Il malessere quotidiano di vivere la città e l’incapacità di reagire

Il malessere quotidiano di vivere la città e l’incapacità di reagire

Il malessere quotidiano di vivere la città e l’incapacità di reagire

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giovedì 28 Luglio 2011 - 07:08

Di seguito lo sfogo di una cittadina esasperata dalla continua ricerca di profitto che giorno dopo uccide, condanna e soffoca Messina: «Se è vero che sono gli abitanti i primi destinatari del patrimonio territoriale, dobbiamo sforzarci di capire perché noi messinesi non reagiamo più»

Confortatemi sul fatto che questo malessere quotidiano di vivere la città non è solo mio.
Ditemi che la frustrazione nel non poter abitare dignitosamente e felicemente strade, piazze, spiagge e colline, genera anche la vostra aggressività. Che la mancanza di una guida etica, complice un profitto esasperato sul territorio irrimediabilmente brutalizzato da progetti calati dall’alto e slegati dalle comunità di appartenenza, grida vendetta verso una classe politica degenerata e incapace. L’ultimo, in ordine di apparizione, il “porticciolo turistico” di Fiumara Guardia, illogicamente esaltato dal sindaco, a riprova del fatto che del territorio non conosce nulla e non gliene frega nulla!

Allora se è vero che sono gli abitanti i primi destinatari del patrimonio territoriale, dobbiamo sforzarci di capire perché noi messinesi non reagiamo più alla flagellazione sistematica del paesaggio, alla sporcizia e al degrado urbano quasi irreversibile cui siamo giunti.
In realtà dovremmo onestamente interrogarci se è vero che vogliamo arginare tale deriva, perché, se è vero, bisogna reimpostare un nuovo modello culturale che porti ad un agire responsabile e non delegabile, che rifondi l’educazione morale con regole certe.
Continuare ad affidare l’economia al cemento, a non porre limiti a progettisti e imprenditori rapaci, significa infatti incentivare disgregazione, incuria, vandalismo, illegalità, malessere sociale.

Un’ economia incurante di effetti a lungo termine è quella che ci ha dominati negli ultimi 50 (!) anni, per cui non sappiamo (o non vogliamo) mettere in pratica uno sviluppo sostenibile, e rammentiamo a Buzzanca che, “sostenibile si definisce uno sviluppo che rende possibile un’utilizzazione dell’ambiente anche per le generazioni future” non certamente l’Eco – pass, stupida frase composta che nulla toglie al traffico inquinante senza regole al quale ci ha inchiodato la famiglia im – predatrice Franza: la stessa che occupa (come partecipante alla società Caronte Tourist) una preziosa porzione di città da 40 anni, indisturbata dalla politica, che cementifica le spiagge di Sant’Agata, e che adesso vuole giocherellare con le barchette millantando posti di lavoro!

L’inettitudine dei politici e la speculazione degli affaristi riducono, frantumano, disperdono energie produttive buone a detrimento del bene pubblico; non esiste pratica amministrativa e progettuale della città, così come nessuna norma morale o di valore che ci sappia trasmettere la politica. Non sarebbe ora di disfarsi di tutti quei personaggi che non sanno esprimere, sullo sfondo di istituzioni sociali, senso di responsabilità e principi etici?

Mi chiedo quanto ancora dovremo subire i rattoppi, le emergenze, gli sprechi, gli annunci che calano su una città sfiancata, espropriata delle sue bellezze naturalistiche, smarrita nella sua identità. Incoraggiamo l’operato dell’Ingegnere Sciacca, del Soprintendente Salvatore Scuto, di architetti, professionisti, economisti che hanno a cuore le sorti della città e del bene pubblico. Mi auguro che Messina torni a popolarsi di persone che agiscano secondo principi morali e non di profitto, poiché oltre ai soldi per pochi, può esistere una felicità per molti.

(FRANCESCA BORGIA)

9 commenti

  1. io parlo con la gente e la stragrande maggioranza la pensa come me e come l’autore dell’articolo. ma allora io mi chiedo: ma chi xxxxxxxx li ha votati a questi signori? i conti non tornano… o molto probabilmente la gente vota differentemente dal proprio modo di pensare, forse in base a promesse o aspettative (poi ovviamente illuse). non mi rendo conto….

