Il Piano Aro e Messinambiente, da ordinanza a ordinanza. Cosa cambia per non cambiare nulla

Il Piano Aro e Messinambiente, da ordinanza a ordinanza. Cosa cambia per non cambiare nulla

Francesca Stornante

Il Piano Aro e Messinambiente, da ordinanza a ordinanza. Cosa cambia per non cambiare nulla

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venerdì 01 Luglio 2016 - 09:49

Dopo la novità dell'approvazione del Piano Aro da Palazzo Zanca è arrivata l'ennesima ordinanza per Messinambiente. Impossibile fare diversamente visto il ritardo con cui si è approdati all'adozione di questi atti, in attesa di affidare i servizi in house all'Amam o ad altra società si procede con lo stesso assetto di sempre.

Ieri sera è stata emanata una nuova ordinanza dell’era Accorinti per la gestione rifiuti. L’ennesima per dare alla città uno straccio di servizio di raccolta e spazzamento rifiuti attraverso Messinambiente. L’utilizzo di queste ordinanze è stato massiccio, ma non solo per la raccolta. Anche per la gestione della piattaforma di contrada Pace si è utilizzato il medesimo strumento, ma per il presunto abuso della misura adottata la vicenda da tempo è sottoposta da indagini della Procura scaturite da denunce degli ambientalisti e dei residenti della zona del Torrente Pace. Trentotto mesi così e non si sa per quanto tempo ancora. Di ordinanza in ordinanza. Dal Dlgs 152/2006 utilizzato per 24 mesi al Dlgs 267/2000 per 14 mesi. E’ questa la fotografia della gestione rifiuti targata Accorinti in pratica dall’insediamento ad oggi. Una gestione straordinaria del servizio rifiuti, affidato ad una società in liquidazione ed in perenne difficoltà tecnica e finanziaria, attraverso un’ordinanza dietro l’altra. Un’estenuante rincorsa al bengodi della società “in house” che và avanti dall’inizio di questa sindacatura.

Inizialmente, nella mente dell’assessore Ialacqua la convinzione e la speranza di voler fare diventare Messinambiente, una società normale, incaricando per tale mission il “big” dei rifiuti zero Alessio Ciacci, che dalla Toscana, per circa 18 mesi, ha riempito di slogan e buone intenzioni la rinascita della società di Via Dogali. Tra faide interne, incarichi al pool di consulenti di Raphael Rossi, all’uso disinvolto di risorse finanziarie della società per cene e rimborsi, al licenziamento dell’unico Dirigente della società e fino alle dimissioni con onore celebrate dal Sindaco Accorinti, anche l’era Ciacci è stata costellata di ordinanze contingibili urgenti finisce nel luglio 2015. Dal 31 marzo 2015 l’asticella si alza e vengono emanati i primi atti amministrativi della Multiservizi, anch’essa concepita come società “in house”. Il sindaco e la giunta varano la strada maestra. Si accorperanno tutti i servizi pubblici locali in un’unica società (Trasporti, Rifiuti ed Acqua) passando inizialmente dalla mini-multiservizi individuata nell’Amam, l’attuale gestore del servizio idrico.

Nel frattempo Messinambiente a suon di proroghe con ordinanze sempre contingibili e sempre urgenti continua a svolgere il servizio tra le solite difficoltà per la mancanza di mezzi ed attrezzature e per la atavica ed ormai irreversibile crisi finanziaria da cui la società non può risollevarsi. Il percorso che porta ad Amam si complica tra luglio e dicembre 2015. Entrano in campo i Revisori dei conti di Palazzo Zanca e affossano la delibera confezionata a giugno 2015 dal Dipartimento Sanità ed Ambiente che con unico atto procedeva al varo dell’Aro ed all’affidamento del servizio alla stessa Amam, che nel frattempo, il 14 luglio 2015, cambia pelle, diventa società in house ed aggiunge al proprio oggetto sociale la possibilità di svolgere i servizi di gestione rifiuti.

