Tra i feriti di Torino anche un messinese: "Sono stato fortunato". VIDEO

Tra i feriti di Torino anche un messinese: “Sono stato fortunato”. VIDEO

Veronica Crocitti

Tra i feriti di Torino anche un messinese: “Sono stato fortunato”. VIDEO

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giovedì 08 Giugno 2017 - 05:20

Vincenzo è uno degli oltre 1500 tifosi che, quella notte, è rimasto ferito dall’ondata di panico che, improvvisamente, si è abbattuta su Piazza San Carlo.

“Posso solo dire di essere stato davvero fortunato. Le mie ferite sono state lievi, ma ricordo le urla di chi era a terra accanto e chiedeva aiuto”. Vincenzo De Luca è un messinese di 33 anni, che vive e lavora nella città dello Stretto. La drammatica sera del 3 giugno Vincenzo si trovava a Piazza San Carlo di Torino per assistere, insieme ad altri 30mila tifosi, alla finale della Champions League.
“Sono arrivato in piazza intorno alle 17.30 poiché così avevano consigliato. Per entrare era necessario superare dei controlli, anche se erano molto blandi. Ricordo che rispetto alla grande folla di gente, il personale delle Forze dell’Ordine era esiguo. Quando sono arrivato al centro della piazza mi sono subito reso conto dei tantissimi venditori abusivi che vendevano birre e bevande in contenitori di vetro”.
Vincenzo è uno degli oltre 1500 tifosi che, quella notte, è rimasto ferito dall’ondata di panico che, improvvisamente, si è abbattuta su Piazza San Carlo.

“Nel primo tempo, quando la Juve ha pareggiato, gli esultanti hanno iniziato a saltare e, inevitabilmente, a mandare in pezzi le bottiglie di vetro che si trovavano a terra. Si è quindi creato un tappeto di vetri pericolosissimo”, racconta Vincenzo.

Neanche lui sa ben dire che cosa, in un lampo, ha provocato il boato e poi il caos più totale. “Ricordo solo che, ad un certo punto, la folla ha iniziato a muoversi come un’onda. Sono stato scaraventato a terra, ho perso una scarpa, gli abiti strappati e sono rimasto ferito in maniera non grave alla mano e al piede nudo. La gente correva e calpestava tutto e tutti. Adesso, a mente fredda, posso dire di esser stato fortunato perché, nonostante tutto, sono riuscito a mantenere la lucidità. La prima cosa che ho fatto è stata cercare di rialzarmi. Qualcuno diceva che c’erano stati degli spari, ma io non sentito nessun botto. Mi sono sollevato mentre tutti urlavano e c’era il panico ovunque. Le vie di fuga erano piccole e così, per lunghi minuti, siamo rimasti tutti schiacciati. Solo dopo la folla, pian piano, ha iniziato a defluire e la piazza ha iniziato a svuotarsi.
Io ero ancora senza una scarpa e cercare di recuperarla era impossibile. Ho preso il cellulare e ho provato a chiamare ma le linee erano sovraccariche. Solo internet funzionava, ho rassicurato la mia famiglia. C’erano tante persone a terra che venivano soccorse. Anche io ho dato una mano e poi, quando tutto ha iniziato a tornare alla normalità, mi sono avviato a piedi verso dove alloggiavo. Sono contento che la ragazza che doveva venire con me non sia potuta venire perché essendo più esile probabilmente si sarebbe fatta molto male. A volte è questione di un niente e il nostro destino cambia”. (Veronica Crocitti)

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