La Regione vuole la discarica a Pace, ma sull'area ci sono vincoli ben precisi

La Regione vuole la discarica a Pace, ma sull’area ci sono vincoli ben precisi

Francesca Stornante

La Regione vuole la discarica a Pace, ma sull’area ci sono vincoli ben precisi

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mercoledì 31 Gennaio 2018 - 10:35

Nel frattempo però la Regione ha approvato il Piano paesaggistico che tutela la zona di Pace. L'assessore Ialacqua ha appreso dalla stampa l'annuncio della realizzazione dell'impianto e ha subito scritto a Palermo.

La Regione ha deciso che a Messina dovrà essere realizzata la discarica di Pace. Si tratta del contestatissimo progetto di un impianto per il trattamento dei rifiuti indifferenziati, una piattaforma, insomma pur variando la denominazione la sostanza cambia poco. Non sarà una discarica alla vecchia maniera, ma quello che si prevede nell’area di Pace, poco distante dai due impianti già presenti, sarà un sito in cui si potranno portare i rifiuti indifferenziati raccolti in città e probabilmente non solo. Il presidente della Regione Nello Musumeci lo ha annunciato con grande enfasi, vedendo nell’impianto messinese una delle soluzioni all’emergenza dei rifiuti siciliana. Il governatore ha detto che la procedura è pronta a partire proprio da lì dove si era interrotta quasi due anni fa, quando il Ministero ai Beni Culturali aveva bloccato l’iter, il consorzio di cooperative che si era aggiudicata la gara d’appalto da 12 milioni di euro aveva fatto ricorso, il Tar aveva dato ragione alla ditta, ma da allora era rimasto ancora tutto in stand-by. Musumeci però vuole questo impianto. E così, senza neanche avvisare gli amministratori messinesi, ha fatto il suo annuncio.

«Abbiamo appreso dalla stampa che sono state riavviate le procedure per la costruzione di questo impianto» dice l’assessore Daniele Ialacqua che per anni era stato tra i più fermi oppositori a questo progetto e che invece nel ruolo di assessore aveva cambiato idea puntando molto proprio su questo impianto e sostenendo che non si tratta di una discarica classica. Ialacqua però non nasconde una serie di perplessità sull’iter: «Ho immediatamente scritto a Palermo per capire alcuni passaggi importanti. E’ vero che la giustizia amministrativa ha dato ragione al ricorso delle cooperative aggiudicatarie dell’appalto, sostenendo che quel parere del Ministero ai Beni Culturali non potesse essere ostativo, in quanto all’epoca dei fatti non era ancora stato approvato il Piano paesaggistico. Oggi però il piano è stato approvato e dunque vorrei capire se quel problema è stato superato. Saremo i primi a verificare la legittimità di tutto l’iter, non abbiamo intenzione di andare contro ad un piano che impone vincoli precisi per la tutela dell’ambiente. Di certo se la questione è stata così semplice da risolvere resta un po’ di amaro in bocca perché se si fosse sbloccata prima ci saremmo risparmiati due anni di emergenza e milioni di euro spesi per portare i rifiuti in discariche lontane centinaia di chilometri».

Ialacqua dunque rimane fermo nel considerare questo impianto come utile e positivo per la cittàà di Messina. Però vuole chiarezza sulle procedure che la Regione ha deciso di mettere in campo.

Il nodo che riguarda i vincoli è molto delicato. Perché fu proprio in virtù di quei vincoli previsti nel Piano paesaggistico che nel 2015 fu bloccato il progetto dal Ministero ai Beni Culturali. Il piano indicava che la zona di Pace rientrava rientra nel Paesaggio Locale 1- Stretto di Messina, dunque soggetta a norme tra cui il recupero ambientale delle discariche e soprattutto quella che stabilisce che in quell’area «non è consentito realizzare discariche o qualsiasi altro impianto di smaltimento rifiuti». Ma il Tar aveva rispedito al mittente questo parere perché basato su un piano che all’epoca non era ancora stato approvato. I due anni trascorsi nel frattempo non sono passati invano. Perché nel dicembre del 2016 la Regione, dopo tanta attesa, ha approvato il Piano paesaggistico, poi pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 31 marzo 2017. E quindi oggi quei divieti sono assolutamente validi e in vigore.

«In queste aree non è consentito: realizzare discariche di rifiuti solidi urbani, di inerti e di materiale di qualsiasi genere; esercitare qualsiasi attività industriale». E’ quanto si legge nel piano paesaggistico. E non si tratta di norme derogabili neanche in caso di altre esigenze.

Quindi adesso cosa accadrà? Finora nessuna parte politica ha preso posizione. Non resta che rimanere in attesa per capire se davvero tutto l’iter sarà legittimo.

Francesca Stornante

Un commento

  1. Musumeci? un altro che viene a pigliarci per il c….?

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