Eurolink scrive alla Stretto di Messina Spa: “Lo Stato dovrà pagarci i danni”

Eurolink scrive alla Stretto di Messina Spa: “Lo Stato dovrà pagarci i danni”

Marco Ipsale

Eurolink scrive alla Stretto di Messina Spa: “Lo Stato dovrà pagarci i danni”

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lunedì 04 Marzo 2013 - 17:18

Il decreto legge 187/2012, recepito dalle legge di stabilità 2013, prevedeva che, entro il 1 marzo, le due società raggiungessero l’accordo per la stipula dell’atto aggiuntivo. In caso contrario “tutti gli atti che regolano i rapporti di concessione sono caducati”. E’ proprio ciò che è accaduto ed ora Eurolink chiede l’indennizzo

Il mancato pagamento delle penali da parte dello Stato italiano al consorzio di imprese che si era aggiudicato il contratto per la costruzione del Ponte sullo Stretto è ''un'indebita espropriazione'' e i danni, soprattutto per le aziende quotate in Borsa, ''non potranno che essere addebitati al governo italiano''. E’ quanto afferma Eurolink in una lettera inviata alla società Stretto di Messina e diramata dall’Ansa.

“La mancata sottoscrizione dell'atto aggiuntivo – si legge nella nota – è stata condizionata dalla contestata esigenza di dare attuazione a disposizioni legislative con cui il Governo ha inteso sbarazzarsi di un contratto legittimamente assegnato a seguito di una gara europea e modificare unilateralmente il contenuto e l'efficacia di tale contratto, pretendendo di conculcare diritti e indennizzi contrattualmente consacrati in capo al contraente generale''.

Secondo il consorzio guidato da Impregilo ''spiace dover ancora una volta ricordare che altro non si chiede che il puntuale rispetto del contratto stipulato e si contesta con fermezza la volontà di espropriare l'affidatario dei propri diritti contrattuali e finanche del rimborso delle spese sostenute, con assoluta noncuranza dei 9 anni di vincolo contrattuale, del mantenimento di ingenti fidejussioni e linee di credito dedicate e dei danni che tale azione provoca alle imprese affidatarie, in particolare a quelle quotate in Borsa, che non potranno non essere addebitati al governo italiano''.

Eurolink afferma di “restare pur sempre disponibile a riconsiderare il recesso dichiarato qualora il governo intenda effettivamente realizzare l'opera in un quadro di ripristinata situazione di regolarità contrattuale e, soprattutto, in un quadro normativo di assoluto rispetto della legalità”.

Dopo l’approvazione del progetto definitivo da parte della società Stretto di Messina, il 29 luglio 2011, i passaggi successivi sono stati regolati dal decreto legge numero 187 pubblicato il 2 novembre 2012. Prevede che: “La Societa’ Stretto di Messina S.p.A. ed il Contraente generale stipulano apposito atto aggiuntivo al contratto vigente”, ma “nel caso in cui l’atto aggiuntivo non venga stipulato entro il termine perentorio del 1 marzo 2013 sono caducati tutti gli atti che regolano i rapporti di concessione, nonché le convenzioni ed ogni altro rapporto contrattuale stipulato dalla società concessionaria”.

Ecco cos’è accaduto: la Stretto di Messina ed Eurolink non hanno raggiunto l’accordo per la stipula dell’atto aggiuntivo entro il 1 marzo, di conseguenza il contratto è sciolto ed a nulla valgono tutte le altre disposizioni contenute nel decreto.

Qualora l’accordo fosse stato raggiunto, adesso entro 60 giorni la Stretto di Messina avrebbe dovuto presentare il progetto definitivo al Cipe. Poi ancora, entro altri 540 giorni, la società avrebbe dovuto trovare un finanziatore. Ed infine, il contratto sarebbe stato sciolto solo nell’ipotesi in cui non si fosse riusciti a trovare un finanziatore, senza alcun indennizzo.

