"Game Over", la Caritas analizza i dati del Gioco d'azzardo patologico

“Game Over”, la Caritas analizza i dati del Gioco d’azzardo patologico

Claudio Panebianco

“Game Over”, la Caritas analizza i dati del Gioco d’azzardo patologico

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sabato 30 Agosto 2014 - 07:18

I dati raccolti sono di certo preoccupanti: secondo la stima, infatti, Il 47% degli intervistati dichiara di aver frequentato almeno una volta nella vita una Sala Bingo o Slot, il 22,64% nell’ultimo anno

L’uomo è fondamentalmente specchio di tutti i suoi vizi. Ogni divertimento, se seguito in maniera eccessiva, può portare alla corruzione dell’anima, all’annichilimento del buon senso, rovinando famiglie e singoli cittadini. Il gioco d’azzardo rappresenta un Giano Bifronte con cui da anni il paese convive: i dati, in alcuni casi, sono allarmanti e la “patologia della slot machine” colpisce sempre più abitanti dello stivale.

Volendo proprio affrontare di petto l’argomento, la Caritas Diocesana di Messina, attraverso i fondi donati dalla Caritas Italiana e raccolti con l’8×1000 alla Chiesa Cattolica, ha indetto il questionario “Game Over”, al fine di riportare statisticamente il fenomeno. Il nucleo in riva allo Stretto, insieme alle parocchie, i centri d’ascolto, le scuole e le associazioni ha sensibilizzato la popolazione e diffuso il documento; hanno lavorato, all’interno dell’iniziativa, anche la Psicoterapeuta Maria Teresa Santangelo e numerosi altri volontari, coordinati dal Responsabile dell’Osservatorio Diocesano delle Povertà e delle Risorse, Enrico Pistorino.

I dati raccolti sono di certo preoccupanti: secondo la stima, infatti, Il 47% degli intervistati dichiara di aver frequentato almeno una volta nella vita una Sala Bingo o Slot, il 22,64% nell’ultimo anno. Di questi ultimi, il 66,67% più di cinque volte in un anno, il 25% più di 10 volte, l’8,33 non ha quantificato. Uno dei motivi che induce la maggior parte dei cittadini ad avvicinarsi al gioco d’azzardo patologico è ovviamente la povertà, il 34% infatti spera di risolvere i problemi economici, preso dalla disperazione, tirando una leva o premendo un tasto, altri, il 22%, ritengono che il gioco serva a dimenticarsi dei problemi quotidiani. Alcuni dichiarano inoltre di avere delle “abilità” speciali per quanto riguarda le vincite, circa il 15%, e questa è un’illusione tipica di chi soffre di GAP. Per quanto riguarda la consapevolezza che il gioco d’azzardo possa diventare un’ossessione, solo l’8% non crede che questa possa essere una reale possibilità, mentre il 92% ne è cosciente, ma di questo solo il 15% crede si possa uscire dal tunnel. Per il 56% degli intervistati, inoltre, risolvere il problema è possibile solo attraverso l’aiuto di psicologi, mentre il 47% ritiene che serva unicamente una “scala di valori”.

Le attività del progetto sono state realizzate con il prezioso e generoso contributo dell’associazione “Vinciamo il Gioco”, dei SERT di Messina, della Comunità Lelat e della Comunità Faro. La Caritas Diocesana ha inoltre sostenuto e promosso la nascita del Coordinamento provinciale “Mettiamoci in gioco”, nel quale sono riunite diverse realtà pubbliche e private operanti nel settore. A Settembre riprenderanno le opere di sensibilizzazione di “Game Over”, coinvolgendo scuole ed altre strutture del territorio. Padre Gaetano Tripodo, Direttore della Caritas Diocesana di Messina, ha così commentato i risultati “E’ importante sottolineare che il gioco d’azzardo può diventare una vera e propria patologia e che, come tale, si può affrontare e curare con un adeguato sostegno medico e con la vicinanza della famiglia.”

(Claudio Panebianco)

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