Accorinti e Tessitore uniti per il reinserimento in società dei detenuti di Gazzi

Accorinti e Tessitore uniti per il reinserimento in società dei detenuti di Gazzi

Eleonora Corace

Accorinti e Tessitore uniti per il reinserimento in società dei detenuti di Gazzi

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giovedì 17 Ottobre 2013 - 15:26

Stamani il sindaco, Renato Accorinti, nel corso di una conferenza stampa, ha ricevuto a palazzo Zanca, il direttore del carcere di Gazzi, Calogero Tessitore. Obiettivo dell'incontro è stato quello di avviare un percorso di iniziative e collaborazione in sinergia con i vertici della casa circondariale, per agevolare il reinserimento sociale dei detenuti attraverso il recupero del patrimonio ambientale della città.

“La cosa più bella che ho fatto in questi cento giorni”. Così il Sindaco Renato Accorinti ha presentato questa mattina in una conferenza stampa, insieme al direttore carcere di Gazzi, Calogero Tessitore, un percorso di iniziative e collaborazione in sinergia con i vertici della casa circondariale, per agevolare il reinserimento sociale dei detenuti attraverso il recupero del patrimonio ambientale della città. I detenuti saranno impiegati, infatti, nella pulizia delle strade limitrofe al carcere di Gazzi, in questo modo la valenza sociale del gesto sarà accompagnata dal valore pedagogico-educativo insito nel prendersi cura della cosa pubblica. Una situazione difficile, quella delle carceri, che vede il reinserimento nella società dopo la detenzione, più che una rarità, quasi un miraggio. Alcuni attribuiscono la responsabilità di questo fallimento al sistema carcerario stesso – “Il carcere fabbrica delinquenti” affermava il grande filosofo strutturalista francese Michael Foucault – altri alla società che non perdona chi ha avuto a che fare con la giustizia, relegando gli ex detenuti alla marginalità e dunque, nuovamente, al crimine, sta di fatto che il problema esiste e va affrontato anche a livello locale. Per questo l’amministrazione ha deciso di cominciare da piccoli passi, importanti per la qualità della vita dei detenuti e la loro educazione in vista del reinserimento nella società. Nasce con questo spirito la collaborazione con il direttore Calogero Tessitore.

“In questi cento giorni abbiamo fatto tante cose con uno spirito nuovo – racconta Accorinti -. Quella di stamattina è una cosa che mi consola, a scuola ho visto spesso la sofferenza dei ragazzini che avevano il padre o la madre in carcere. Dobbiamo dare più opportunità soprattutto a chi vive nei quartieri cosiddetti disagiati, ma le difficoltà economiche del periodo fanno fallire molti progetti. Il primo giorno che sono entrato in carcere – da sindaco, specifica e ride – era per un matrimonio. Tento di avvicinarmi a chi soffre, con il direttore Tessitore abbiamo avuto la possibilità di poter unire le forze. Vogliamo sviluppare un’azione sia dentro che fuori le mura del carcere per un totale reinserimento nella società e per favorire la formazione al lavoro”. Oltre il progetto di impiego nella manutenzione delle strade cittadine, l’accordo con Tessitore prevede l’inaugurazione della raccolta differenziata all’interno della casa circondariale e la possibilità di svolgere attività teatrale dentro il carcere. Questo progetto ha raccolto la disponibilità di diverse compagnie teatrali e attori, disposti ad esibirsi a titolo assolutamente gratuito per regalare un po’ di svago e bellezza in un luogo che per antonomasia difetta d’entrambe le qualità. Sullo sfondo, nell’intenzione del direttore e del Sindaco, resta l’opera pedagogica, propedeutica al reintegro nella società.