Messinambiente, che ormai con il nuovo liquidatore, Giovanni Calabrò, è pronta a cedere il servizio ad Amam, invece è costretta a continuare il servizio a seguito della ennesima ordinanza che dal 1° Ottobre 2015 assume la forma dell’Ordinanza ex art. 50 Dlgs 267/2000, dopo che sono spirati i 24 mesi di tempo massimo concessi dal Dlgs 152/2006, art. 191, per svolgere il servizio e per evitare emergenze igienico sanitarie. Nell’ottobre 2015, la società è scossa da una pesante inchiesta giudiziaria che scoperchia un calderone di presunte irregolarità e fatti corruttivi. In quel frangente sembra che l’azione della magistratura, pesante ed incisiva, possa dare il colpo di grazia alla società di via Dogali. Le accuse mosse ai vertici della società sono tali che il Procuratore Capo, Guido Lo Forte, nelle dichiarazioni in conferenza stampa dichiarava come la conduzione dell’azienda era stata tale da doversi ipotizzare reati gravissimi quali la bancarotta fraudolenta e la conseguenza che tali azioni fossero poi destinate a ricadere sui contribuenti. Ma neanche questo cambia le cose. Il Consiglio Comunale con l’approvazione della TARI 2015 di fatto si trova ad aumentare il budget della società di circa 3,5 milioni determinando un aumento della tassa rifiuti che arriva a sfiorare i 46 milioni di euro a carico dei cittadini. E si arriva alla fine dell’anno 2015 con l’ennesima proroga confezionata dal sindaco il 31 dicembre 2015 che affida a Messinambiente la continuità del servizio sino al 30 giugno 2016.

Tra le difficoltà derivate dalla mancata approvazione del bilancio e dalla cronica crisi tecnico-organizzativa, il primo semestre dell’anno in corso viene ricordato come il periodo in cui si verificano sconcertanti cedimenti della organizzazione della raccolta dei rifiuti. Vengono eliminati centinaia di cassonetti e nel giro di poco tempo affiorano anche in centro cittadino numerose discariche. Il corto circuito tra i quartieri e Messinambiente raggiunge il culmine e la spazzatura comincia a fare capolino anche in zone in cui non si era mai verificata alcuna problematica igienico sanitaria. Ogni fine mese, per la chiusura della discarica di Catania necessaria alla manutenzione, si determina un disagio della raccolta, dovuto alle precaria articolazione dei servizi che nella piattaforma di Pace trova il proprio punto debole. A causa del ritardo nell’approvazione del bilancio di previsione del Comune, la società riceve circa 1 milione in meno al mese per la gestione dei servizi e va in tilt.

E si arriva all’attuale emergenza di questo mese. Il 7 giugno chiude la discarica e la città precipita in una emergenza sanitaria senza precedenti. Per un solo giorno di chiusura della discarica, dopo 4 settimane, ampie zone sono ancora invase da rifiuti. In una spirale senza uscita, nonostante le rassicurazioni dei vertici della società che più volte hanno annunciato la fine dell’emergenza senza che questo ancora oggi sia avvenuto. E solo per questo, la strombazzante parata del 14 giugno, con l’arrivo dei nuovi mezzi per la differenziata porta a porta, è diventata una paradossale manifestazione che ha sconcertato molti cittadini che hanno visto sfilare i nuovi mezzi tra centinaia di tonnellate di spazzatura riversata per le strade.

L’unica vera novità proprio di questi ultimi giorni è l’approvazione del Piano ARO, lo strumento che programma la gestione dei rifiuti per i prossimi 9 anni. Un documento programmatico importantissimo, sia in chiave presente che futura. Ma il ritardo con cui si è arrivati ad un momento tanto decisivo rischia di spostare ancora in avanti l’inizio di un percorso nuovo che possa chiudere i conti con questi ultimi anni di sofferenza e disservizi. E infatti alla fine il piano Aro non ha portato niente di tanto diverso rispetto a questi ultimi mesi: un’altra ordinanza che stavolta aggiunge qualche dettaglio in più sul percorso da seguire, ma che di fatto allunga ancora fino a dicembre 2016 la vita di Messinambiente in attesa dell’affidamento “in house”.

Gli errori sono stati tanti, qualche consigliere rimprovera ad Accorinti e Ialacqua di avere troppo insistito con Messinambiente ed essersi bloccati sulla posizione ideologica della gestione “in house”, la questione ha spaccato in aula la stessa giunta, con l’entrata a gamba tesa dell’assessore Luca Eller che non ha esitato a prendere le distanze dal progetto accorintiano sulla gestione in house del servizio rifiuti.

