Politiche di febbraio, iniziano le grandi manovre nei partiti

Politiche di febbraio, iniziano le grandi manovre nei partiti

Rosaria Brancato

Politiche di febbraio, iniziano le grandi manovre nei partiti

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domenica 06 Gennaio 2013 - 09:01

A un mese e mezzo dalle elezioni Politiche del 24 e 25 febbraio iniziano le grandi manovre nei partiti. Nel centro-destra a scatenare il caos è stata la nuova alleanza tra Berlusconi e Miccichè, che ha spiazzato il Pdl ufficiale. Il Pd siciliano è invece alle prese con le primarie-beffa ed un regolamento che vuole paracadutati dall'alto 11 nominati.

Mentre il Pd siciliano si gioca tutte le carte per evitare “i paracadutati dall’alto” che hanno evitato le primarie ma hanno le poltrone assicurate dal regolamento (vedi articolo correlato), gli altri partiti a poco più di un mese dalle elezioni sono in fermento.

Gli unici nomi certi sono quelli del M5S e di Sel. Con le parlamentarie il posto migliore se l’è assicurato il grillino dello Stretto Francesco D’Uva, quinto alla Camera, mentre in casa Sel la messinese Sofia Martino supera tutti e si piazza seconda, sempre alla Camera, subito dopo Laura Boldrini, portavoce dell’agenzia Onu per i rifugiati, capolista sia nel collegio 1 che nel collegio 2.

Poche speranze per Salvatore Chiofalo che deve sperare in un ottimo risultato del partito per avere una piccola speranza. Al Senato invece non c’è nessuna speranza per Andrea Carbone e Mamy Costa, nonostante gli ottimi risultati personali, il primo (e probabilmente unico) posto al Senato spetta a Francesco Forgione, ex presidente della commissione parlamentare antimafia.

I centristi correranno sul “triciclo”, con tre liste alla Camera (Udc, Scelta civica con Mont per l’Italia, Fli) e lista unica al Senato. Non mancano i corteggiamenti e le fughe da partiti meno sicuri. Pare che l’ex ministro socialista Salvo Andò, rimasto appiedato dopo aver fatto transitare due giorni dopo il voto gli eletti nella lista Crocetta presidente nel suo Movimento per il territorio scatenando le ire del governatore, stia cercando un posticino nelle liste Udc. La parola d’ordine in casa Udc è, subito dopo i big mettere in lista giovani e donne, non si capisce se come riempitivi o come cavalli da corsa. Capolista al Senato dovrebbe essere Gianpiero D’Alia. Per il Fli scende in campo Carmelo Briguglio. Nella lista Monti in Sicilia Orientale c’è il nome di Michele Ainis come capolista, mentre tra i messinesi papabili (tramite Italia Futura di Montezemolo) il nome è quello di Paolo Falzea. Il presidente della Regione Crocetta sta affilando le armi con il suo Movimento Il Megafono, da rodare alle politiche per far correre alle amministrative, ma pesca tra i tesserati Pd, tanto da aver suscitato la piccata reazione del segretario regionale Giuseppe Lupo. Il capolista delle truppe crocettiane al Senato infatti dovrebbe essere il Pd Beppe Lumia, mentre nel messinese dovrebbe scendere in campo Francesco Calanna.

