Disservizi chiamate al 118. La Fp Cgil denuncia le difficoltà dei cittadini

Disservizi chiamate al 118. La Fp Cgil denuncia le difficoltà dei cittadini

Disservizi chiamate al 118. La Fp Cgil denuncia le difficoltà dei cittadini

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giovedì 28 Agosto 2014 - 07:57

Il sindacato scrive al direttore della centrale operativa del 118 e al direttore generale della Seus-118 per denunciare le difficoltà dei cittadini ad effettuare le chiamate di emergenza

I soccorsi in caso di emergenza devono essere tempestivi. Tempi troppo lunghi rischiano di nuocere e a volte compromettere in maniera irreversibile la sopravvivenza dei pazienti. E’ quanto accaduto allo sfortunato 52enne di Furci, Carmelo Giannetto, colpito da infarto e morto dopo che i familiari hanno avuto difficoltà a chiedere i soccorsi al 118. Non è dato sapere se il destino sarebbe stato diverso, ma ciò che è certo è che non è possibile lasciare nulla di intentato per salvare la vita delle persone.

Il responsabile aziendale del 118 Seus della provincia di Messina, Nicola Sciarrone, e la segretaria generale della Fp Cgil, Clara Crocè, imputano le difficoltà alla vecchia rete analogica che non consente all’operatore di rilevare il numero telefonico del chiamante e quindi di rintracciarlo. “A causa dell’elevato numero di chiamate durante la stagione estiva – scrivono i sindacalisti -, anche se il cittadino dovesse riuscire a prendere la linea, è costretto ad un attesa che in certe situazioni può sembrare infinita, 1 minuto e mezzo, o addirittura 2 in attesa, con una voce che invita a attendere la risposta del primo operatore disponibile, tempo che può contribuire ad aumentare l’esasperazione di chi magari non sa come comportarsi di fronte ad una situazione critica, e che magari preso dalla paura può mettere in atto manovre o comportamenti pericolosi per la vittima. Ad aggravare questa situazione – continuano Crocè e Sciarrone – contribuiscono in maniera non trascurabile, le comunicazioni di servizio dei soccorritori che si trovano a dover utilizzare gli stessi canali (numero verde 118) sia per comunicare con gli operatori di centrale per necessità legate all’espletamento del soccorso (a volte anche solo per comunicare la posizione quando le comunicazioni radio non sono possibili), che per la chiusura delle schede di intervento a soccorso completato. Il fatto che la Centrale Operativa 118 di Messina sia l’unica in Sicilia a non avere più personale SEUS cui in passato erano affidate in maniera dedicata le comunicazioni radio, aggrava ulteriormente questo stato di cose, in quanto tutto il traffico in entrata e in uscita, sia radio che telefonico, deve essere smistato dagli Infermieri professionali in servizio in Centrale operativa”.

Nel nuovo Piano Industriale recentemente approvato anche dall’assemblea dei soci, Seus prevede l’utilizzo di 12 unità come operatori tecnici di centrale. Un’immediata attuazione di questa misura contribuirebbe a alleggerire il carico di lavoro degli operatori di centrale e quindi di conseguenza dei tempi di attesa per poter entrare in contatto con la Centrale operativa, soprattutto per l’utenza esterna, contribuendo al buon esito dell’intera operazione di soccorso.

Per la Fp Cgil è ormai improcrastinabile l’aggiornamento dei software di gestione delle chiamate, “propedeutico al passaggio al sistema di fonia digitale, al fine di migliorare la risposta del sistema di emergenza ed evitare che non si sia potuto salvare una vita magari solo perché il cittadino non è riuscito a prendere la linea in tempo”.

Il sindacato chiede un report degli interventi mensili a partire dal mese di luglio 2013 ad oggi ed un urgente incontro per affrontare con le rispettive Direzioni Aziendali (Policlinico e Seus) le criticità che vengono ancora una volta segnalate.

Più volte è stato posto l’accento sulla “vetustà dei mezzi di trasporto utilizzati, e sulla loro scarsa (inesistente?) manutenzione, per non parlare della carenza di barelle, condizione questa che determina un prolungamento dei tempi per l’espletamento del servizio con conseguenti gravi ritardi che si ripercuotono a catena su tutti gli altri servizi da espletare durante il corso della giornata”. In caso di servizi extraregionali, l’equipaggio ha dovuto anche anticipare il costo del traghettamento e, in un caso di trasporto in Emilia Romagna, anche il costo del carburante, visto che la card in dotazione non è abilitata al rifornimento per importi maggiori di 150 euro al giorno.

In passato la direzione del Policlinico si era impegnata nella ricerca di nuovi locali al piano terra per il personale Seus, in modo da consentire la sosta nelle immediate vicinanze di tutti i mezzi per l’espletamento del servizio. “A distanza di anni – concludono Sciarrone e Crocè – il personale si trova ancora a dover sostare in garage riadattati, con il relativo traffico veicolare sovrastante. Gli allestimenti interni sono quasi inesistenti così come i sistemi di riscaldamento e ventilazione e con l’impianto elettrico che presenta fili volanti e pericolosi”.

2 commenti

  1. Intanto è morto un Uomo, non vi erano autoambulanze magari in giro vi erano gli elicotteri che dovevano salvare qualcuno col mal di pancia.

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  2. Intanto è morto un Uomo, non vi erano autoambulanze magari in giro vi erano gli elicotteri che dovevano salvare qualcuno col mal di pancia.

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