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  2. La seconda che hai detto. La questione è culturale e la “politica” è lo specchio della cultura.
    A Messina la cultura è un “possesso ristretto di nozioni”, ristretto sia in senso di “casta” che le detiene sia in senso di “numero” delle nozioni detenute in.. numero opportunamente sufficiente.
    Parlare con la gente è esaperante perché ogni considerazione si limita all’invettiva verso la mancanza di questo o di quell’altro particolare “paradiso”.
    A Messina non c’é neanche il concetto di “gente” intesa come popolo, ma come “aggregazione” e “disgregazione” casuale.
    Non è un caso che tutti dicano che “se potessero” se ne scapperebbero da questa città.
    E lo dico anch’io

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  3. EGREGIA SIGNORA,lei dimentica che messina è la città del vento,malanova e piscistoccu,dove chi vuole passa e si pulisce il sedere,tanto il cittadino è solu buddace e spaventapasseri

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  4. … la seconda che hai detto

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  5. i migliori di noi sono costretti da questo schifo ad andare via…chi di pensante resta si trova in minoranza, continuamente battuto in ogni campo dagli zalli, dai raccomandati, dagli ignoranti, dai malavitosi…
    io sono rimasta e non ho intenzione di andare via, ma è dura, è dura…non so come si potrà uscire da questa melma, non lo so proprio…

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  6. come i Savoia un tempo mandiamo in esilio i costruttori/navigatori e i loro amici politici. Basta profitti nautici sui pendolari, basta mega progetti costruttivi (leggasi futuro Tirone, porti turistici e complessi residenziali sulla riviera.Il territorio, il mare, il panorama sono dei messinesi e a noi piace così com’è. Certo, caro sindaco, manca la pulizia e abbiamo tanto degrado ma prima o poi a davenì il SINDACO MESSINESE con gli attributi!!!!!

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  7. Non ho capito il messaggio di Francesca Borgia.
    Messina è una città… oppure no.
    L’ecologia è un punto di vista.
    Senza approdo per il diporto, servizi di assistenza, officine meccaniche qualificate… niente bandiera blù.
    La cementificazione…già…. prima solo pochi ricchi privilegiati abitavano la riviera nord di Messina, in belle ville(spesso abusive).
    Le città(tutte) sono cresciute nell’edilizia, Messina forse è cresciuta di meno rispetto alle aspettative e rispetto ad altre città.
    Non amo particolarmente i Franza, che si sono arricchiti imponendo sacrifici ai cittadini messinesi… traffico…. aree demaniali incredibilmente(e forse illegalmente) chiuse come se fossere private ect.
    Certo Messina non brilla per imprenditoria…e gli imprenditori spesso scappano per le notevoli difficoltà e gli impedimenti che trovano a Messina.
    Il mondo della sig. Borgia, delle persone che lavorano senza profitto…sarebbe meraviglioso…. io che di mondo ne ho girato parecchio non ho avuto modo di conoscerlo.
    Tutti si impegnano e lavorano per avere un profitto.
    Chi lascia Messina cerca profitto altrove.

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  8. Ed infatti!!!
    Egr. sig. De Angelis, lei non ha proprio capito il senso dello scritto della signora.
    Lo rilegga con calma e senza pregiudizi forse qualcosa in più riuscirà a comprendere.
    Senza polemica, ben inteso, la saluto cordialmente. 🙂

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  9. Caro Osservatore, La prego di illustrare dall’alto della sua sapienza il significato, il contenuto, il messaggio della sig. Borgia.
    Sig. Osservatore, ho seguito il Suo consiglio, ho letto e riletto “senza alcun pregiudizio” lo scritto della sig. Borgia…. ma niente.
    Messina a mio parere è una città, una provincia, colonia di Palermo e Catania.
    Il volere dei messinesi, dei politici messinesi, degli uffici messinesi e quanto altro, è sotto il DOMINIO di Catania e Palermo.
    Che affarismo può avere Messina se gli appalti di Marisicilia, Arsenale militare, Distretto militare, Comando Legione Guardia di Finanza, Ospedale militare, Ferrovie dello Stato, Poste italiane ect. ect.ect. si svolgono a Catania e Palermo, che hanno depredato questi uffici storici di Messina.
    Ha significato una rivoluzione a difesa di città e provincia, una richiesta di indipendenza da una regione che taglia e depreda anche la storia di Messina.
    Non serve piagnucolare…. ma lottare.
    Messina è l’ultima colonia rimasta al mondo.

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