rodia, veramente grande dove lo spazio è tale da far convivere tutti.

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  3. Carabinieri ?? Non sono tornati ! Bah bah mah

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  4. Non conosco Padre Carlo Olivieri, ma conosco bene lo stato pietoso in cui è ridotta la frazione di San Saba, per responsabilità di alcuni zalli residenti solamente durante il periodo estivo. La mia testa mi dice di manifestare solidarietà al parroco, invito il consigliere di circoscrizione BIANCUZZO, ad attivarsi per un controllo amministrativo del gazebo del signor, si fa per dire, Matteo QUARTARONE, l’energumeno non ha il diritto di occupare quello spazio, dopo aver offeso profondamente la comunità religiosa e laica. Al signor, si fa per dire, Matteo QUARTARONE e a sua figlia Rosa o Rossella, dedico la pernacchia di Eduardo De Filippo, nel film L’ORO DI NAPOLI
    …PPRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR

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  5. Fa un po’ senso sentire un uomo “di pace” accusare le persone per nome senza interrogarsi su cosa abbia potuto provocare questa reazione violenta.

    Quello che scrive don Carlo in questa relazione sembra essere quanto dichiarato in caserma ad uno dei Carabinieri (che, ormai è evidente a quanti hanno provato a chiamare per un PRONTO INTERVENTO, intervengono solo se ci sta scappando il morto altrimenti aspettano nell’attesa che la situazione degeneri …in maniera più interessante).

    Utilizzare un mezzo di informazione per divulgare quanto dovrebbe essere oggetto di indagini non mi sembra affatto corretto.

    In questa relazione si percepisce un sentimento di risentimento, un astio che va oltre al “non aver potuto dormire per una notte intera”.
    Dovrebbe essere ben lieto anzi che molte persone lo hanno protetto e aiutato a scampare agli aggressori senza troppe conseguenze, né per lui in senso fisico, né per i suoi aggressori in senso penale.

    Non dico che avrebbe dovuto farsi “martirizzare”, ma le virtù della tolleranza, della comprensione, del perdono, a quanto risulta dalle dichiarazioni riportate, non sembrano appartenere al corredo sacerdotale di Don Olivieri.

    Capisco che il ritrovarsi le porte di.. casa ostruite dai rifiuti possa averlo fatto indignare, tuttavia esistono mezzi più pacifici e legali per risolvere la questione, tanto più che la questione era “annosa”.

    Differente questa “lettera aperta” dalla precedente del ..prete delle periferie messinesi, “APRIAMO LA MENTE E IL CUORE”, lettera in cui si schierava con Accorinti parlando di rinascita e ” nuova primavera”.
    Lettera nella quale, dopo una accurata enciclopedica autobiografia concludeva con l’auspicio ” Che il vento di vita e di gioia donatoci dal Papa la sera dell’11 giugno 1988, riproposto oggi al mondo intero da Papa Francesco, possa mettere al centro della politica della nostra città l’amore e la fraternità, la pace e la collaborazione fra persone e culture differenti.”

    Forse è lui il primo che non ci crede troppo? C’è un tempo del dialogo e un tempo dell’ira, e l’ira non è certo cosa buona.
    Mi auguro che voglia mettere da parte l’ira e iniziare il dialogo perché tolleranza comprensione e dialogo tra i popoli iniziano dalla tolleranza comprensione e dialogo col vicino di casa.

    Inizi a fare un po’ autocritica e, anche se può avere tutte le ragioni del mondo… si ricordi che la superbia è la strada maestra per tutte le guerre che portano all’inferno, anche quando si tratta di “futili motivi”

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