Rometta, si tenta di stabilizzare i precari. Ma la legislatura nazionale resta un incognita

Rometta, si tenta di stabilizzare i precari. Ma la legislatura nazionale resta un incognita

Salvatore Di Trapani

Rometta, si tenta di stabilizzare i precari. Ma la legislatura nazionale resta un incognita

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lunedì 03 Ottobre 2016 - 22:17

Rometta approva il piano programmatico triennale delle assunzioni 2016/2018 nell'ambito della stabilizzazione dei precari. Ma le incognite sono tante e si attende il legislatore nazionale, anche dinanzi ad una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che dichiara illegittimo il ricorso ai rinnovi plurimi dei contratti a tempo determinato negli enti pubblici. Ad oggi la stabilizzazione, nel comune tirrenico, potrà avvenire per un solo lavoratore a fronte di 37 precari.

Su 37 precari Rometta potrà garantire la stabilizzazione lavorativa di un solo soggetto. Questo è quanto emerge dal piano programmatico triennale delle assunzioni 2016/2018 del comune tirrenico, nell’ambito della stabilizzazione dei precari. Una problematica non indifferente, tuttavia insuperabile al momento attuale. La normativa vigente, infatti, impone un numero ben limitato di posti disponibili per i precari.

“Riteniamo che per avviare un processo di stabilizzazione del personale precario, che opera nel Comune di Rometta da circa venti anni, sia necessario utilizzare almeno le risorse attualmente impiegate da tutti gli Enti pubblici con la eliminazione di tutta una serie di paletti imposti dal legislatore nazionale che attualmente limitano il numero di posti realmente disponibili per i precari –ha dichiarato l’assessore Melania Messina, che aggiunge- La stabilizzazione dei contrattisti e ASU è una operazione assolutamente necessaria per porre fine ad una condizione lavorativa che si colloca fuori da qualsiasi regola in materia di rapporto di lavoro alle dipendenze della pubblica amministrazione”.

Attualmente presso il comune di Rometta, che per la conformazione territoriale necessita della presenza in più sedi degli stessi uffici, si avvale di 22 dipendenti in servizio, 21 contrattisti e 16 ASU. Ad oggi la pratica più comune nel territorio siciliano, per garantire la continuità lavorativa, è il rinnovo dei contratti a tempo determinato. Una situazione, tuttavia, non più perseguibile.

La recente sentenza n.15 del 14 settembre 2016 della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, infatti, ha dichiarato illegittimo il rinnovo plurimo dei contratti a tempo determinato. Nei fatti, non sarà più possibile avere lavoratori costantemente sotto contratto a tempo determinato, rinnovato di anno in anno. Un possibile scenario difficile per le amministrazioni che attualmente brancolano nel buio.

“Quello del precariato è un fenomeno che impone decisioni chiare e irreversibili da parte del legislatore regionale e nazionale –spiega l’assessore Messina, che prosegue- Il lavoro pubblico non può e non deve essere ricondotto esclusivamente al lavoro subordinato e/o a tempo indeterminato; l'ordinamento conosce ormai forme evolute di lavoro a termine in cui gli interessi del lavoratore sono compatibili con la limitata durata nel tempo delle prestazioni. Quello che non è ammissibile è che esistano lavoratori che, senza avere alcun rapporto giuridico con la pubblica amministrazione, sorreggono da circa venti anni uffici, servizi e funzioni pubbliche che in assenza di quegli apporti non potrebbero mai funzionare.
E' tempo –conclude- che responsabilmente si impongano tempi , modi e si forniscano risorse per sanare questa voragine”.

Salvatore Di Trapani

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