"Non è un'operazione nostalgia": il progetto dell'Acr per tornare al Celeste

“Non è un’operazione nostalgia”: il progetto dell’Acr per tornare al Celeste

Marco Celi

“Non è un’operazione nostalgia”: il progetto dell’Acr per tornare al Celeste

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giovedì 18 Maggio 2017 - 12:15

Quella del ritorno nello stadio storico per la società ACR Messina è innanzitutto una questione di necessità per poter continuare a sobbarcarsi le spese che la gestione di una squadra calcistica comporta, ma può essere un'occasione di rilancio per la società stessa, partendo da una stadio più moderno e confortevole.

"Non è un'operazione nostalgia". Ha esordito così il dirigente generale dell'ACR Messina Lello Manfredi che questa mattina , insieme a Vittorio Fiumanò dell'area comunicazione e marketing, ha presentato al consiglio della III Circoscrizione alcuni dettagli del progetto di riqualificazione dello stadio "Giovanni Celeste". Non è un'operazione nostalgia perché il ritorno al vecchio stato è sicuramente una necessità per la società di calcio messinese che deve "far quadrare i conti", in seguito alla gestione, tutt'altro che impeccabile delle precedenti dirigenze, che hanno lasciato debiti per milioni di euro.

Il progetto di riqualificazione del Celeste, che ha già avuto il benestare della Lega, è un progetto abbastanza ambizioso. Innanzitutto la struttura non verrebbe trasformata ma, in un certo qual senso, ristrutturata, al fine di renderla più moderna e soprattutto più confortevole. Il Celeste sarà un luogo dove tutti, famiglie e tifosi, potranno passare una domenica all'insegna del divertimento e dello sport. Corredato di tribune vip, sky box, sedili nuovi, aree ristoro e merchandising, ma soprattutto senza quelle barriere che separavano gli spettatori dal campo, permettendo così un coinvolgimento ed una fruizione di qualità maggiore per tutti i tifosi. Inoltre avendo a disposizione un numero minore di posti rispetto al San Filippo, vista la media spettatori della squadra, questo spostamento permetterà anche di creare un'atmosfera in un certo senso più intima e concitata, per godersi al meglio lo spettacolo di una stadio pieno di tifosi, cori e colori.

L'obiettivo finale, secondo quanto emerso dalle dichiarazioni di Manfredi e Fiumanò, è quello di rendere la struttura dello stadio funzionante sette giorni su sette, quindi dando il permesso anche ad altre squadre minori cittadine di poter usufruire della struttura, ed anche creando una palestra aperta a tutta la cittadinanza, al fine di rendere lo stadio il cuore pulsante delle attività sportive, ludiche ed economiche dell'intera zona, permettendo anche a tutte le attività commerciali dei dintorni di risollevarsi grazie all'affluenza delle persone verso lo stadio.

Il costo totale dell'operazione, dovrebbe aggirarsi intorno ai 2 milioni di euro, spesa che la squadra, vista la situazione finanziaria precaria, può portare avanti anche grazie al contributo di altri imprenditori messinesi. I lavori sono stati suddivisi in tre principali step: innanzitutto l'adeguamento a livello normativo della struttura, con le concessioni di agibilità e idoneità. Poi tutti gli interventi necessari per rendere la struttura dello stadio aperta tutta la settimana; quindi saranno create tutte quelle attività collaterali a quelle meramente calcistiche, che comunque provvederanno ad rimpinguare le entrate della società. Infine l'ultimo step prevede una ottimizzazione dell'impianto, anche a livello energetico, dotandolo di pennelli fotovoltaici ed illuminazione a basso consumo.

Tutti questi lavori, almeno quelli principali, devono però condensati in un breve arco di tempo (addirittura da domani potrebbero inizare i primi lavori di pulizia di una struttra in stato di abbandono e fatiscente), visto che dopo l'estate il campionato ricomincerà. E sono proprio tempi stretti che preoccupano la società. Le lunghezze burocratiche rischiano di mettere le pastoie ad una dirigenza che non può più sobbarcarsi i costi di gestione del San Filippo (circa 250.000 euro l'anno), e necessità di questo ritorno al passato, ma con un' ottica per il futuro, per rifiatare. Se ciò non dovesse avvenire, se l'amministrazione non dovesse accelerare le tempistiche per quando riguarda la concessione dello stadio per almeno 15 anni alla società e per le approvazioni del progetto sia dall'area finanziaria che dall'ufficio tecnico del comune, la società dell'ACR Messina rischia seriamente di scomparire.