“Noi siamo tutti i giorni costretti a confrontarci con la nostra impotenza rispetto a quello che è il nostro obiettivo: il reinserimento della società dei detenuti – commenta Calogero Tessitore – Purtroppo siamo costretti ad assistere ad una percentuale preoccupante di gente che rientra in carcere perché non riesce a integrarsi nella società dopo la reclusione. Oggi abbiamo finalmente la possibilità, nel nostro piccolo, di fare qualcosa. Iniziare a utilizzare detenuti per lavori utili alla società a titolo gratuito, solo con la dovuta assicurazione. Il reinserimento parte dal carcere attraverso le attività trattamentali, ovvero principalmente: contatti con la famiglia, religione e attività culturali”. Si parte dall’educazione, dunque, nel frattempo si discutono i progetti volti ad un reintegro anche lavorativo nella vita sociale. Da questo punto di vista era già in vigore un progetto coordinato dalla Provincia Regionale che dava la possibilità ad un detenuto di andare a lavorare all’esterno e poi tornare. Con la liquidazione delle Province, dovrà essere stabilito, ad esempio, quale ente potrà farsene carico. Intanto, potenzialmente, i progetti concordati con l’amministrazione potranno coinvolgere da 230 a 300 detenuti, con l’inaugurazione immediata della pulizia delle strade a partire da un nucleo ristretto di cinque persone. Sullo sfondo, problemi drammatici, come quello del sovraffollamento delle carceri, che vessa tutti gli istituti a livello Nazionale e che contribuisce al disagio anche psicologico dei detenuti. Tanti, troppi, i casi di autolesionismo, tanto da essere considerati normale amministrazione, ormai, nelle carceri del nostro paese. “L’ufficio di sorveglianza si impegna a trasferire il nostro sovrapiù in altre realtà – spiega Tessitore in riferimento specifico alla realtà di Gazzi – ma noi abbiamo anche un centro clinico, per questo abbiamo, per così dire, un’utenza maggiore. Gli eventi di autolesionismo, purtroppo, continuano a verificarsi, ma grazie agli operatori sociali cerchiamo di arginarli e prevenirli”. Il direttore parla di una media di un caso al mese. L'odierno incontro era stato programmato lo scorso luglio, quando il sindaco Accorinti si recò all'istituto penitenziario, in occasione della celebrazione di un matrimonio e già in quell'occasione erano state evidenziate le difficoltà legate alla realtà penitenziaria. Piccoli passi, in un orizzonte che parla di esclusione e rifiuto. Sia dopo la detenzione, ma anche prima. Diversi studi attestano che per chi nasce e cresce in realtà disagiate – quartieri periferici e a rischio – quella di delinquere è quasi una scelta obbligata. Questa, forse, è un’altra storia. O forse no…

3 commenti

  1. è COSA BUONA è GIUSTA INSERIRE I DETENUTI NELLA VITA SOCIALE, PULIRE STRADE. PULIRE LE VILLETTE CON UNA PICCOLA REMUNERAZIONE KE X LORO è TANTO ASSAPORARE UN Po’ DI Libertà INVECE DI POLTRIRE IN 4 MUTA

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  2. Compito del Sindaco è amministrare la città.
    Evidentemente non è capace e continua a fare i discorsi che faceva 20 anni fa, incurante degli impegni assunti con i cittadini.
    Faccia togliere l’immondizia e l’erba, contribuisca a fare funzionare l’ATM, elimini i dossi, poi potrà pensare a quello che vuole, giocare a mosca cieca con chi vuole, prendere la tessera del partito di Nicky Vendola, ed uscire finalmente allo scoperto.
    Interessante che si adoperi a non ridurre Messina città del quarto mondo.
    Per i suoi predecessori c’è l’attenuante/aggravante che pensavano ad arricchirsi, lui mi richiama tanto ad una nullità.

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  3. “La cosa più bella che ho fatto” testuali parole del sindaco Accorinti: ma cosa hai fatto? Nulla.
    Cosa farai? Nulla.
    Il tuo compito è amministrare. Sai cosa vuol dire?
    Il reinserimento dei detenuti è compito di altri, non tuo.
    Stai facendo soltanto passerella per gli allocchi.

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