Nulla cambia quindi. Ma basterà? Basterà alla Regione Siciliana ed al Presidente Crocetta questa ennesima proroga a Messinambiente, visto che il Ministero dell’Ambiente tiene il fiato sul collo all’Assessorato di Vania Contraffatto? La scorsa settimana alla prima riunione di verifica dell’Ordinanza 5/rif del 7 giugno 2016 tra Regione Siciliana e Ministero si è arrivati quasi alla rottura solo perché non è stata approvata la nuova legge sui rifiuti e perche i comuni non avevano ancora avviato i piani straordinari di raccolta differenziata, con il Ministero che ha minacciato il ritiro dell’intesa con la quale si regge l’ordinanza. E non si esclude che tale rottura si possa effettivamente realizzare sulle prossime scadenze che i Comuni dovevano impegnarsi a realizzare proprio in ossequio ai dettami imposti dal Ministero. Tra le quali il famigerato comma 6 dell’art. 3 dell’ordinanza che prevede che entro il 7 luglio 2016 siano avviate le procedure per l’affidamento del servizio pena il commissariamento dell’ente e l’indizione di gara. Senza affidamento ad Amam, ormai irrealizzabile in tempi brevi a causa dell’ennesimo affossamento dei Revisori dei conti che hanno formulato due pareri non favorevoli all’affidamento alla società di viale Giostra, non è escluso che i prossimi giorni siano carichi di sorprese per Palazzo Zanca.

Nonostante tutto, Messinambiente ancora svolge il servizio, anche perché trovare l’alternativa quando si arriva al giorno della scadenza è impossibile. Il presente è rappresentato dalle centinaia di tonnellate di rifiuti in bella mostra per la città. Il Liquidatore di Messinambiente Giovanni Calabrò, che non perde mai speranza e ottimismo, disegna un quadro a tinte meno fosche, vede questa ordinanza come un punto di rilancio, ribadisce che nonostante le difficoltà affrontate in questo periodo l’azienda è ancora disponibile ad andare avanti per offrire i servizi alla città, anche se si tratta sempre di una società in liquidazione che non può investire. Si punta tutto sulla differenziata, sul porta a porta che dovrebbe partire nel giro di pochi giorni. Calabrò riaccende anche i riflettori sul famoso impianto di Pace per la frazione secca dei rifiuti realizzato dall’Ato3 e lancia un appello a Regione e Ato3 affinché si metta in funzione il più presto possibile, soprattutto per i benefici che ne ricaverà il Comune. Intanto però si va avanti come sempre.

Francesca Stornante

12 commenti

  1. Non se ne può più… Le parole sono diventate inutili. Cari miei concittadini, pretendiamo FATTI e non accettiamo più discorsi pieni di demagogia che, sfruttando il nostro giusto malcontento, servono solo a mantenere lo status quo attuale. Il fiume di soldi che ci costeranno questi altri sei mesi (forse nemmeno gli ultimi) di MessinaAmbiente sarà l’ennesimo segno manifesto della totale incapacità di questi individui… sindaco in testa!

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  2. Non se ne può più… Le parole sono diventate inutili. Cari miei concittadini, pretendiamo FATTI e non accettiamo più discorsi pieni di demagogia che, sfruttando il nostro giusto malcontento, servono solo a mantenere lo status quo attuale. Il fiume di soldi che ci costeranno questi altri sei mesi (forse nemmeno gli ultimi) di MessinaAmbiente sarà l’ennesimo segno manifesto della totale incapacità di questi individui… sindaco in testa!

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  3. Accorinto, Ilacqua, Giunta, Consiglio Comunale, partecipate di vario genere, hanno dato il massimo, dai lasciamoli stare, non è colpa loro. Si capisce e li capisco: non sanno cosa fare. Da parte mia (vado controcorrente) solo un plauso: non si può cavare sangue da una rapa. Pagella dei su-nominati: voto -3 (…sono innocenti).