Anzi in quest’ultima ipotesi, nel dl 187/2012 era previsto un altro aspetto importantissimo: “La Societa’ Stretto di Messina S.p.A. può essere autorizzata, previa approvazione dei progetti definitivi da parte del Cipe, ad eseguire lavori infrastrutturali funzionali all’esigenza dell’attuale domanda di trasporto anche in caso di mancata realizzazione del Ponte, ricompresi nel progetto definitivo generale, a carico del bilancio dello Stato nei limiti delle risorse che saranno individuate con successivi provvedimenti”.

Praticamente era possibile utilizzare il Fondo per lo sviluppo e la coesione per realizzare le opere connesse al Ponte, opere che già il Comune di Messina, nelle conferenze dei servizi del 10 novembre 2011 e del 27 settembre 2012, aveva chiesto che venissero eseguite in via preliminare. Tra gli interventi previsti, il raddoppio della galleria Giostra-Annunziata e la nuova tangenziale nord sino a Torre Faro compreso il nuovo svincolo Curcuraci/Guardia/Marotta, opere già dotate di progetto definitivo, ed ancora la sistemazione idraulica dei torrenti Annunziata, Pace e Guardia ed altri interventi di ripascimento della costa in erosione.

La possibilità di realizzare questi interventi per circa 300 milioni di euro poteva rappresentare una sorta di “indennizzo” previsto dal Governo per Eurolink. Questi fondi, invece, ed anche più, Eurolink li richiede senza realizzare alcuna opera, a semplice titolo di risarcimento per lo scioglimento del contratto.

(Marco Ipsale)

10 commenti

  1. Giusto,lo stato o governo ke sia nella persona del nano xxxxxxxx deve risarcire anche i mancati introiti dei veicoli transitati,etc.. può chiedere tutto, passino dalla cassa o dalla villa…..

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  2. FATE PAGARE(METTENDO DELLE TASSE)AI SIGNORI DEI NO PONTE!!

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  3. IH-870 I-ITGI 4 Marzo 2013 20:32

    A questo punto io, fossi giornalista, cercherei di intervistare qualcuno all’Avvocatura dello Stato. Sbaglio ?

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  4. Persa un’ occasione storica di sviluppo per Messina.
    Festeggiano, suppongo, i genovesi proprietari delle traghetto e gli stolti che per il rispetto in sè giusto dell’ ambiente erano assurdamente preoccupati del volo degli uccelli!
    Speriamo che il nuovo sindaco abbia idee e programmi per la città e l’ onestà e la capacità di tenere i conti in ordine,cosa resa complessa ora che le entrate dallo stato saranno ben piu’ basse.

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  5. Ho una forte propensione verso il fatto che la FAME di FAMA abbia OTTUSO piuttosto la mente di qualche “nano” facendogli crescere dentro l’ambizione che, un giorno, potesse essere scritto di un “PONTE B.” sui libri di storia.
    Cosa bisogna fare per non sembrare dei sudditi svogliati e remissivi? Magari abbassarci le braghe davanti al nano di turno? Piegarci e sottostare alla sua sete di conquista?
    NO GRAZIE!
    Che paghi COLUI che ha messo in moto questo baraccone strafottendosene degli attori e senza aver preso in considerazione le idee di chi ci vive qui trattandoli, esattamente come dici tu amico emerito, da persone con menti ottuse e intorbidite, sudditi svogliati e remissivi rispetto ai poteri del forte NORD che, ahimé, continua a considerarci, con PALESE fastidio, palla al piede e cancrena d’Italia! Ma, evidentemente, in questo caso, SBAGLIANDOSI! Perché se basta qualche migliaio di persone che vestono magliette a “buon mercato” e gridano “NO AL PONTE” a fermare la realizzazione di un’opera d’alta ingegneria che avrebbe risollevato la triste situazione finanziaria di un’Isola votata allo scatafascio per la sua ignavia, allora… siamo all’ultimo boccone della frutta.