Gli arancioni di Ingroia hanno scelto, in campo l’uscente Idv Fabio Giambrone e Giovanna Marano. Ma è nel centro-destra che la realtà supera la fantasia. Dopo essersi pubblicamente pentito di esser stato l’alfiere di Berlusconi in Sicilia, “mi pento tutti i giorni, mi pento dalla mattina alla sera”, Gianfranco Miccichè ci ripensa e apre le porte del Grande Sud a tutti i fedelissimi di Re Silvio che rischiavano di restare fuori a causa dei codici etici, Marcello Dell’Utri in testa. Il ritorno del figliol prodigo ha provocato forti reazioni nel Pdl ufficiale, che ben sa d’aver perso le regionali proprio a causa della frattura interna, tanto che lo stesso Nello Musumeci, ha detto “Adesso è chiaro perché abbiamo perso”. La strategia berlusconiana è la moltiplicazione delle liste, ma sono in tanti a non gradirla. Il Pdl messinese, falcidiato dalle fughe nel corso degli anni, è già stato dimezzato alle regionali e non vede di buon occhio la manovra, sa che sarà una guerra fratricida. Se ad esempio il parlamentare Francesco Stagno d’Alcontres, passato al Grande Sud da tempo, ora è in posizione favorita, i “Fratelli d’Italia” di Crosetto, Meloni e La Russa, sbarcati ieri a Catania annunciando di voler puntare al 7% preparano le liste con propositi bellicosi. A Messina un venticello fa il nome di Luigi Ragno. Il Pdl alfaniano deve fare i conti con la batosta delle regionali e con i nuovi rivoletti. Persi D’Alcontres passato con Miccichè, Nino Germanà eletto deputato regionale, i pdiellini sanno che i posti tranquilli sono pochi. Enzo Garofalo e Mimmo Nania sono in lizza, e l’ex sindaco Giuseppe Buzzanca si sta scaldando per un quarto o quinto posto. Cosa faranno i sostenitori di Nello Musumeci, alla luce del nuovo asse Miccichè-Berlusconi? Nelle scorse settimane Santi Formica si è avvicinato a Musumeci, non avendo gradito il clima delle regionali, scelta che pone in discussione tante alleanze in vista di febbraio. Resta poi il problema della base elettorale del Pdl, ormai in piena confusione e non più disposta ad accettare continui cambi d’opinione e di posizione. Tra i non votanti la percentuale del centro-destra alle regionali è stata notevole. L’assessore provinciale Michele Bisignano, entrato in giunta non come Pdl ufficiale ma perché vicino a Ricevuto, e quindi non definibile rigidamente come un tesserato, ha scritto una lettera aperta ad Alfano e Berlusconi a proposito delle primarie e del progressivo scollamento della base verso i vertici di un partito che sta diventando sempre più “personale” e sempre più caotico. “Gli elettori che vogliono votare centro-destra, e sono tantissimi- ha detto- non riescono a comprendere queste manovre, questi giochi di potere, quest’attaccamento ai posti di comando a scapito del messaggio iniziale che era invece di grande cambiamento. Quanto sta accadendo rischia di allontanarci dalla base, la gente non ci comprende più”. Le scelte siciliane vengono prese da un triunvirato che spesso non trova neanche l’accordo,il segretario nazionale viene sconfessato da Berlusconi quasi quotidianamente, e le forze che hanno sostenuto Nello Musumeci, non accettano questo ennesimo cambio di alleanza con Miccichè. Va detto che sono stati i colonnelli del Pdl siciliano a porre il veto a Berlusconi su Miccichè candidato alla Regione, salvo ritrovarselo adesso tra i piedi pronto persino a togliere le castagne dal fuoco sul fronte degli “ innominabili” e ritrovare un posto in prima fila nel cuore del leader maximo. E siamo ancora al 6 gennaio.

Rosaria Brancato

12 commenti

  1. Niente … nulla …. nessuno …. siamo stufi dei soliti balletti!

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  2. IL MERCATO DEI FURBI……
    Gira la testa a leggere l’articolo immaginate di essere stati al mercato quattro anni fa, poi ci tornate e trovate le zucchine al posto delle patate, i cetrioli dove c’erano le melanzane, le pesche ora sono tra le susine, per non dire che i broccoli ora appaiono tra i finocchi….la confusione per una massaia sarebbe giustificata. Sappiamo dell’ambiguo rapporto tra il cetriolo e l’ortolano ed anche che spesso chi ne subisce le pene e’ colui che spera altro nella vita….ma il mercato della politica ci vuole sottomessi se propone sempre la stessa minestra….messinesi cercate tra i banchi della potiica stantia e marcia frutta e verdura fresca e possibilmente di origine biologica da produttori onesti che non usano concimi chimici….la norma non consente la scelta di uomini nuovi ma per aggirare l’ostacolo cercate liste che riportano tra i primi cinque nomi uomini e donne di cui non avete mai sentito parlare e che non si sono mai candidati. Visto che la politica non ha voluto cambiare le regole del gioco…cambiano noi il gioco….se questo sarà fatto allora vedrete che i politici/mercanti non ci propineranno più’ zucche vuote o teste di rapa….

