Galati. 4 milioni e mezzo dalla Regione per combattere l'erosione costiera

Galati. 4 milioni e mezzo dalla Regione per combattere l’erosione costiera

Galati. 4 milioni e mezzo dalla Regione per combattere l’erosione costiera

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domenica 16 Luglio 2017 - 05:52

Il progetto, finanziato dalla Regione, ha come obbiettivo di mettere il sicurezza l'area della costa jonica di Galati, con interventi per contrastare l'erosione costiera.

"L'obiettivo finale è la salvaguardia dell'intero litorale jonico nell'ambito di un progetto di messa in sicurezza definitivo per la costa sud messinese. Mai più interventi a macchia di leopardo che mettano in sicurezza un tratto di costa danneggiandone altri limitrofi". Con queste parole il deputato messinese di Sicilia Futura, Beppe Picciolo, ha presentato, giorno 14 luglio al Lido Playa Del Sol di Galati, il progetto approvato dalla Regione Siciliana che grazie alla copertura economica dei "Patti per il Sud" darà finalmente una risposta definitiva e "sistemica" all'intera fascia costiera jonica dal porto di Tremestieri, responsabile di molto dell'attuale dissesto costiero, fino a Giampilieri.

All'incontro hanno preso parte anche l'Assessore regionale al Territorio ed Ambiente, Maurizio Croce, l'assessore all'urbanistica del Comune di Messina, Sergio De Cola, il presidente ed i consiglieri del primo quartiere Pietro De Salvo, Francesco D'Urso, Giovanni Scopelliti, Alfredo Manganaro, Carlo Dainotta, in rappresentanza del demanio l'ingegnere Marco Messina, Antonio Cardia del dipartimento di protezione civile del Comune di Messina, Alfredo Biancuzzo e Bruno Manfré del dipartimento provinciale di protezione civile, ed il funzionario regionale dell'assessorato regionale al territorio ed ambiente, il messinese Pippo Morano.

"Non appena le condizioni meteomarine lo consentiranno – ha precisato Picciolo – potranno iniziare i lavori di messa in sicurezza che serviranno nell'immediato ad impedire ulteriori danni all'abitato della zona di Galati, duramente colpito negli ultimi anni da violentissime mareggiate. Nel complesso sono stati stanziati oltre 4,5 milioni di euro per la salvaguardia di questo tratto di costa e fatto non irrilevante si è pensato soprattutto ad un progetto che, anche funzionalmente ed "esteticamente", potesse creare le condizioni per la fruizione del litorale senza ricorrere ad antiestetiche barriere frangiflutti, modello muraglia, come già denunciato nei giorni scorsi in tratti di costa vicini".

Si tratterà dunque un'opera incentrata su una barriera soffolta, che consentirà anche l'accoglimento del materiale di risulta dei drenaggi del porto di Tremestieri e che quindi permetterà un vero ripascimento della costa, creando le condizioni anche per un rilancio turistico della zona. Le barriere sofolte sono strutture modulari in cemento armato, posate e accostate sul fondale marino, lungo una linea continua, parallela al litorale e a distanza di almeno cento metri da esso, allo scopo di dissipare l’energia del moto ondoso, favorire lo scorrimento della sabbia verso la riva e contrastarne il ritorno, in modo da limitare l'erosione delle coste.

"I lavori – ha concluso Picciolo – inizieranno con la produzione di elementi che verranno posti, ad esempio, da subito per il primo inverno a difesa delle case e che successivamente verranno utilizzati ed immersi in mare a supporto di questa barriera soffolta pensata e studiata in funzione dell'importante studio sulle correnti marine, commissionato dal Comune di Messina ad uno dei più importanti centri di ingegneria idraulica italiani".

Una piena sinergia dunque Comune-Regione che è stata confermata oltre che dall'assessore Croce anche dalla presenza dell'assessore comunale De Cola e dall'ingegnere Cardia della protezione civile e più in generale da tutti coloro che hanno remato in un'unica direzione per provare a dare risposte definitive ad una problematica che si trascinava da decenni.

2 commenti

  1. CastorinaCarmelo 17 Luglio 2017 09:44

    Vorrei ricordare alle “eminenze tecniche”.. che mettere a dimora cassoni precostruiti in cemento invece che massi di origine naturale provoca chimicamente notevoli alterazioni all’ecosistema marino,”l’ortosilicato di alluminio” di cui è composto il cemento reagisce negativamente in mare,sono cose note…..se si guarda alla barriera soffolta di S. Margherita ci si accorge che sono stati messi sapientemente a dimora materiali di origine naturale quindi…..Cortesemente qualcuno mi risponda GRAZIE…

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  2. Se la variazione al progetto di che trattasi avviene a costo zero e nell’immediato, ben venga, ma se si devono aprire studi di settore, studi di fattibilità, revisione sull’utilizzo delle risorse stanziate, beh , con la nostra burocrazia passeranno altri 10 anni (bene che vada)… Per cui che vada a farsi friggere l’ecosistema, alle prossime mareggiate a partire da novembre ,le palazzine Raciti (così come tutte le altre zone a rischio ) potrebbero sparire, fin’ora è stata solo fortuna, meglio non giocare con la sorte di centinaia di persone.

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