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  4. Accorinto, Ilacqua, Giunta, Consiglio Comunale, partecipate di vario genere, hanno dato il massimo, dai lasciamoli stare, non è colpa loro. Si capisce e li capisco: non sanno cosa fare. Da parte mia (vado controcorrente) solo un plauso: non si può cavare sangue da una rapa. Pagella dei su-nominati: voto -3 (…sono innocenti).

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  5. MessineseAttento 1 Luglio 2016 16:56

    In effetti era meglio prima, durante le indimenticate sindacature del duo delle meraviglie Genovese/Buzzanca, quando le tonnellate di rumenta per strada erano le medesime di oggi, con la differenza che stampa, revisori e buona parte dei cittadini, accettavano la cosa in beato silenzio. Forse perché, allora, mangiavano in tanti con i soldi distratti dalle partecipate?

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  6. MessineseAttento 1 Luglio 2016 16:56

    In effetti era meglio prima, durante le indimenticate sindacature del duo delle meraviglie Genovese/Buzzanca, quando le tonnellate di rumenta per strada erano le medesime di oggi, con la differenza che stampa, revisori e buona parte dei cittadini, accettavano la cosa in beato silenzio. Forse perché, allora, mangiavano in tanti con i soldi distratti dalle partecipate?

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  7. “la città precipita in una emergenza sanitaria senza precedenti”, si scrive. Ora, non voglio certo dire che la situazione attuale sia ideale, e neanche buona. Ma era il settembre del 2006, se non erro, e ricordo in tutta la città mucchi di rifiuti che bruciavano, come si sarebbe visto qualche anno dopo a Napoli. Se negli anni seguenti i roghi più o meno ci sono stati risparmiati, non di certo i mucchi. Ricordo i primi tempi dell’isola ecologica di Tremonti, quando due assai poco affaccendati impiegati segnavano a matita su un foglio di carta i dati dei pochi che andavano lì a depositare i rifiuti differenziati.

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  8. “la città precipita in una emergenza sanitaria senza precedenti”, si scrive. Ora, non voglio certo dire che la situazione attuale sia ideale, e neanche buona. Ma era il settembre del 2006, se non erro, e ricordo in tutta la città mucchi di rifiuti che bruciavano, come si sarebbe visto qualche anno dopo a Napoli. Se negli anni seguenti i roghi più o meno ci sono stati risparmiati, non di certo i mucchi. Ricordo i primi tempi dell’isola ecologica di Tremonti, quando due assai poco affaccendati impiegati segnavano a matita su un foglio di carta i dati dei pochi che andavano lì a depositare i rifiuti differenziati.

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  9. Gli errori di questa giunta sono tanti; ma il più piccolo errore diventa assai grave quando il paziente è ormai in rianimazione. Forse qualcuno si augura che questa ordinanza venga dichiarata illegittima, che il servizio di gestione dei rifiuti salti completamente, così che la città affonderà davvero in una crisi “senza precedenti” e si potrà dare un altro bel colpo all’amministrazione e a tutti i passi, sia pure piccoli, fatti nella giusta direzione?

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  10. Gli errori di questa giunta sono tanti; ma il più piccolo errore diventa assai grave quando il paziente è ormai in rianimazione. Forse qualcuno si augura che questa ordinanza venga dichiarata illegittima, che il servizio di gestione dei rifiuti salti completamente, così che la città affonderà davvero in una crisi “senza precedenti” e si potrà dare un altro bel colpo all’amministrazione e a tutti i passi, sia pure piccoli, fatti nella giusta direzione?

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  11. MessineseAttento 2 Luglio 2016 06:48

    Veda, caro signore, l’obiettività, spesso, non fa notizia, men che meno campagna elettorale. Sono convinti di poter condizionare l’opinione dei cittadini, lasciamoglielo credere; magari nel 2018 prenderanno un’altra sonora sberla ed allora, forse, si renderanno conto che non hanno tutto il potere che credono per condizionare le masse.

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  12. MessineseAttento 2 Luglio 2016 06:48

    Veda, caro signore, l’obiettività, spesso, non fa notizia, men che meno campagna elettorale. Sono convinti di poter condizionare l’opinione dei cittadini, lasciamoglielo credere; magari nel 2018 prenderanno un’altra sonora sberla ed allora, forse, si renderanno conto che non hanno tutto il potere che credono per condizionare le masse.

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