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  3. FRANCESCO TIANO 6 Gennaio 2013 12:24

    TOCCA A NOI CAMBIARE PIETANZA.
    Passiamo dalla pasta al pomodoro fresco alla pasta incaciata per ritornare agli spaghetti al burro.
    Cambiano gli ingredienti ma la base della politica è sempre la stessa, la pasta. Ancora oggi, grazie a Dio, un piatto di pasta ci tocca, magari consumato alla mensa dei poveri ma non manca l’opportunità di assaporarla. Le marche della pasta cambiano ad ogni evento elettorale ma il contenuto è sempre lo stesso. A volte viene servita con ingredienti tradizionali altre infarcita di novità prelibate, che all’apparenza sembrano di gusto diverso ma alla fine si scopre che sono dei surrogati delle vecchie sostanze.
    Si fanno le primarie per dare l’impressione al degustatore che si tratti di una novità culinaria ed alla fine si scopre che è sempre la stessa. Ingredienti camuffati in contenitori variopinti, d’origine controllata e protetta. Pietanze che mai avremmo avuto il desiderio di assaggiare e che alla fine diventano il nostro pasto principale. Il sostentamento alla nostra idiozia ed alla nostra stupidaggine. Il risultato delle nostra ingenuità e passività politico sociale che si determina con la capacità di disgregare e rendere nulla ogni azione contraria al sistema.
    Chi attendiamo che arrivi al Palazzo a preparare il prossimo pranzetto di Natale e di fine anno 2013? Nell’attesa del suo arrivo continuiamoci a dividerci in liste e listarelle ridicole. Reset, Art.1, AmiAmo Messina, città che risorge, L’Altra Messina, Viva Messina e chi più ne ha più ne metta.
    I partiti tradizionali hanno già corazzato le liste per il rinnovo della deputazione Nazionale ed oggi sono in conclave per ridisegnare il quadro governativo della città. Lo fanno partendo dai numeri, dalle coalizioni e non dai programmi. A loro non importano i meriti o le capacità, soltanto il legame familiare. Si, la famiglia, hanno ancora dei valori. Quel nucleo ristretto che non tradisce mai e che perpetua la tradizione di arraffare titoli e denaro pubblico.
    Stare uniti diventa una necessità, che per i politici è anche il DNA della loro esistenza. Basterebbe leggersi le preferenze delle primarie del PD ed in particolare i primi arrivati per capire che si tratta del vecchio ed in entrata del suo cambio generazionale. I secondi infatti alla fine saranno sempre i futuri primi.
    Vogliamo attendere ancora? Bene, ma non ci lamentiamo quando a cambiare saranno soltanto le loro poltrone ed a fare la fame i soliti noti cittadini.

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  4. i soliti nomi xxxxxxxxxx

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  5. MANCO UN VOTO A NESSUNO..DETTO TERRA TERRA !!!!!!!!!

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  6. COERENZA VORREBBE CHE MICCICHE’,VISTO CHE BERLUSKA HA FATTO L’ACCORDO CON LA LEGA LADRONA,NON FACESSE PIU’ L’ALLENZA COL PDL.

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  7. puzza di bruciato 7 Gennaio 2013 08:54

    Sicuramente la Magistratura, con tutte queste alleanze, si starà leccando i baffi!!! Chissà quanti di questi politici dovranno essere sostituiti in corsa per problemi giudiziari; ruberie, voto di scambio, mazzette varie, spese pazze ecc. ecc.
    Penso che le liste è meglio fargliele valutare ai giudici così si evitano perdite di tempo inutili….

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  8. antonio campanella 7 Gennaio 2013 09:05

    Io voto m5s e mi vedo lo spettacolo!

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  9. Cambiare tutto per non cambiare niente…. Meglio Francesco d´Uva!!! 😉

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  10. Miccichè…
    continua a dimostrare che “Grande Sud” è solo un’operazione di facciata, fatta per far recuperare qualche manciata di voti al PDL al meridione. Il PDL è stato complice delle politiche antimeridionaliste dell’asse PDL-lega degli ultimi 20 anni. Miccichè aveva un’unica possibilità per rimediare e diventare un meridionalista semicredibile, continuare ad andare “da solo” come alle regionali. Ma a questo punto, ha dimostrato la sua inconsistenza e che il suo unico scopo è quello di tenersi incollato ad una poltrona. Non si può essere meridionalisti e allearsi con la lega, questo è stato ampiamente dimostrato. Speriamo che i Messinesi (e tutti i meridionali) capiscano.

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  11. Dici?..ma scusami se tu non ti occupi della politica ( disse bene grillo) la politica si occupa di te in ogni caso. Il non voto è il vero rimanere terra terra. Chi non vota non ha il diritto di critica perchè chi non partecipa non ha voce. Una scheda bianca è molto più significante..perchè è un voto al nulla ma sempre un voto…

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  12. che ridere

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