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  6. PERCHE’ DEVO PAGARE IO ? Siano chiamati al risarcimento tutti quei “MISCREDENTI ” dei NO PONTE che hanno ostacolato la realizzazione del Ponte, dell’eco PONTE sostenibile,del PONTE grande opera di PROGRESSO SVILUPPO E RI NASCITA di un territorio senza speranze concrete alternative di crescita, di un PONTE SPIRITUALE che avvicina le genti e favorisce l’incontro fra i popoli richiamandoli anche solo per “ammirare” una delle più grandi opere dell’ingegno (ingegneria) umano. SIn dall’antichità i costruttori di ponti hanno assunto meriti religioso-spirituali. Lo stesso PONTEfice cattolico eredita il titolo dagli antichi sacerdoti che acquisivano bene merenze realizzando PONTI nell’antica Roma . PONTEM FACERE . A Messina … FACERE ? Non scherziamo. Travagghiari? Cunufaffari. Sin quando avremo ancora quel po di mare , le spiaggia anche se un po sporca ,il pilone. il sole , il tempo, l’uccellino,, la COSCIENZA ecologista da” professionista” con relativa maglietta No Ponte a BUON MERCATO, la villa, la rendita e lo stipendio PUBBLICO….. chinninnifutti….dei Messinesi che muoiono di fame ,dei disoccupati e degli emigranti . Ma sei fissato con questo ponte? Prima del ponte bisogna fare ben altro (il BENALTRISMO e’ nato a Messina 60 anni fa sIn da quando se ne comincio a parlare) adesso e’ di moda LA “LITURGIA”DELLA MESSA…in sicurezza del territorio…..e poi a mafia……..u terremotu…..la costa che si sposta…u ventu …u sciroccu…quest’ultimo obiettivamente rappresenta si un serio pericolo perché ci ottunde le menti, le intorbidisce e ci rende sudditi svogliati e remissivi rispetto a certi poteri del forte NORD che ci considera con fastidio palla al piede e cancrena d’Italia

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  7. Io farei pagare a quei politici ke hanno deciso di fare il ponte
    senza il consenso del popolo italiano e questo vale per il tav.

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  8. Non avremmo il ponte, non avremmo le opere di contorno, non pottremo passare lo Stretto in tempi brevi ma resteremmo alla mercè di questi pessimi e costosi traghetti.
    Ma sopratutto perderemmo ancora tanti soldi per niente.

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  9. Il ponte non si fa, mica per i No Ponte.
    Io anzi sono sempre stato No Ponte perchè prevedevo l’esito: si fanno appalti di opere con la certezza che saltino solo per guadagnare sulle penali.
    Aprite gli occhi!

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  10. SALVATORE COSENZA 5 Marzo 2013 15:40

    La crisi colpisce duro ovunque, ma in poche altre parti d’Italia si è stati così autolesionisti come a Messina. Avevamo la possibilità di utilizzare la costruzione del Ponte come un volano per uno sviluppo della nostra terra, altrimenti condannata ad una lenta ma inesorabile agonia e, invece, siamo stati capaci di contrastarla portando acqua al mulino di chi, con la scusa dell’impatto ambientale, del possibile rischio terremoto, delle infiltrazioni mafiose, aveva il solo obiettivo di dirottare altrove i preziosi investimenti che sarebbero stati necessari. E mi piacerebbe, fra qualche tempo, che potessimo confrontarci con quanti si sono illusi che veramente ci fosse l’intenzione di utilizzare i finanziamenti del Ponte per lo sviluppo del territorio. C’è una sola conclusione in tutto questo…..Messina ed i Messinesi non si rialzeranno più, perchè privi di qualunque lungimiranza, buoni solo a criticare e distruggere ogni tentativo di riscatto di questa terra, forse per incapacità o più semplicemente perchè, in fondo, a molti, conviene che tutto rimanga così com’è.

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