E qui entra in gioco il consiglio della III Circoscrizione, in quanto il Celeste ricade nel suo territorio di competenza. All'incontro di questa mattina tutti i consiglieri di circoscrizione si sono dichiarati favorevoli all'iniziativa, e disposti a fare pressioni sull'amministrazione al fine di vedere l'iter burocratico concluso il prima possibile; anche se i dubbi sono molti e le prospettive, a detta dei consiglieri, non troppo confortanti riguardo un'amministrazione che ben poco in questi anni ha fatto per lo sport cittadino. Tuttavia, fin'ora, a detta del dirigente Manfredi, né Comune né Prefettura sembrano aver mostrato resistenze, e l'accordo tra società ed amministrazione, cioè di ottenere la concessione dello stadio in cambio della sua riqualificazione e manutenzione sembra avere l'approvazione di tutti. Ma i problemi non sono finiti.

In primis troviamo il problema del mercato dello ZIR, che svolgendosi ogni sabato e domenica, anche in vista dei lavori di sistemazione della via Don Blasco, necessita di trovare un'altra sistemazione per concedere lo spazio ai parcheggi e per fornire un corridoio di passaggio dalla stazione allo stadio per le tifoserie giunte in trasferta. Ma il solo parcheggio ZIR non basta, per questo i consiglieri della III Circoscrizione si sono impegnati anche nel cercare d'individuare soluzioni da portare all'attenzione della giunta in merito a parcheggi da aggiungere a quelle di Gazzi. E' il caso del parcheggio di villa Dante, che tramite una convenzione con l'ATM, può essere sfruttato dai tifosi. Anche la viabilità dev'essere ottimizzata ed, infine, un ultimo importante nodo riguarda alcune persone che, a quanto pare abusivamente, occupano abitazioni ricavate nella struttura dello stadio, che necessariamente devono essere sgomberate.

Qual è invece il futuro del San Filippo? La struttura, hanno spiegato Manfredi e Fiumanò non verrà di certo abbandonata, anche in vista di probabili scalate alle categorie superiori da parte della squadra, ma sarà usato per gli allenamenti, gli uffici e la foresteria per i giocatori, ma anche concesso ad altre società sportive dilettantistiche, anche di altri sport, con le quali si divideranno i costi di gestione.

In questa prospettiva l'ACR vuole diventare il fulcro, il centro attorno al quale altre realtà sportive cittadine possono orbitare, anche per fornire alla prima squadra giovani talenti messinesi da valorizzare.

Insomma, le aspettative sono molte, le problematiche altrettanto, ma il passaggio dal San Filippo al Celeste è un bivio importantissimo per l'ACR Messina, un crocevia che deciderà il futuro della società decretandone o il punto di partenza per una rinascita ed un futuro prosperoso, o il definitivo punto d'arrivo, con la scomparsa di una delle poche realtà imprenditoriali e sportive della città, creando un danno all'intera comunità messinese.

La società e la Circoscrizione ci sono, ora la palla passa all'amministrazione, che deve in tempi brevi disbrigare l'iter burocratico, ma soprattutto ai messinesi, non solo i "fedelissimi", che devono tornare a credere nella società, nella squadra, dando una risposta postivi agli sforzi di questi imprenditori.

Marco Celi

2 commenti

  1. D’ACCORDO NON E’ OPERAZIONE NOSTALGIA MAGARI AI TEMPI DI BERTA FILAVA, MA SE SONO I SOLDI SCUSATE HANNO COSTRUITO QUELL’ENORME CATTEDRALE NEL DESERTO CHE NON HA PORTATO A NULLA. NON E’ FAMOSO IN ITALIA, IN EUROPA SOLTANTO IN SICILIA, SI SPERA.

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  2. D’ACCORDO NON E’ OPERAZIONE NOSTALGIA MAGARI AI TEMPI DI BERTA FILAVA, MA SE SONO I SOLDI SCUSATE HANNO COSTRUITO QUELL’ENORME CATTEDRALE NEL DESERTO CHE NON HA PORTATO A NULLA. NON E’ FAMOSO IN ITALIA, IN EUROPA SOLTANTO IN SICILIA, SI SPERA.

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